Mentre la Ministra renziana Teresa Bellanova e il PD vogliono a tutti i costi che il Parlamento italiano ratifichi il CETA (il trattato commerciale tra UE e Canada) scopriamo che, in Canada, le autorità addottrinano gli agricoltori sugli artifizi da utilizzate per aggirare i controlli – peraltro blandi – dell’Unione Europea sui prodotti che arrivano dallo stesso Canada. A cominciare dalle lenticchie che, nei Centri commerciali, sono in grande maggioranza canadesi!
Secondo voi i canadesi mangiano il proprio grano e le proprie lenticchie maturate con il glifosato? Ce lo chiediamo perché se da noi è ormai arrivato l’autunno, in Canada c’è già la neve. E con il freddo e l’umido, si sa, la maturazione naturale di cereali e legumi va a farsi benedire. E allora o si interviene con il glifosato, o… O niente nel senso che in Canada si interviene con il glifosato e basta. Tanto ci pensano gli europei a mangiare grano duro, grano tenero e lenticchie canadesi!
Oggi riprendiamo un interessante articolo pubblicato da da GIFT, Great, Italian, Food, Trade e lo integriamo con passi di articoli che abbiamo scritto. Per provare a capire, alla fine, che cosa arriva sulle nostre tavole tra pasta, pane, pizze, biscotti, merendine e via continuando.
“Non sussistono elementi per inficiare la legittimità sull’uso del glifosato”, ha di recente affermato la Corte di Giustizia UE. “Gli agricoltori europei – leggiamo su GIFT – possono dunque continuare a utilizzare l’agrotossico più venduto al mondo. Dopo il rinnovo quinquennale della sua autorizzazione, il 5.11.17, a cui hanno aderito anche il governo allora guidato da Paolo Gentiloni e i politicanti italiani al Parlamento europeo. Tutti a servizio di Big 4, i quattro monopolisti globali di pesticidi e sementi. Con un occhio di riguardo alla Corporation tedesca Bayer, che nel 2016 ha acquisito Monsanto”.
Già sappiamo che il glifosato non fa certo bene alla salute. E sappiamo anche che l‘Istituto Ramazzini ci dirà la verità su questo erbicida tra cinque anni. Non è difficile immaginare che notizie arriveranno tra cinque anni. Ma già l’Unione Europea dell’euro ha messo le mani avanti:
“La Commissione europea, a marzo 2019 – ricorda GIFT – ha annunciato l’intenzione di realizzare un nuovo piano di valutazione dei rischi relativi a tale molecola. In vista del possibile rinnovo della sua autorizzazione, che scadrà il 15.12.22, le attività avranno inizio entro dicembre 2019. L’EFSA, deputata all’analisi del rischio, ha già completato il riesame dei tenori massimi di glifosato. Sulla base dei dati forniti dagli Stati membri sui residui di glyphosate negli alimenti”.
Morale: con molta probabilità, l’uso del glifosato in Europa verrà rinnovato dall’Unione Europea prima che l’Istituto Ramazzini ci dirà come stanno le cose. Gli affari vengono prima della salute pubblica.
Tutto questo mentre l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il glifosato “come probabilmente cancerogeno”.
“Nel 2011 – ricorda GIFT – l’Unione Europea rigettò un carico navale di lenticchie, perché i limiti massimi di residui (LMR) di glyphosate superavano la soglia (0,1 ppm) allora stabilita dal legislatore comunitario. Le lobby di Big 4 reagirono con veemenza fino a ottenere, dopo una serrata trattativa, un innalzamento di circa 100 volte (10 ppm) dei limiti di residui ammessi sulle lenticchie. Avallati dall’EFSA (European Food Safety Authority) con proprio parere 13.1.12”.
Il 13 gennaio 2012, a seguito di una richiesta da parte di multinazionali del settore chimico e dopo una contrattazione,
la European Food Safety Authority (EFSA) innalzò i limiti a circa 10 PPM”.
“L’utilizzo di disseccanti sui legumi e i cereali – scrive sempre GIFT – risulta fondamentale, nei Paesi leader della produzione, a causa dell’inidoneità dei rispettivi climi. In Canada – primo produttore globale (40%) ed esportatore di lenticchie – come negli Stati più a nord degli USA, in Kazakistan, e nel Nord-Est della Cina, le condizioni climatiche riducono fortemente il ciclo produttivo. Ed è necessario anticipare la raccolta, per evitare perdite, mediante disseccamento con prodotti chimici. Così si eliminano le infestanti per facilitare la raccolta precoce e si livella in modo omogeneo la maturazione delle lenticchie, prima che le condizioni climatiche peggiorino ulteriormente”.
Del Canada sappiamo quasi tutto su grano e lenticchie.
Nell’estate dello scorso anno abbiamo appurato che i Centri commerciali di Palermo erano letteralmente invasi da lenticchie canadesi. Abbiamo fatto un giro in altre due province della Sicilia e abbiamo verificato una presenza massiccia di lenticchie canadesi.
Non abbiamo bisogno di ricordare che il grano canadese ha ormai invaso l’Italia: nell’ultimo anno, nel nostro Paese, l’importazione di grano canadese – come ha ricordato Coldiretti – è aumentata di sette volte!
E mentre la nostra Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, vorrebbe che il Parlamento italiano ratifichi il CETA – il trattato commerciale tra UE e Canada, sempre su GIFT lggiamo una notizia che ci dovrebbe fare riflettere:
“Lo Saskatchewan Pulse Growers, SPG, ente che rappresenta la quasi totalità (97%) dei produttori di legumi del Canada, fornisce ai propri associati precise indicazioni su come utilizzare i vari agrotossici. Consigliandone l’impiego, nei 3-14 giorni prima della raccolta, focalizzando l’attenzione non sulla sicurezza alimentare bensì su come sottrarsi a problemi di export nei vari Paesi di destino“.
In Canada, insomma, le autorità statali si organizzano per aiutare i propri agricoltori ad aggirare i controlli europei sul legumi al glifosato che arrivano dal Canada! Tutto questo avviene, scrive ancora GIFT, pur sapendo che “diversi agrotossici utilizzati sulle lenticchie canadesi – ampiamente distribuite in Italia, anche nei cesti natalizi, come abbiamo rilevato in apposita indagine di mercato nel 2018 – non sono autorizzati in Italia. Altri agrotossici non sono autorizzati sulle colture leguminose. Altri ancora riportano sulle schede tecniche intervalli di sicurezza più ampia rispetto a quelli raccomandati da SPG”.
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI GIFT
Foto tratta da Il Salvagente