Sul Titanic

L’ombra della Massoneria sulla privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania

Condividi

A “decidere” è un ambiente “paramassonico” catanese che ha vinto una lunga faida contro il partito Antimaf-confindustriale (Lo Bello-Montante&C.) per spennare la “gallina dalle uova d’oro”, l’Aeroporto: questa definizione pennuta è contenuta in una informativa della Squadra Mobile della Questura di Catania nell’ambito di una inchiesta della Procura: 159 pagine che fotografano un intero pollaio della borghesia mercenaria siciliana

di TerraeLiberAzione

“Calàti i manu do CIELU SICILIANU!- No alla “malaprivatizzazione” dell’Aeroporto di Catania! – SI A UNA COMPAGNIA AEREA SICILIANA!”.

E’ il titolo di una conferenza stampa convocata a Catania sabato 23 novembre -ore 18.30. c/o Caffè della Corte (via Firenze 88 – “Palazzo di Giustizia”). Interverranno Mario Di Mauro (presidente Istituto TerraeLiberAzione) – il parlamentare regionale Sergio Tancredi (portavoce M5S -Ars), la parlamentare Angela Foti (M5S-Ars) e un portavoce del Comitato per la Difesa degli Aeroporti Siciliani.

I soci di S.A.C. – la s.p.a. “pubblica” che gestisce l’Aeroporto di Catania- nel luglio 2014 hanno deliberato, per la prima volta, la volontà di vendere tutto, “privatizzare”: puntando alla quotazione in borsa. L’operazione abortì nelle nebbie della lunga faida che si scatenò nella “palude dei soci” per la “spartizione” del “Miliardo”.

Dopo la grande privatizzazione cuffariana delle Acque pubbliche (SiciliAcque: un regalo a ENEL&Bollorè, che solo TerraeLiberAzione ha denunciato, mentre accadeva, fin dal 2003!) – quella di “Fontanarossa” è la più grande privatizzazione dell’intera storia siciliana: e viene trattata come “Cosa Loro”.

L’ipocrita e demenziale mantra liberista che da un trentennio impone de facto le “privatizzazioni” (anche quando sono folli, e questa lo è!) vieta gli “aiuti di stato”. Non per le banche, però! Né per i grandi gruppi industrial-finanziari: altro che “aiuti di Stato”, hanno interi Stati al loro servizio!

Un recente “piano nazionale” prevedeva che “Fontanarossa” fosse “non strategico”, dunque declassabile, con conseguenze devastanti: ecco gli “aiuti di Stato”! Per non dire delle tariffe coloniali con le quali Alitalia – per mezzo secolo – ha fatto cassa con i sacrifici dei Siciliani, sabotando anche l’industria turistica! Altri “aiuti di Stato”! Avaja!

Detto questo, non ci pare che gli investimenti realmente necessari allo sviluppo dell’Aeroporto di Catania – che crescerebbe perfino “da solo”- abbiano problemi finanziari: gli ricordiamo, comunque, che esistono anche la B.E.I. (Banca Europea per gli Investimenti) e la C.D.P. (Cassa Depositi e Prestiti, che è stata consolidata dai cinesi “elettrici”): basta chiedere, provare, suonare un citofono!

Per non dire dell’art. 41 (senza bis) e dell’intero Titolo Quinto del nostro zombi Statuto di Autonomia: manco a parlarne! Né si può dire che a sostegno dell’Aeroporto non ci siano già investimenti pubblici per centinaia di milioni (nella Due Diligence si “venderanno” anche questi “aiuti di Stato”: soldi e lavoro di Tutti).

In teoria “Fontanarossa” – che è la principale “industria strategica” siciliana e gode di ottima salute, perché il Mondo ci cerca! – è una infrastruttura a “padronanza pubblica”, dunque è “di tutti”. Per una serie di vicende la sua gestione è oggi controllata a larga maggioranza dalla neonata Camera di Commmercio del Sud-Est (con quote minori al Comune e ad ex-Provincie regionali confluite nel caos “autonomistico” di una riforma amministrativa demenzial-populista alla “città metropolitana” o capoluogo; all’IRSAP, altro riciclaggio demenziale –delle ex-ASI- e pure “commissariato” dalla Regione).

Sia chiaro: la Legalità liberista e coloniale permette la cessione di quote azionarie, senza limiti e a chiunque. Altra cosa sono i Consorzi, altra ancora le Public Company ecc. -. La Questione è Politica (quella vera, con la “P” maiuscola: che in Sicilia, comunque la si pensi, è del tutto inesistente: ci mancava solo il sindachello metropolita di Catania che… per “salvare il Bellini” – Teatro – è necessario “vendere il Bellini”-Aeroporto!. Altra Miseria della politica nella politica della Miseria!).

Il Mercato mondiale nell’Epoca del volo aereo è determinato da strategie politiche sofisticate sulle quali interi Stati investono con lungimiranza: gli Emiratini del Golfo, con un aeroporto e una compagnia aerea, in appena trent’anni, vi hanno costruito una Nazione! Qui si pensa solo a “privatizzare” e incassare il “Miliardo”: miserabili o cosa?

Perfino un diritto come le “tariffe calmierate” diventa oggetto di decennali inerzie e di propagande tardive.

Atterriamo! Scartata la quotazione in Borsa, la SAC (che ha cambiato “padrone”) ritorna alla carica nel 2018 puntando su una privatizzazione all’Asta Global.

A “decidere” è un ambiente “paramassonico” catanese che ha vinto una lunga faida contro il partito Antimaf-confindustriale (Lo Bello-Montante&C.) per spennare la “gallina dalle uova d’oro”, l’Aeroporto: questa definizione pennuta è contenuta in una informativa della Squadra Mobile della Questura di Catania nell’ambito di una inchiesta della Procura: 159 pagine che fotografano un intero pollaio della borghesia mercenaria siciliana.

Anche stavolta sarà necessario nominare un Advisor per la valutazione dell’Aeroporto (= Due Diligence). E siamo a oggi.

Visualizza commenti

Pubblicato da