Avvertimenti per il 2020. E’ in atto un’invasione di grano canadese: quindi non acquistate pasta industriale, ma solo artigianale. Attenti all’olio d’oliva extra vergine: nel 2020 non potrà costare meno di 8 euro al litro se acquistato al frantoio. Chiudete definitivamente il capitolo passata di pomodoro: portate sulle vostre tavole solo quella fatta in casa o acquistatela presso aziende o negozi artigianali. Ricordatevi che la Dieta Mediterranea è tale se fatta di prodotti genuini!
Abbiamo deciso di fare il punto della situazione su tre prodotti simbolo non soltanto dell’Italia (soprattutto del Sud Italia), ma anche della cosiddetta Dieta Mediterranea. Non siamo detentori di alcuna verità: ci limitiamo ad osservare la realtà e ad avvertire i nostri lettori su alcuni fatti oggettivi, che cadono ogni giorno sotto i nostri occhi: normalità sulla quale, magari, visto che si va sempre di fretta, non ci soffermiamo abbastanza.
Partiamo dalla pasta. In Italia ogni persona ne mangia, in media, 20-25 kg all’anno. Nel Sud Italia i ‘numeri’ crescono, se è vero che il consumo di pasta pro capite si attesta intorno a 30-35 Kg all’anno.
Il dato sul quale dobbiamo riflettere è che, in Italia, nell’ultimo anno, l’importazione di grano canadese è aumentata di sette volte, come ha ricordato la Coldiretti.
Ora, se questo grano canadese arriva – e ad un prezzo che è spesso superiore al prezzo del grano italiano – un motivo ci sarà. Pensate che le industrie che producono la pasta e i dolci acquistino questo grano per poi buttarlo? (per la cronaca, in Italia non si importa solo grano duro canadese per fare la pasta, ma anche grano tenero canadese varietà Manitoba utilizzato per lo più nell’industria dolciaria).
Per la pasta l’Unione Europea ci dice che, se mangiamo 5 Kg di pasta all’anno i contaminanti che sono presenti nel grano canadese (glifosato e micotossine DON) non fanno male alla nostra salute.
Domanda: perché se il Sud Italia può produrre grano duro a iosa, senza glifosato e senza micotossine DON, ci debbono fare mangiare i derivati del grano duro canadese che, invece, presenta tali contaminanti? Perché “ce lo chiede l’Europa”?
Tra l’altro, in Italia ogni persona, in generale, va ben oltre i 5 kg di pasta all’anno: ciò significa che l’Unione Europea ha stabilito che milioni di persone si possono intossicare!
Cosa possiamo fare per evitare tutto questo, visto che – come già ricordato – l’importazione in Italia di grano canadese è aumentata vertiginosamente? Semplice: non acquistare più pasta industriale. Cominciando a non acquistare – soprattutto – la pasta industriale, che ci dicono essere prodotta con grano duro italiano, che costa meno di un euro e 30 circa al Kg.
Ricordiamoci anche che il grano duro prodotto nel Centro Nord Italia è diverso dal grano duro prodotto nel Sud Italia. Quindi quando nelle etichette leggete “grano duro italiano”, sappiate che vi stanno dando un’informazione parziale: le etichette devono indicare il luogo di produzione del grano duro italiano: se l’indicazione precisa della Regione italiana di produzione del grano duro non c’è, ebbene, avete un altro buon motivo in più per non acquistare tale pacco di pasta!
In ogni caso, lo ribadiamo, basatevi, in primo luogo, sul prezzo: se la pasta di grano duro che vi presentano costa meno di un euro e 30 centesimi al Kg, cominciate a riflettere.
Detto questo, il migliore consiglio che vi possiamo dare è di acquistare la pasta artigianale prodotta con grano duro locale. Lo sappiamo: chi vive nel Nord Italia che deve fare? Quello che fa il nostro amico Domenico Iannantuoni, un pugliese che vive a Milano: la acquista sulla rete e se la fa spedire.
L’olio extra vergine di oliva, nel 2020, sarà una manna per chi gestisce questo mercato, un disastro per i consumatori disattenti.
Come abbiamo già scritto, nel mondo, nel 2020, si registrerà un calo della produzione di quasi 3 milioni di tonnellate di olio d’oliva. Ciò significa che il prezzo di questo prodotto, in generale, dovrà crescere.
Invece vi anticipiamo che non crescerà. Perché? Provate, con un po’ di fantasia, ad indovinare…
Anche in Italia la produzione di olio d’oliva 2020 (che significa la raccolta di olive di questo fine anno) non sarà eccezionale: non avremo il crollo della produzione dello scorso anno, ma il calo ci sarà comunque.
