Non possiamo restare insensibili al grido di dolore che dal PD e dal Movimento 5 Stelle si leva verso di noi… Non possiamo abbandonare queste due inutili forze politiche agli italiani che non vogliono più votarli. Né è pensabile fare votare i sedicenni o chiudere tutti i vecchi negli ospizi prima del voto. Un modo alternativo c’è. Anzi, due alternative…
Il PD vuole fare votare i sedicenni. Beppe Grillo non vuole fare votare i vecchi. Proviamo a capire cosa ci sta dietro questi desideri e quale potrebbe essere la soluzione per accontentare piddini grillini.
I ‘capi’ del Partito Democratico pensano che i ragazzi di sedici anni, non conoscendoli, potrebbero anche votare per questo partito. Non sappiamo cosa glielo faccia pensare, ma lo pensano (non ci crederete ma anche nel PD pensano…).
Enrico Letta – quello che doveva stare sereno secondo Renzi – forse immagina che, con la scusa dell’Erasmus – la ‘delocalizzazione’ dei giovani studenti verso l’Europa a lavare i piatti – i dirigenti del PD potrebbero dire ai giovani:
“Visto che state partendo potete anche votarci, magari con una pietra al collo…”.
Beppe Grillo, invece, è più raffinato: ha capito che la sua creatura ha preso per i fondelli tutta l’Italia, ma quelli che hanno capito meglio degli altri quanto sono falsi i grillini sono i più saggi: cioè gli anziani. Così vorrebbe provarli del diritto di voto.
Entrambi i desideri a noi sembrano irrealizzabili. Però noi dobbiamo accontentare sia il PD, sia i grillini, perché lo ‘meritano’…
Come accontentarli? Due i possibili scenari.
Primo scenario: metodo “Prebiscito a Donnafugata”. E’ uno dei capitoli de Il Gattopardo, il celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Si racconta del voto per certificare la conquista della Sicilia da parte dei piemontesi. Nel romanzo l’autore usa la mano leggera. In realtà, il voto è stato truccato. Chi andava a votare, doveva votare sì, sennò si beccava le ritorsioni.
Siccome nessuno in Italia vuole più votare per il PD e per il Movimento 5 Stelle, ebbene, si potrebbe pensare a una riedizione in chiava PD-grillesca del ‘plebiscito’ pro-Savoia…
Se la cosa sembra un po’ troppo ‘vastasa’, beh, si può optare per il metodo elettorale del “Voto ricostruito”. Di che si tratta?
Le elezioni si svolgono normalmente, ma con presidenti di seggio ‘parlati’ e esperti in ‘ammuino’.
Lo spoglio delle schede deve durare almeno un mese. E’ importante che ne succedano di tutti i colori: verbali elettorali che scompaiono, schede che non si trovano, fogli di qua e di là e poi – appunto dopo un mese di ‘verifiche’, ricorrendo anche alla ricostruzione dei voti – si possono ottenere i risultati programmati.
E’ un metodo che si usa, di solito, quando chi vince – o meglio, chi ‘deve’ vincere – deve andare a gestire appalti milionari combinati: tipo aziende estere che hanno già venduto le automobili prima ancora che siano state realizzate le strade…
Vi sembriamo matti? Ragazzi, queste cose accadono, anche ripetutamente.
Del resto, non crediamo ci sia un altro modo per far vincere le elezioni al PD e al Movimento 5 Stelle…
Foto tratta da CISE – Luis Guido Carli
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