La domanda che si pone oggi Cosimo Gioia noi la poniamo da tempo. E anzi lui largheggia un po’: “All’oleificio costa 4 €/kg e non ci si esce con le spese…”. Ebbene, a nostro avviso, il costo di 4 euro, per l’oleificio che lavora olive del Sud Italia, quest’anno, è un po’ basso. Così la sua domanda – il ‘mistero’ dell’olio d’oliva extra vergine a 2,79 euro – acquista più forza…
Scrive Cosimo Gioia, agricoltore, sulla propria pagina Facebook:
“Ditemi voi, come si fa ad acquistare… un litro di olio d’oliva extravergine a 2,79 €… All’oleificio costa 4 €/kg e non ci si esce con le spese… Mi piacerebbe sapere cosa c’è dentro quell’olio… Pubblicità vista ora in TV. Poi può essere che ho sentito male vista l’età…”.
Comincia il dibattito e lo stesso Gioia aggiunge:
“A meno che, come diceva qui qualcuno, non si tratti veramente di un prodotto civetta nel quale chi lo vende ha deciso di perderci almeno il 50% per attirare la clientela… Domani comunque lo compro e lo assaggio: un millilitro però. Ho abbastanza guai con la salute e non voglio rischiare”.
Invece Cosimo Gioia non si sbaglia. Anche perché, a scanso di equivoci, le stesse offerte le trova sia sulla pubblicità cartellonistica di tanti grandi e piccoli centri della Sicilia, sia nelle pubblicazioni della promozione dei prodotti che, ogni giorno, inondano, le cassette della posta delle abitazioni.
Tra le tante “offerte” proposte dai Centri commerciali non mancano mai le bottiglie di olio d’oliva extra vergine – qualcuna magari con la scritta “italiano” – da 3 euro o, come ha notato Gioia, anche ad un prezzo inferiore a 3 euro!
Com’è possibile? Tra l’altro – come questa che abbiamo scritto lo scorso 1 Ottobre – nel mondo, quest’anno, l’annata olivicola è stata un mezzo disastro, se è vero che mancheranno all’appello 3 milioni di tonnellate di olio d’oliva. Non è stata, l’annata, disastrosa come quella dello scorso anno: infatti non abbiamo scritto un disastro, ma un mezzo disastro.
In Spagna, ad esempio – che è il Paese maggiore produttore di olio d’oliva del mondo – quest’anno la produzione passerà da 1,78 milioni di tonnellate a 1,15 milioni di tonnellate. Annata di ‘scarica’, per gli iberici, come usano dire gli addetti ai lavori.
In tutta l’Italia, in media, c’è una riduzione della produzione di olio d’oliva.
Chi invece registra una grande produzione è la Tunisia, con una stima 350 mila tonnellate di olio d’oliva prodotte. La Tunisia è il Paese guarda caso scelto dall’Unione Europea proprio per l’olio d’oliva… Chi ha un po’ di memoria ricorderà cosa succedeva nel 2016:
“Il Parlamento Europeo ha approvato ‘l’invasione’ dell’olio d’oliva tunisino in Europa. Il provvedimento è passato con con 500 sì, 107 no, 42 astenuti. Non conosciamo con precisione come hanno votato gli esponenti delle forze politiche. Ma visti i numeri è molto probabile che abbiano votato a favore gli europarlamentari che fanno capo ai partiti che oggi governano la UE: i Popolari e il PSE”.
Non dimenticate che la Sicilia, lo scorso anno, di olio d’oliva tunisino ne ha importato tanto. Per farcelo mangiare a noi? Giammai! Per essere esportato in Asia e negli Stati Uniti d’America!
E allora che risposta possiamo dare a Cosimo Gioia? lasciamo tutto alla sua fantasia e alla vostra fantasia…
I misteri dell’olio d’oliva tunisino che arriva in Sicilia: va tutto negli USA e in Asia. Possibile?
Il 2020 sarà l’anno della super-invasione dell’olio d’oliva tunisino!/ MATTINALE 414
Sì del Parlamento Europeo alla truffa dell’olio d’oliva ‘extra vergine’ tunisino
Ah, dimenticavamo: il nostro amico Mario Di Mauro, gran persona per bene, sostiene che l’olio d’oliva tunisino è pregevole e va benissimo.
Lo scorso anno ci ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“L’OLIO TUNISINO E’ UTILE! Senza olio tunisino, le famiglie proletarie siciliane -nell’ultimo anno- avrebbero dovuto eliminare l’olio d’oliva dalla cucina (fatto salvo il piccolo contrabbando locale, che difendiamo!). Punto. C’è qualcuno in grado di dimostrarci il contrario?”.
“L’analisi dei mercati – aggiunge Di Mauro – condotta dall’Istituto TerraeLiberAzione, ci dice che senza olio tunisino, le famiglie proletarie siciliane, nell’ultimo anno, avrebbero dovuto eliminare l’olio d’oliva dalla cucina (fatto salvo il piccolo contrabbando locale, che difendiamo!). Punto. Questa analisi ci pone anche qualche domanda. Eccone una: se un buyer volesse acquistare il 50% della produzione siciliana al doppio del prezzo standard attuale (7 euro Lt), a chi dovrebbe telefonare?. Va detto però che l’Olio pregiato belicino è valorizzato anche 4o euro in conserve varie…e quello di Buccheri va prenotato due anni prima…da Londra!”.
Non ha cambiato idea, Di Mauro: la pensa sempre così!
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