Rifilare ai cittadini 12 miliardi di euro di nuove tasse sotto forma di microtasse in piena recessione economica è una follia. Ed è una follia soprattutto contro il Sud che pagherà, in proporzione, di più, se è vero che i cittadini meridionali hanno un reddito pro capite inferiore ai cittadini del Centro Nord Italia. La ricetta, semplice, per far cadere entro la fine del prossimo Gennaio il Governo Conte bis
di Economicus
Ora che è stato chiarito che l’attuale Governo nazionale sostenuto da PD, Movimento 5 Stelle, Italia Vera di Matteo Renzi e Liberi e Uguali ha appioppato agl’italiani oltre 12 miliardi di euro di nuove micro tasse è bene illustrare perché questa manovra economica colpisce i Sud e mette in ginocchio l’Italia.
La tassa sull’acqua da bere, la tassa sui funerali, la tassa sulle merendine, la probabile tassa di 5 euro al mese per sostenere l’INPS, la tassa sulle bibite gassate, la tassa sulle sigarette e via continuando – aggiungendo a queste tasse anche l’IVA sulle patenti – sono provvedimenti che colpiscono indistintamente i cittadini. Ricchi e poveri vengono chiamati a pagare in egual misura.
Ciò significa che i 20 milioni di italiani che vivono nel Sud e che, in media, hanno un reddito pro capite inferiore ai cittadini del Centro Nord Italia vengono chiamati a pagare la stessa cifra che pagano i cittadini del citato Centro Nord Italia che, economicamente, se la passano molto meglio.
Questa è la dimostrazione che l’attuale Governo Conte bis non ha nulla, ma proprio nulla di sinistra, perché sta penalizzando i 20 milioni di cittadini del Sud – con un reddito medio pro capite più basso rispetto ai cittadini del Centro Nord Italia – ai quali sta imponendo di pagare le stesse nuove tasse imposte ai citati cittadini del Centro Nord Italia che godono invece di un reddito pro capite più altro.
Il fatto che si tratti di microtasse non significa che i cittadini non pagheranno. Il peso di queste nuove tasse lo avvertiranno nell’economia generale della gestione familiare.
Volendo semplificare, il prossimo anno 4 miliardi di euro circa verranno tolti dalle tasche dei 20 milioni di cittadini meridionali per pagare le penalizzazioni che la solita Unione Europea dell’euro ha imposto all’Italia. I 20 milioni di cittadini meridionali – lo ribadiamo ancora una volta – pagheranno la stessa cifra dei cittadini del Centro Nord Italia che hanno un reddito pro capite più elevato.
Questo dimostra che il Governo Conte bis, oltre a non essere un Governo di sinistra è anche un Governo contro il Sud. Ed è un Governo antimeridionale sia perché con le nuove tasse penalizza il Sud, sia perché, nello schema di manovra – al di là delle chiacchiere del Ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano – non c’è nulla di concreto!
Questo significa che alle prossime elezioni – con riferimento alle elezioni regionali di Puglia e Calabria – pugliesi e calabresi hanno un motivo in più per non votare PD, Movimento 5 Stelle, Italia Vera di Renzi e Liberi e Uguali.
Chi votare, allora? Noi, ovviamente, siamo contrari alla Lega di Salvini, che con il Sud non ha nulla a che vedere e che, anzi, ha provato, quando era al Governo con i grillini, a fregare il Sud con la cosiddetta ‘Autonomia differenziata’ che altro non è che una forma di ‘Secessione dei ricchi’: ovvero le Regioni del Centro Nord che si tengono il cosiddetto ‘residuo fiscale’ ai danni del Sud.
Questo è il motivo per il quale noi invitiamo il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile a presentare le liste alle elezioni regionali di Puglia e Calabria: proprio per evitare che i voti che pugliesi e calabresi non daranno a PD, grillini e renziani vadano alla Lega di Salvini. Tesi, questa, che ieri il direttore de I Nuovi Vespri ha illustrato molto bene e che chi scrive condivide.
I lettori, a questo punto, diranno: questo articolo sta facendo un ragionamento sul Sud: perché allora invita tutti gli italiani a non votare più per PD, Movimento 5 Stelle, Italia Vera di Renzi e Liberi e Uguali? Perché è interesse di tutti gli italiani non votare più per queste quattro forze politiche che stanno solo facendo il gioco dei liberisti che controllano l’Unione Europea.
