Questo è quello che viene fuori leggendo le dichiarazioni del Ministro del PD, Francesco Boccia sull’Autonomia differenziata e, soprattutto, analizzando la sua surreale proposta di affidare ai “tecnici” e non al Parlamento l’individuazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. Pino Aprile non esclude sia in atto un tentativo per continuare a fregare il Sud. Durissimo Enzo Leonetti, che definisce il PD e il Movimento 5 Stelle “collusi con la LEGA”. Critico anche il senatore Saverio De Bonis
Cosa sta combinando il Governo nazionale di PD, Movimento 5 Stelle, Italia Vera di Renzi e Liberi e Uguali sull’Autonomia differenziata delle Regioni, detta altrimenti ‘Secessione dei ricchi’? Il dubbio è che il Ministro che si occupa di tale argomento, ovvero Francesco Boccia, Ministro degli Affari regionali targato Partito Democratico stia provando a strappare voti alla Lega di Salvini sulla pelle del Sud.
Da cosa lo deduciamo? Dalla ‘filosofia’ di un articolo pubblicato da Regioni.it, periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale e dalle dichiarazioni che leggiamo su Facebook dello scrittore Pino Aprile, leader del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, di Enzo Lionetti, del Movimento 24 Agosto Equità Territoriale Puglia e del senatore Saverio De Bonis.
Cominciamo con l’articolo Regioni.it dove leggiamo una dichiarazione del Ministro Boccia:
“Ho fatto una sintesi di tutto quello che ho raccolto in questi due mesi e ho trasmesso oggi alla Conferenza Stato-Regioni una bozza della legge quadro sull’Autonomia che tiene dentro tutti gli articoli del titolo quinto, dal 114 al 120 compreso”.
“Il perimetro della legge – prosegue Boccia – come più volte annunciato, tocca tutti gli articoli rilevanti del titolo V (della Costituzione ndr) e garantisce che l’attuazione del 116 comma 3 avvenga in un quadro di coesione nazionale. Ognuno potrà correre alla velocità prescelta ma tutti potranno contribuire alla crescita del Paese. Ora inizia un grande gioco di squadra con tutte le Regioni e spero senza distinzione di colori politici. Mi aspetto contributi costruttivi da tutti. Speriamo di andare presto in Parlamento e di uscirne con un sostegno unanime”.
“In settimana inizierà in Conferenza Stato-Regioni un bel confronto – dice sempre il Ministro degli Affari regionali -. La bozza, è il miglior lavoro che potessi fare. Abbiamo ascoltato tutti, fatto una sintesi, e ora tocca agli altri dirmi se c’è qualcosa che non va, cosa integrare, cosa modificare, cosa migliorare. E io vorrei entro fine novembre presentare la legge quadro in Parlamento. Se il Parlamento ci darà fiducia, vorrei il voto di tutte le forze politiche, la legge quadro entro fine anno c’è. A quel punto si tratta di definire gli accordi tra Regioni e Governo e io sono pronto già a gennaio a firmare i primi accordi. Poi i tempi dipenderanno dal Parlamento”.
Arriviamo agli argomenti centrali: i Lep, Livelli essenziali delle prestazioni:
“Per i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni – ha specificato Boccia – ho voluto utilizzare il modello che fu utilizzato sulle leggi Bassanini e quindi proporrò un commissario, un alto dirigente dello Stato. Serve qualcuno che abbia l’autorità di pretendere quei dati e penso che mentre noi lavoriamo sulla legge quadro e sulle intese, intanto un nucleo di tecnici dello Stato avrà questo compito. Ovviamente se ne corso del 2020 i Lep non dovessero vedere la luce partiremo con i fabbisogni standard, su cui si sta già lavorando”.
Già qui si dovrebbero rompere i telefoni con tutto il Sud. A che titolo, infatti, i “tecnici” scelti dal Ministro si dovrebbero sostituire al Parlamento? Ma come gli è saltata in testa un’idea del genere al Ministro targato PD? dal nostro punto di vista, questa proposta è irricevibile!
I Lep debbono essere stabiliti e votati dal Parlamento, non dai “tecnici” del PD, partito antimeridionale per antonomasia!