Guarda caso, la Tunisia registra una grande produzione. Tutto normale? Noi qualche dubbio lo nutriamo. E siccome – sempre guada caso – l’Unione Europea concede sempre agevolazioni all’olio d’oliva tunisino, noi ipotizziamo che nel 2020 avremo una nuova invasione di olio d’oliva tunisino.
E allora? E allora è semplicissimo. Ricordatevi che il 90% dell’olio extra vergine di oliva italiano è prodotto da Puglia, Calabria e Sicilia. E che, anche quest’anno, un litro di olio extra vergine italiano, a bocca di frantoio, non potrà costare meno di 8-10-12 euro a seconda delle zone.
Dubitate anche dei frantoio che vi vogliono vendere olio d’oliva extra vergine ad un prezzo inferiore a 8 euro.
Se siete abituati a prendere l’olio direttamente in frantoio, scegliete bene il frantoio: se il prezzo è basso non è escluso che vi stiano prendendo in giro.
Acquistate l’olio d’oliva extra vergine solo presso i frantoi di fiducia o presso le aziende agricole di fiducia.
E l’olio in bottiglia? Se un litro d’olio extra vergine di oliva, a bocca di frantoio, non può costare meno di 8 euro, in bottiglia non può che costare di più. Le bottiglie di olio d’oliva extra vergine “italiano” vendute a prezzi stracciati sono una contraddizione agronomica ed economica in termini.
Non acquistate bottiglie d’olio d’oliva extra vergine “italiano” a 6 euro, 5 euro, 4 euro, 3 euro e magari a un prezzo inferiore “offertissima”: ricordatevi che, per l’olio d’oliva extra vergine, le “offertissime” sono…
Il pomodoro, infine. Basta leggere i giornali: soprattutto nel Sud Italia c’è una lotta – giusta – al caporalato. Non si possono pagare 8-10 ore di lavoro sui campi, per la raccolta del pomodoro, a 20, a 15 e anche a 10 euro al giorno! Tutto giusto.
Il problema è che ci sono aree del mondo dove una giornata lavorativa, ad un operaio, viene pagata 5 euro al giorno e anche meno! E, ancora guarda caso, proprio da questi Paesi – Cina e Africa soprattutto – arrivano il pomodoro fresco e, soprattutto, la passata di pomodoro.
E’ chiaro che, in queste condizioni, l’Italia non può reggere il confronto con questi Paesi. In Italia il costo di una giornata lavorativa, per un operaio agricolo, si aggira intorno agli 80 euro. Ribadiamo: impossibile reggere il confronto.
Perché chi produce il pomodoro e la passata di pomodoro pagando gli operai a 5 euro al giorno è anche meno poi può vendere il pomodoro ad un prezzo stracciato. Questo – unitamente alla giusta lotta al caporalato – ‘ammazza’ i produttori di pomodoro italiani.
E allora? Il rimedio è semplice: in attesa che la politica affronti questo gravissimo problema economico e sociale (che non riguarda solo la coltura del pomodoro, ma buona parte dell’agricoltura: si pensi alla frutta e agli altri ortaggi che arrivano dall’Asia e dall’Africa a prezzi stracciati), non acquistate più passata di pomodoro nei centri commerciali.
Sappiate che un litro di passata di pomodoro italiano – con i costi di produzione a norma di legge – non può costare meno di un euro e mezzo circa.
Quando trovate la solita “offerta” di passata di pomodoro al prezzo inferiore a un euro – magari a 0,50 centesimi di euro – non acquistatela.
Questo spingerà il mercato interno a ad incrementare la produzione di pomodoro italiano. Bene: trovate dove potere acquistare il pomodoro nelle vostre zone e la salsa preparatela voi, come si faceva un tempo.
Al limite, trovate le piccole realtà artigianali e la salsa acquistatela lì: vi costerà un po’ di più, ma ne guadagnerete in salute.
Già, la salute. Non dimenticate che, se sappiamo molto sulle micotossine DON e sul grifosato presenti in certi grani esteri, nulla sappiamo di come viene coltivato il pomodoro nei Paesi esteri. Siccome i controlli non esistono, regolatevi di conseguenza: non acquistate più passata di pomodoro nei centri commerciali.
Ricordatevi che la Dieta Mediterranea è tale se i prodotti sono genuini e non pieni di sostanze contaminanti!
Foto tratta da Freepik
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