In effetti, se proprio la dobbiamo dire tutta, è veramente singolare che il presidente della Regione siciliana, il catanese Nello Musumeci, non intervenga sul tentativo di scippare ai catanesi l’aeroporto di Catania per darlo ai privati. E catanese è anche l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone. Cosa c’è dietro questa storia? Chi è veramente Pietro Agen, che i grillini definiscono “un solo uomo al comando”?
“Ci auguriamo che la paventata privatizzazione dell’aeroporto di Catania non decolli. Servirebbe solo a tappare qualche falla nei conti di enti come la Camera di Commercio del Sud-est della Sicilia, mentre si perderebbe il controllo pubblico su un’importante infrastruttura pubblica e strategica. L’operazione presenta più ombre che luci, quindi il presidente della Regione venga in aula a spiegarci come stanno esattamente le cose”.
Ogni tanto i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle rispolverano il proprio passato e mettono da parte le miserie del presente:
“Vendere le azioni della Sac, che gestisce l’aeroporto di Catania – ricordano – avrebbe inevitabili ripercussioni sulla controllata Soaco, che gestisce lo scalo di Comiso. Al sistema aeroportuale di mezza Sicilia nessuno sta pensando”.
In realtà, chi ci sta pensando c’è: e, a quanto pare, lo conoscono anche i parlamentari grillini di Sala d’Ercole, che infatti scrivono:
“Un’operazione di tale portata non può essere decisa da un solo uomo al comando, cioè Pietro Agen, presidente della CamCom del Sud-est, che detiene la maggioranza delle quote azionarie, il 61,22 per cento, di Sac”.
Pietro Agen, già presidente della Camera di Commercio di Savona, poi presidente della Camera di Commercio di Catania, oggi, dopo l’accorpamento delle Camere di Commercio della Sicilia (accorpamento fatto per risparmiare e spacciato come ‘riforma’), al vertice della Camera di Commercio della Sicilia orientale, massone, è forse l’uomo più importante di questa partita.
“La partita – spiegano i deputati – la sta giocando proprio Agen dalla sua poltrona. Una sorta di dominus, la cui stessa elezione è avvenuta in maniera molto conflittuale e che sta per decidere il destino degli aeroporti della Sicilia orientale. Non ci sembra superfluo, allora chiederci: la Camera di Commercio può agire fuori dal perimetro delle competenze della Regione e dello Stato? Esageriamo forse nel sostenere che della capitalizzazione dell’aeroporto, ottenuta da un’infrastruttura pubblica e quindi con i soldi dei siciliani, beneficerebbe innanzitutto la Camera di Commercio? Ci chiediamo inoltre che vantaggio avrebbero enti come il Libero Consorzio di Siracusa, che detiene il 12,5% di Sac e ne ricava ogni anno 4 milioni di euro dai dividendi, a mettere sul mercato le proprie quote? E soprattutto: quali progetti di sviluppo infrastrutturale sono connessi a questa colossale privatizzazione e con quali vantaggi per la Sicilia orientale?”.
Domande legittime, quelle poste dai parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle. Alle quali dovrebbero rispondere il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. E’ un caso che sia Musumeci, sia Falcone siano entrambi originati della provincia di Catania?
“Gli annunci che abbiamo sentito finora – incalzano i grillini – ci sembrano solo fantasie: la ferrovia veloce Catania-Ragusa che la Camera di Commercio vorrebbe fare con 10 milioni di euro, con i quali forse non si realizza nemmeno una stazione. O ancora un centro congressi a Siracusa, scelta molto discutibile dal punto di vista degli operatori commerciali. Opere che valgono quanto il controllo pubblico sugli aeroporti? Non crediamo proprio”.
E al presidente della Regione si rivolgono a chiusura di comunicato i parlamentari grillini dell’Ars:
“La Regione, che detiene quote di Sac, che ruolo intende avere in tutto questo? Musumeci dia pubblicamente risposte a tutti questi interrogativi, intervenendo in aula”.
Contro la privatizzazione dell’aeroporto di Catania abbiamo già pubblicato un’intervista a Mario Di Mauro:
Foto tratta da la Voce dell’Isola