Dopo il Vangelo secondo Soros, la Chiesa di Roma ci regala un’altra ‘perla’ di saggezza meta-teologica: il Crocifisso nelle scuole come antidoto contro la Lega di Salvini. Così la pensa l’Arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi. Non la difesa del Simbolo della religione e della cultura cristiana, ma un mezzo per fare ‘politica’…
Leggiamo sul quotidiano la Repubblica la seguente dichiarazione dell’Arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi:
“Togliere il crocifisso dalle aule delle nostre scuole darebbe solo manforte a Salvini. L’ex ministro dell’Interno, partendo da qui, farebbe una battaglia contro il governo che, oltre ad aumentare le tasse, lede anche la sensibilità di buona parte degli italiani”.
L’Arcivescovo Pennisi, a quanto pare, avrebbe pronunciato queste parole nel corso della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora.
Quindi, per Santa Madre Chiesa, il Crocifisso nelle scuole è un problema ‘politico’: e andrebbe mantenuto nelle classi non tanto perché è il Simbolo del Cristianesimo, ma per non dare ‘spago’ al leader della Lega, Matteo Salvini.
Vero è che, troppo spesso, notiamo una sinistra sovrapposizione tra il Vangelo secondo le scritture e il Vangelo secondo Soros: ma politicizzare il Crocifisso – scendendo addirittura al livello di un Governo che, evidentemente, trova prioritario togliere il Crocifisso dalle scuole rispetto ai tanti ragazzi che abbandonano la scuola dell’obbligo, rispetto al lavoro che non c’è, rispetto al Sud abbandonato e via continuando – è veramente incredibile!
Pensavamo che il deficit teologico che la Chiesa cattolica ha manifestato e manifesta nel passaggio da Papa Benedetto XVI a Papa Francesco non avesse avuto riverberi in quello che dovrebbe essere il cuore pulsante della stessa Chiesa: evidentemente ci siamo sbagliati. Non abbiamo calcolato il ritorno di un ‘neoguelfismo’ di serie B che non ci dà soltanto la misura della fragilità dell’uomo, ma anche il senso della decadenza.
Perché i cristiani debbono rinunciare ai propri simboli religiosi e culturali – e peraltro nella propria terra di origine dove questi simboli hanno avuto e hanno la propria culla – in nome del rispetto delle altre culture, laiche o religiose che siano?
In nome del rispetto nei confronti della altre religioni e delle altre culture noi dobbiamo mancare di rispetto alla nostra religione e alla nostra cultura? E allora in che cosa consiste il pluralismo culturale e religioso se noi, in modo camaleontico, ci annulliamo negli altri?
Foto tratta da TGcom24