Poi lo stesso Ministro Boccia cerca di addolcire la pillola con un po’ di chiacchiere. E infatti nell’articolo leggiamo un panegirico sui Lep:
“Sui contenuti specifici della bozza della legge quadro sull’Autonomia, il ministro Boccia ha anticipato qualche passaggio parlando con gli imprenditori nella sede di Confindustria Bari-Bat. La bozza è composta da due articoli. Nel primo si specifica, tra le altre cose, che la determinazione dei Lep o degli obiettivi di servizio siano uniformi su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione; la necessità di assicurare su tutto il territorio nazionale i livelli delle prestazioni anche
attraverso la perequazione infrastrutturale; il riparto tra Regione ed enti locali delle funzioni amministrative nel rispetto dei principi di sussidiarietà previsto dall’articolo 118 della Costituzione; il rispetto delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione. L’articolo 2 della bozza disciplina le modalità di definizione dei Lep e degli obiettivi di servizio”.
LUCA ZAIA: GIOCO DELLE PARTI CON IL PD? – Nell’articolo c’è anche una dichiarazione che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha rilasciato all’ANSA:
“Confermo di aver ricevuto dal ministro Boccia una bozza della legge quadro sull’Autonomia che ho immediatamente trasmesso agli accademici della delegazione trattante per una valutazione puntuale e tecnica, sia dal punto di vista costituzionale, sia da quello finanziario. Siamo abituati a guardare in faccia alla realtà. Così come si articola, quella bozza non è sottoscrivibile. Il Ministro ha dato disponibilità a una riunione in settimana e ci auguriamo che sia disponibile a discuterne nel merito. Abbiamo rimesso tutto e rapidamente in mano ai tecnici perché o si arriva a una soluzione sostenibile nel senso di una vera Autonomia allora vale la pena discutere oppure quel testo noi non lo sottoscriveremo”.
Guarda un po’ che combinazione: il Ministro del PD Boccia vuole che il passaggio più importante della legge sulle Autonomie differenziate – i Lep – venga decisa dai “tecnici”; e anche il leghista Zaia chiama in soccorso i “tecnici”…
“Questa non è una dichiarazione di guerra – dice Zaia (e noi, in verità, ce ne siamo accorti ndr) – ma una semplice constatazione, visto che in settimana arriveremo al giro di boa e capiremo quale sarà il testo finale del provvedimento. Attendiamo dunque la riunione della Conferenza Stato-Regioni di venerdì e vedremo”.
Il ministro Boccia ha replicato (intervenendo a FARE, un convegno in corso a Fara Sabina, organizzato da Michela De Biase) così:
“Le bozze di una norma, solitamente, non devono essere sottoscritte ma discusse. Così sarà anche per la bozza di legge quadro che abbiamo trasmesso ai presidenti di Regione. Sono sicuro, lo dico al presidente Zaia, che le miglioreremo insieme. Siamo aperti ad ogni contributo che possa migliorare una legge che serve a tenere in sicurezza l’intero Paese e attuare l’autonomia differenziata”.
Insomma, Boccia e Zaia sembrano già pronti: l’esponente del PD non sembra avere alcuna intenzione di bloccare la legge sulle Autonomie differenziate che, è inutile girarci attorno, è nata per fregare le Regioni del Sud: Zaia non chiude a Boccia, perché vuole portare a casa almeno un mezzo risultato (cioè un po’ di soldi da scippare alle Regioni del Sud.
Luca Zaia, intervenendo alla presentazione del libro del costituzionalista Mario Bertolissi, a Mestre, ha detto:
“Il progetto di legge cornice del ministro Boccia stabilisce che bisogna chiarire la partita dei Livelli essenziali di prestazione che sembra essere spalmata su tutte le Regioni. Ora c’è da capire, se ‘togliendo il marmo viene fuori la statua’ come disse Michelangelo o se non viene fuori nulla: allora la proposta va bocciata. Per poterlo dire – ha aggiunto – dobbiamo vedere ciò che emerge dall’incontro con le Regioni, i Lep in sanità già esistono e da noi funzionano e per noi possono essere applicati. Certo è che se diventano un alibi, si parla di 12 mesi per stabilirli, non va bene. Noi li abbiamo pronti e siamo pronti a discuterli subito senza ripartire: l’importante è che le entrate siano eguali alle uscite e per noi non è un problema”.
