In un articolo sul ‘Giornale di Sicilia’ il presidente dell’AMAT, Michele Cimino, dice di voler recuperare i soldi di chi, a Palermo, non paga il biglietto di bus e Tram. Come il Governo Conte bis, anche Cimino sogna di trovare ancora soldi nelle tasche dei cittadini. Il servizio delirante dei bus smantellati per un fallimentare Tram che non si può smantellare perché deve giustificare altri lucrosi appalti ferroviari. Ma il TAR Sicilia che fa?
Sul Giornale di Sicilia on line leggiamo un interessante articolo sull’AMAT, l’Azienda controllata dal Comune di Palermo che dovrebbe occuparsi del trasporto delle persone. Il condizionale è d’obbligo perché un servizio – che non ha mai brillato – è diventato inefficiente, se non assente, da quando il Comune ha messo in moto il Tram. Infatti, per far funzionare il Tram – che è gestito dall’AMAT – sono stati ridotti i bus.
Non esageriamo quando scriviamo che, in alcuni casi, il servizio è assente. E infatti, il titolo del Giornale di Sicilia è eloquente:
“Palermo, mancano gli autisti degli autobus: saltano 30 corse al giorno”.
Quello che non si dice è il perché l’AMAT salta 30 corse al giorno: dire, infatti, che mancano gli autisti non basta: bisognerebbe spiegare il perché mancano gli autisti!
Il perché ve lo diciamo noi: gli autisti mancano perché l’AMAT non ha i soldi per pagarli! Tant’è vero che, qualche mese fa, era stato bandito il concorso subito bloccato per questioni burocratiche…
Risultato: disagi per i cittadini, tra ritardi e soppressioni di linee.
“Tra i casi più emblematici – scrive Il Giornale di Sicilia – c’è la linea 102 che da giorni non parte più al mattino dal capolinea Notarbartolo. Un disagio non indifferente per lavoratori e studenti”.
In compenso c’è il Tram, che gira vuoto per molte ore del giorno. E dove, quando arrivano i passeggeri, non tutti pagano il biglietto. L’ammette, sempre sul Giornale di Sicilia il presidente dell’AMAT, Michele Cimino, ex parlamentare ed ex assessore regionale di Forza Italia passato, armi e bagagli, con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Non vi stupite; ormai, al Comune di Palermo c’è un’unica ‘famiglia politica’: il sindaco Orlando, il PD, Forza Italia, i grillini, Salvatore ‘Totò’ Cardinale, i ‘residui bellici’ dell’ex Ministro Angelino Alfano, Rifondazione comunista e SEL (queste ultime due sigle fusa in Sinistra Comune) governano tutti insieme…
Dicevamo del presidente dell’AMAT Cimino che afferma:
“Il fabbisogno di cui in questo momento necessita AMAT è di 100 autisti. Sono due gli obiettivi da raggiungere per migliorare il servizio: il potenziamento delle corse e l’aumento dei controlli sullo sbigliettamento. Servono dunque autisti e controllori, queste le figure che richiediamo. Nel piano di rilancio un grande ruolo avrà la lotta all’evasione legata ai biglietti di autobus e tram, così da recuperare ulteriori risorse per i servizi. È un vero peccato. Abbiamo mezzi nuovi e moderni, appena arrivati e manca il personale”.
Insomma, dopo il Governo Conte bis che vuole imperniare la manovra 2020 sul recupero dell’evasione fiscale, ce n’è un altro – il presidente Cimino, agrigentino che di Palermo non sembra avere capito molto – che vorrebbe recuperare soldi dalle tasche di cittadini.
Intanto la realtà – quella che è sotto gli occhi di tutti – è che per far funzionare tre sgarrupate linee di Tram è stato ridotto il servizio dei bus. Con un Tram che costa oltre 10 milioni di euro all’anno. E si scopre pure – lo dice Cimino – che quei pochi utenti sono in parte ‘portoghesi’…
E il bello è che il Tram non si può fermare, perché deve giustificare le centinaia di milioni di appalti per realizzare altre tre linee di Tram che faranno guadagnare un sacco di soldi a chi le realizzerà (e a chi venderà – o ha già venduto? – le carrozze).
In tutto questo c’è un ricorso al TAR Sicilia sul procedimento amministrativo relativo allo stesso Tram: ma i giudici amministrativi prendono tempo…
Già, il TAR Sicilia…