Lo diciamo con estrema chiarezza: le spiegazioni della Regione sui disastri provocati dalle piogge nella Sicilia orientale – che a noi in realtà sembrano giustificazioni – non ci convincono proprio. Ci convince, invece, il ragionamento del segretario generale del sindacato dei Forestali SIFUS CONFALI, Maurizio Grosso, che al Governo regionale dice cose di buon senso. Ricordiamoci che tutto nasce dai tagli alla Regione operati dal Governo Renzi
I danni prodotti nella Sicilia orientale dalle piogge? Fatalità. Disastri, ci spiegano in modo dotto i tecnici della Protezione civile della Regione siciliana, che accadono ogni duecento anni. Insomma, l’ultima inondazione, in Sicilia, risalirebbe agli anni successivi alla Costituzione del 1812…
Che dire? Meno male che ci salva la ‘cultura’: meno male che c’è la Protezione civile della Sicilia e il suo numero uno: l’ingegnere Calogero Foti, che si serve delle rilevazioni prodotte dal Servizio Rischio Idraulico e Idrogeologico.
Sul Giornale di Sicilia on line leggiamo la seguente precisazione dello stesso Foti:
“Le prime rilevazioni sulle piogge cadute nella Sicilia centro-sud orientale in questo fine settimana, ci dicono che si è trattata di una situazione eccezionale che in alcuni casi può verificarsi ogni duecento anni. La violenza delle precipitazioni con caratteristiche differenti nelle diverse zone geografiche dell’isola e la loro concentrazione in poco tempo, ha fatto il resto, causando notevoli danni in numerosi Comuni”.
Noi non la pensiamo come l’ingegnere Foti: e l’abbiamo anche scritto qualche giorno fa:
“Le piogge saranno anche intense. Ma gli incidenti sulle strade della Sicilia quando piove sono anche il frutto dell’abbandono delle stesse strade, dei mancati interventi di tutela dell’ambiente (nelle aree verdi e nei corsi d’acqua) e di un’agricoltura sempre più in crisi. Così quando piove certe strade della Sicilia si trasformano in trappole mortali”.
A pensare come noi non è chi sta dietro una scrivania, ma il sindacato dei Forestali della Sicilia SIFUS CONFALI che, con il suo segretario generale, Maurizio Grosso, scrive:
“Basta chiacchiere pro-tragedie, ci vogliono i fatti. Il Governo Musumeci
metta subito in sicurezza il territorio attraverso l’utilizzo in economia
diretta degli operai della Forestale e dei Consorzi. Invece di andare a visitare le zone alluvionate del sud-est siciliano, battendosi la mano sul petto, il Presidente della Regione, On. Musumeci, avrebbe fatto meglio ad andare a ricercare nei meandri del bilancio regionale, nei finanziamenti europei, in dure rivendicazioni contro il Governo nazionale le risorse economiche necessarie per mettere in sicurezza il territorio e ridurre al minimo quindi, i rischi di disastri e di conseguenza, vittime e lutti”.
“Quanto registratosi nel sud-est della Sicilia in questi ultimi giorni – scrive sempre Grosso – rappresenta, infatti, il drammatico epilogo che potrebbe verificarsi in qualsiasi parte della Sicilia a causa del dissesto idrogeologico con cui la nostra terra convive (270 Comuni su 390 sono a rischio dissesto idrogeologico) e delle ampie aree (zone rosse) che, all’aumentare delle precipitazioni meteorologiche, sono assoggettate ad evidente rischio alluvioni come emerge dalle indicazioni dello stesso piano regionale elaborato dal Governo”.
“Inoltre – prosegue la nota del segretario generale del SIFUS – migliaia sono
i morti a Casteldaccia, a Corleone e nell’Agrigentino? ) rappresenta la
ciliegina sulla torta di un territorio che assume sempre più le sembianze di
una bomba ad orologeria. La messa in sicurezza del territorio attraverso l’assestamento e il consolidamento idrogeologico dello stesso e soprattutto, la pulizia dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua, ecc, non è più rinviabile. Gli ‘interventi’ nel territorio che la classe politica blatera in occasione del verificarsi delle tragedie devono essere opere quotidiane di manutenzione straordinaria e poi ordinaria che vanno programmate e praticate, per realizzarsi in economia diretta (ciò consente l’abbattimento dei costi di circa il 40%), attraverso l’utilizzo, a tempo indeterminato, degli operai forestali e dei Consorzi di bonifica”.
“Facciamolo in onore e per rispetto di tutte le vittime causate dai disastri – conclude Grosso -. Intervenire con lavori di somma urgenza (‘ad muzzum’), come sempre in queste occasioni, risulterebbe uno spreco di denaro fine a se stesso”.
Avendo visto molte fotografia sugli allagamenti avvenuti nella Sicilia orientale poniamo alcune domande al Governo della Regione e alla Protezione civile.
Prima domanda: chi è che in Sicilia si occupa della prevenzione dei disastri ambientali?
La pulizia dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua è stata effettuata? Noi apprezziamo l’analisi storica dei vertici della Protezione civile della Regione, che ci hanno riportato ai tempi della Sicilia di Carlo Cottone, Principe di Castelnuovo (che, detto per inciso e senza offesa per nessuno, si occupava del territorio delle nostra Isola molto meglio del governanti odierni) Però noi che siamo un po’ terra terra ci chiediamo e chiediamo al Governo e alla Protezione civile della Sicilia – e siamo alla second domanda:
prima di guardare a quello che succedeva 200 anni fa i letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua della nostra Isola sono stati ripuliti?
Attenzione: non vi stiamo chiedendo se sono state effettuate opere di sistemazione idraulica e forestale: vi chiediamo, molto più prosaicamente, se è stata effettuata la banale pulizia di fiumi e corsi d’acqua!
Sapete perché ve lo chiediamo? Perché la scorsa estate, quando scoppiavano gli incendi, abbiamo scoperto che la metà dei viali parafuoco non era stata realizzata e che molti dei mezzi antincendio erano privi di manutenzione.
Se due più due fa ancora quattro, se ci sono state carenze nella prevenzione degli incendi è o no lecito pensare che ci possa essere una carente gestione di fiumi e corsi d’acqua?
Ricordiamo che se la pulizia non viene effettuata basta una pioggia intensa per fare esondare fiumi e corsi d’acqua: allagamenti che distruggono i fondi agricoli e possono anche causare danni alle persone.
Sappiamo benissimo che i problemi nascono nella passata legislatura, quando un’operazione mediatica punta a mettere in cattiva luce gli operai della Forestale siciliana per giustificare gli scippi finanziari alla Regione siciliana ad opera del Governo nazionale di centrosinistra.
Ora è il momento di fare emergere queste responsabilità. A causa dei tagli finanziari effettuati dal passato Governo nazionale la Sicilia ha subito e continua a subire danni gravissimi. Queste cosa – lo ribadiamo – vanno detto: e va sottolineato che prima il Governo nazionale di grillini e leghisti e ora l’attuale Governo nazionale di PD e leghisti hanno confermato i tagli effettuati dal Governo Renzi.
Foto di Confagricoltura Donna Sicilia
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