Critico Pino Aprile, leader del Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale:
“Girano brutte voci su una manovra del governo per far passare l’Autonomia differenziata prima e definire il valore dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni uguali per tutti i cittadini, dopo; entro un anno. Naturalmente, ci sarebbe una commissione ad hoc, sulle cui decisioni (vulgo: porcate, se davvero la cosa stesse in questi termini) il Parlamento avrebbe solo il potere di dire la sua opinione, che ‘potrebbe’ essere presa in considerazione, oppure no. Per ora, in mancanza di certezze, teniamo sospesa la serie di contromosse. Ci limitiamo a notare che il terrore di perdere le elezioni anche in Emilia Romagna è tale, fra le fila del PD (e, a cascata, del M5S), che venderebbero l’anima al diavolo. E sono capaci di farlo”.
“L’Autonomia differenziata modello emiliano – prosegue Pino Aprile – è solo la versione più paracula di quella lombardo-veneta, leghisticamente spudorata; ma la sostanza è la stessa: fottiamo il Sud e facciamolo subito, perché hanno scoperto che li derubiamo e potrebbero impedirci di continuare a farlo. La disperazione può portare a gesti autolesionisti: per il Paese, il PD, l’Emilia Romagna, il parmigiano, il prosciutto, i tortellini… Questi hanno paura di veder diminuire i soldi a cui si erano abituati, rubandoli ai più poveri. Se la loro disperazione è questa, riflettano sulla disperazione di chi ha visto partire più di due milioni di compaesani (perse due città grandi quanto Napoli; un centinaio di paesi come Gallipoli; circa 35 città come Matera); i figli laureati e persi, le case svuotarsi, le strade diventare mute con porte chiuse e serrande abbassate.
State attenti; non fidatevi della pazienza degli ultimi. Temete l’ira dei mansueti, dice la Bibbia e la misura è colma; più che colma. Dare il colpo di grazia (o quello che voi pensate tale) per mano di un ministro terrone, il pugliese Francesco Boccia, non sarebbe un’attenuante, ma una provocazione ulteriore, un ghigno sul volto dell’assassino. Ci aggiorniamo a domani, speriamo per smentire queste voci. O per cominciare l’ultima battaglia per l’equità sempre più lontana o per la secessione sempre più probabile”.
Scrive Enzo Leonetti su Facebook:
“ATTACCO AL SUD. Ora Resistenza Civile. Parola d’ordine Unità.
Il pugliese Ministro Francesco Boccia del PD, nel solco della peggiore tradizione dei traditori del Meridione, ascari e proni ai diktat dei potenti del Nord, ha svelato le sue mosse.
Con una legge farlocca, vuole aggirare gli ostacoli dell’informazione e della partecipazione, per concedere l’Autonomia differenziata a Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, SULLA FIDUCIA, SENZA UNO STRACCIO DI DATI OGGETTIVI. Dove sono i numeri della Perequazione? Dove sono le necessità del SUD?”.
Durissimo il giudizio di Leonetti sul Ministro Boccia:
“Il Ministro della sottomissione al Nord tradisce gli interessi di 20 milioni di italiani, abbandonati al loro destino. Come e peggio della già Ministra leghista Erica Stefani. Dovremo abituarci a meno ospedali pubblici, a zero servizi per l’infanzia, a zero trasporto pubblico locale, alla riduzione di Università pubbliche distrutte da un Governo del PD e del Movimento 5 senza Stelle, collusi con la LEGA che voterà immediatamente la legge delega! Uguali sono Lega e PD per gli interessi solo del Nord!”.
E ancora:
“È una grande porcata! Resistere, resistere, resistere! Parola d’ordine al SUD: UNITÀ. Ora più che mai.
Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale
Movimento 24 agosto -Equità Territoriale Puglia”.
Critico, anche se in modo telegrafico, il senatore Saverio De Bonis, vicino al Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale:
“Boccia sbanda: sulle Autonomie intende assegnare in prima istanza al Parlamento un potere di natura consultiva, ma non vincolante”.
La battaglia contro chi vuole ancora una volta penalizzare il Sud è aperta. E ci sarà da combattere.
Foto tratta da Polisblog
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