La denuncia, ancora una volta, arriva da Cosimo Gioia. La vecchia politica della nostra Isola non è in grado di difendere i siciliani. Questa e altre richieste potrebbero essere invece portate avanti dai siciliani che hanno aderito al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile. E’ arrivato il momento, per il Sud e la Sicilia, di chiedere equità
Nei primi anni ’80 del secolo passato la politica siciliana, una bella mattina, si accorse che i biglietti aerei, in Sicilia, costavano una barca di soldi. La responsabilità venne addebitata al fatto che non c’era concorrenza, perché a dettare legge c’era la compagnia di bandiera italiana. Oggi c’è la concorrenza tra le compagnie aeree, ma se un siciliano deve prendere l’aereo da un giorno all’altro, zact!, deve subire un ‘salasso’.
Su Facebook Cosimo Gioia, agricoltore, racconta:
“Un biglietto aereo andata e ritorno per Roma da Palermo 400 € e da Catania 530 €. Mi avevano invitato per una conferenza stampa col Senatore saverio De Bonis per parlare della situazione agricola siciliana vista dagli agricoltori e sul prezzo del grano duro fermo a 21 c.mi. Presenti tanti giornalisti. Naturalmente non me la sono sentita a quei prezzi. Un’occasione persa… Però alla Regione compriamo divise…. Incredibile… Per tutti i cittadini siciliani penalizzati!”.
Non è la prima volta che Gioia denuncia il caro biglietti aerei. Lo ha fatto lo scorso giugno, quando – sempre per un Palermo-Roma andata e ritorno – è stato costretto a spendere circa 500 euro.
La verità è che chi arriva in Sicilia capisce subito due cose.
La prima cosa è che nessuno ha la forza e forse la voglia, se non a parole, di difendere i siciliani.
La seconda cosa è che si può guadagnare sulla pelle dei siciliani.
Il caso della speculazione sul prezzo dei biglietti aerei è da manuale.
La Sicilia è un’isola. Pensare di raggiungere Roma o Milano in auto è una mezza follia. L’aereo è una necessità. E lo diventa ancora di più se una persona deve raggiungere il Centro Nord Italia in tempi strettissimi.
Ed è proprio su questo che giocano le compagnie aeree. In un anno, su oltre 5 milioni di abitanti, i siciliani che dovranno partire dalla Sicilia o raggiungere la Sicilia in tempi strettissimi sono tanti. E sono in aumento.
Perché in aumento? Perché tanti giovani siciliani, ogni anno, lasciano la Sicilia in cerca di fortuna. Tra questi ci sono di certo anche quelli che, per un motivo o per un altro, debbono rientrare di fretta. Anche loro, zact!, debbono pagare l’obolo.
E’ un grande affare, quello dei biglietti aerei da e per la Sicilia da reperire nel giro di qualche giorno.
Da anni si parla di continuità territoriale. Ma, appunto, se ne parla e basta. Al massimo, in Sicilia, queste due parole – continuità territoriale – servono a qualche politico per raggranellare qualche voto, non certo per cercare di metterla in atto.
Si può fare qualcosa? Sì, tanto per cominciare una bella protesta. Magari cercando solidarietà nel Sud. Questo potrebbe essere un tema da portare al congresso fondativo del Movimento 24 Agosto di Pino Aprile previsto il 13 ottobre a Cosenza. Dovrebbero essere i siciliani che hanno già aderito al Movimento 24 Agosto a porre la questione.
Foto tratta da Sant’Antioco
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