Proviamo a illustrare qualche esempio di politiche economiche liberiste che l’attuale Governo italiano sta imponendo al nostro Paese.
Ci sono dubbi sul fatto che l’Unione Europea sia entrata in recessione? L’Unione Europea, e non solo l’Italia è ormai in recessione.
In Italia c’è un aumento della disoccupazione. Ma la crisi sta colpendo anche la Germania, che in modo ottuso continua nella politica economica del pareggio di bilancio e la impone a tutta l’Europa.
Il risultato di queste politiche restrittive è rappresentato dalla stagnazione dell’economia.
Il contesto economico europeo è aggravato dai dazi doganali americani, che colpiranno in modo pesante le esportazioni di prodotti industriali tedeschi e francesi (e, in parte, anche l’agroalimentare italiano) e, soprattutto, dalla crisi lungo il confine con la Turchia, che costerà all’Europa una barca di soldi.
Sul confine turco, infatti, ci sono milioni di migranti che vorrebbero riversarsi nell’Europa orientale, a partire dalla Germania. Da alcuni anni l’Unione Europea che ipocritamente si straccia le vesti per i migranti che muoiono in mare paga la Turchia per tenere prigionieri almeno 4 milioni di migranti, impedendogli di arrivare in Europa.
La Germania vive con terrore questo problema. I tedeschi sanno, infatti, che se questi migranti riusciranno a scappare dai confini dove vengono tenuti prigionieri si riverseranno per lo più in Germania, gettando nel caos questo Paese. Da qui il fiume di denaro che ogni anno l’Unione Europea versa nelle ‘casse’ della Turchia di Erdogan.
Ebbene, siccome la tensione lungo il confine turco è cresciuta, ci vorranno più soldi per tenere imprigionati i milioni di migranti: e questo aggraverà le condizioni economiche della UE, che verrà chiamata a maggiori esborsi.
E’ noto a tutti che quando un’economia è in crisi servono investimenti pubblici per sostenere la stessa economia. Ma i soldi per effettuare questi investimenti pubblici li deve mettere lo Stato!
Il Governo Conte, invece, sta togliendo 12 miliardi di euro e forse di più dalle tasche dei cittadini per sostenere, così dice, l’economia italiana. Questo, sotto il profilo strettamente economico, è quanto di più demenziale si possa fare. I cittadini italiani, sapendo che dovranno pagare 12 miliardi di euro di nuove tasse, saranno costretti a risparmiare.
Risparmiare significa ridurre i consumi. Ciò significa che si ridurrà la domanda al consumo: cosa, questa, che alimenterà la recessione economica in una spirale perversa.
La manovra sulla riduzione del contante serve non a combattere l’evasione fiscale, ma a provare a spingere in avanti i consumi.
Come abbiamo più volte illustrato ai nostri lettori, in Italia le banconote e le monete rappresentano, sul totale della liquidità in circolazione, appena il 7 per cento, contro il 93 per cento di moneta elettronica creata dalle banche. Di conseguenza, contrariamente a quello che cercano di farci credere, con l’eliminazione del contante non si combatte l’evasione fiscale!
La lotta al contante serve, in primo luogo, a far guadagnare una barca di soldi alle banche: e questo è un ulteriore motivo per il quale gli italiani non debbono più votare PD, Movimento 5 Stelle, Italia Vera di Renzi e Liberi e Uguali: si tratta di forze politiche che non fanno gli interessi dei cittadini.
Quello che non raccontano è che, proprio con la lotta al contante, il Governo punta a spingere i cittadini a spendere di più per sostenere banche e Stato.
Chi invece vuole veramente contribuire a far cadere l’attuale Governo Conte bis deve, con il Natale che si approssima, limitare al minimo le spese, provando a conservare interamente la tredicesima: così facendo conserverà i soldi per pagare le nuove microtasse occulte senza indebitarsi e metterà in grande crisi l’attuale Governo Conte bis al quale, il prossimo gennaio, il mondo economico chiederà conto e ragione della crisi.
Ricordatevi: ridurre al minimo le spese, conservare le tredicesime e il Governo Conte bis non arriverà matematicamente alla fine di gennaio del prossimo anno.
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