Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sta passando dalla quasi ragione al torto. Ha ragione quando manifesta disappunto per la ‘bocciatura’ della riforma dei rifiuti. Ma passa dalla parte del torto quando, come soluzione, propone un rimedio peggiore del male che vorrebbe combattere. La democrazia ha le sue leggi che vanno rispettate
“Il governo regionale non andrà più in Aula fino a quando non sarà abrogato il voto segreto. Ho già chiesto ai rappresentanti del centrodestra nella Commissione regolamento all’Ars di richiedere la formale convocazione dell’organo per procedere di conseguenza. Ho già anticipato la volontà del governo al presidente del Parlamento Miccichè”.
Questa la dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Parole che ci lasciano basiti.
Chi è il presidente Musumeci per decidere di abolire il voto segreto? E’ diventato, per caso, il padrone del Parlamento siciliano? E poi – parole ancora più gravi – che significa “il governo regionale non andrà più in Aula fino a quando non sarà abrogato il voto segreto”?
Se il presidente Musumeci non vuole andare più a Sala d’Ercole può fare una cosa ancora più semplice: dimettersi.
Detto questo, il capo della Giunta regionale ha tutto il diritto di lamentarsi della ‘bocciatura’ del disegno di legge sulla riforma dei rifiuti: noi parliamo di ‘bocciatura’ perché, una volta saltato l’articolo 1 del disegno di legge, non ha più senso tornare in Aula, perché il disegno di legge è ‘azzoppato’.
A norma di regolamento, l’articolo 1 del disegno di legge di riforma dei rifiuti potrà essere ridiscusso e rivotato in una successiva sessione legislativa, non nell’attuale. Quindi noi siamo certi che non ci saranno papocchi parlamentari e che il Governo ritirerà il disegno di legge per ripresentarlo in una nuova sessione legislativa.
Anche noi, da cittadini, siamo molto contrariati dalla ‘bocciatura’ di questo disegno di legge. Come abbiamo scritto stamattina, è evidente che la maggioranza del Parlamento della nostra Isola – e quindi la maggioranza del mondo politico siciliano – non vuole la riforma dei rifiuti.
E aggiungiamo un’altra considerazione: è altrettanto evidente che un ‘pezzo’ del sistema Montante è stato debellato, ma ci sono ancora ‘pezzi’ del sistema ancora in piedi.
Il rimedio proposto dal presidente Musumeci, però, è irricevibile. Il voto segreto è uno dei cardini della democrazia. Perché un parlamentare eletto dal popolo risponde direttamente ai propri elettori e alla propria coscienza, non certo ai partiti politici e, in questo caso, meno che mai al Governo.
Se ci sono contraddizioni nello schieramento politico che dovrebbe appoggiare il presidente Musumeci – ci riferiamo al centrodestra – non è certo con le forzature che tali contraddizioni verranno superate.
Musumeci, da candidato alla presidenza della Regione, sapeva benissimo chi erano i suoi compagni di strada. Li ha voluti, ha chiesto loro il voto, è stato eletto e ora, siccome non lo seguono, vorrebbe convincerli con la forza.
In democrazia, presidente Musumeci, non funziona così. Con certe forzature, con certe prese di posizione ultimative il Parlamento siciliano rischierebbe di diventare “un’Aula sorda e grigia”: e noi siamo convinti che il Governatore non sia interessato a un esito del genere.
Diamo un consiglio al presidente Musumeci: ritiri questa proposta sbagliata insieme con il disegno di legge ormai ‘azzoppato’.
Foto tratta da MAB Sicilia