Dopo aver fatto chiudere milioni di piccoli negozi artigianali e stressato milioni di agricoltori, i signori della Grande distribuzione organizzata si presentano adesso come i protettori dell’agricoltura locale e, magari, dei prodotti certificati. Non gli date retta. Privilegiate il Km zero, i mercati contadini locali, i piccoli negozi artigianali e magari acquistate presso le aziende agricole!
Notiamo che si continua a insistere con la Grande distribuzione organizzata. Leggiamo di un convegno che avrà luogo a Catania il 24 ottobre. La musica è sempre la stessa: dall’agricoltore al consumatore, la Blockchain e bla bla bla. Tutte chiacchiere che servono solo a puntellare il sistema della Grande distribuzione organizzata già entrato in crisi.
Le cronache di questi giorni registrano vari punti di crisi: stipendi non pagati e anche licenziamenti. E lo scenario peggiorerà.
Ormai è tempo perso parlare alla vecchia politica della Sicilia: alcuni sono in buona fede, altri sono al servizio della Grande distribuzione organizzata: meglio evitarli in blocco tutti.
L’esempio, in Sicilia, di come non si gestisce il commercio di alimenti è rappresentato da Palermo, dove i Grandi centri commerciali sono stati dislocati alle fermate del Tram (o viceversa?). E dove si vede di tutto!
Se a Palermo si contano tutti i grandi Centri commerciali aperti, la considerazione che viene fuori è che i palermitani – e magari gli abitanti dei centri vicini non serviti da altri Centri commerciali – dovrebbero passare almeno la metà del proprio tempo in questi luoghi.
Ma noi ci vogliamo soffermare su un segmento del commercio di Palermo e, in generale, della Sicilia: l’agroalimentare.
Non è vero che la Grande distribuzione organizzata che opera nell’agroalimentare offre prodotti di qualità legati al territorio: non è vero che crea posti di lavoro. E’ vero, semmai, l’esatto contrario.
La Grande distribuzione organizzata nasce per fare arricchire chi la gestisce, non per servire i cittadini.
Nel settore agroalimentare la Grande distribuzione organizzata stressa fino all’inverosimile i fornitori, siano essi gli agricoltori locali o di altri Paesi.
Ricordatevi che la Grande distribuzione organizzata, proprio mentre noi stiamo scrivendo, ci sbatte in faccia prodotti che, rigor di logica, non possono avere nulla di italiano!
Tutte le buche per le lettere dei condomini sono pieni, ogni giorno, di pubblicità di questo o quel Centro commerciale agroalimentare con offerte e offertissime…
Noi non facciamo i nomi di questi Centri commerciali perché non ce n’è bisogno: sono tutti uguali!
Sotto i nostri occhi abbiamo una pubblicità che offre una bottiglia da un litro di “Olio extra vergine di oliva” a meno di 2 euro e 60 centesimi! Ma se lo scorso anno, al frantoio, un litro di olio extra vergine di oliva italiano non costava meno di 8 euro come cavolo fanno a venderlo a meno di 2 euro e 60 centesimi?
Poi c’è la passata di pomodoro in confezione di vetro: 700 grammi a meno di 0,60 euro. Lo sapete, vero, che la confezione in vetro costa di più della passata di pomodoro che non può essere fatta con pomodoro italiano? Ma nemmeno se il pomodoro è raccolto con i ‘caporali’ – considerando tutti i costi, dalla semina all’imbottigliamento e alla distribuzione – un confezione da 700 grammi di passata di pomodoro italiano può essere venduta a un prezzo così basso!
E della pasta di “grano duro italiano” a meno di 0,50 euro al Kg ne vogliamo parlare? La pasta prodotta con grano duro italiano – possibilmente grano duro del Sud Italia – non può costare meno di un euro e 30-un euro e 50 al Kg.
Sapete perché la Grande distribuzione organizzata dà vita a questi convegni? Perché sono in crisi. Nel caso dell’Italia, perché debbono fronteggiare la concorrenza di gruppi esteri che piombano nel nostro Paese con politiche di prezzi bassissimi per farli chiudere e prendere il loro posto.
La storia, in sintesi, è la seguente. La Grande distribuzione organizzata italiana ha fatto fallire milioni di piccoli negozi artigianali commerciali. Poi ha stressato gli agricoltori locali dicendogli: o il tuo prodotto me lo dai a questo prezzo, o me lo vado a prendere da un’altra parte, magari fuori dall’Italia.
Alcune aziende agricole si sono adeguate abbassando i costi a scapito della qualità dei prodotti, che è peggiorata. Altre aziende agricole hanno chiuso.
Poi sono intervenute due novità: il Km zero e l’arrivo della Grande distribuzione organizzata non italiana.
Il Km zero ha fatto capire a milioni di italiani – e il numero è in crescita – che il cibo, prodotti agricoli freschi e trasformati, vanno acquistati nei mercati locali, nei negozi artigianali di fiducia e magari presso le aziende agricole.
La Grande distribuzione organizzata straniera è piombata in Italia in parte per vendere prodotti del proprio Paese (solo a Palermo si contano 8 punti vendita dei tedeschi della Lidl: fate voi!) e, in parte, con politiche di vendita sempre più ‘aggressive’ – ovvero prezzi sempre più bassi – per conquistare spazi di mercato.
Lasciamo alla vostra fantasia la qualità dei prodotti che viene fuori da questa ‘guerra’: già l’olio d’oliva extra vergine a meno di 3 euro al litro e la passata di pomodoro – 700 grammi – a meno di 0,60 euro vi dovrebbero dire tutto!
Dopo avere messo in crisi il sistema dei piccoli negozi artigianali, dopo aver stressato gli agricoltori, i signori della Grande distribuzione organizzata si presentano con la vecchia politica politicante siciliana per parlarvi di agricoltura, Blockchain e altre invenzioni.
Lasciateli perdere. Fate la spesa, fin dove potete, presso i mercati contadini locali, presso i negozi artigianali o presso le aziende agricole.
Se proprio non potete fare a meno di entrare in un Centro commerciale, scartate quelli esteri e privilegiate quelli italiani. E all’interno del Centro commerciale scegliete, fin dov’è possibile, solo prodotti della vostra regione di appartenenza.
Poiché noi siamo del Sud, privilegiate i prodotti del Sud. Ricordatevi dell’iniziativa CompraSud!
Quanto alla pasta, acquistate solo quella artigianale locale e non quella industriale!
P.s.
Quanto a quelli che si prospettano prodotti certificati, non dategli retta: ricordatevi che non è importante quello che sta scritto nelle confezioni, ma quello che sta dentro le confezioni…
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