Nel mondo, quest’anno, ci sarà un calo della produzione di olio d’oliva pari a quasi 3 milioni di tonnellate. Pessima l’annata in Sicilia. Dove non è improbabile un’invasione di olio d’oliva tunisino, proprio come avvenuto lo scorso anno. Perché diciamo questo? Perché, guarda caso, in Tunisia c’è una produzione record di olio d’oliva! I dati sulla produzione in Europa e nel mondo di ‘Teatro naturale’
Il primo a dirlo – contro ogni previsione – è stato Giovanni Cicciarella, agricoltore di Modica, che nei primi dello scorso giugno ha affermato che, in Sicilia, la produzione di olio d’oliva in Sicilia avrebbe subito una secca flessione quasi pari, grosso modo, alla bassa produzione dello scorso anno. Ora sono arrivate le stime ufficiali planetarie, che raccontano di un calo della produzione mondiale di olio d’oliva pari a quasi 3 milioni di tonnellate. Con la Sicilia che, nel suo piccolo, contribuisce a quest calo della produzione.
Ma la notizia più interessante, per quello che succederà nel mercato italiano – che è quello che ci interessa di più, perché ci tocca direttamente – è che, con molta probabilità, nel silenzio generale, in un quadro di totale assenza di controlli, il nostro Paese dovrebbe essere letteralmente invaso da olio d’oliva tunisino. Vediamo il perché.
Cominciamo col dire che queste previsioni le leggiamo in un articolo di Teatro naturale – Agricoltura – Alimentazione – Ambiente. Dove, per l’appunto, ci dicono che la produzione mondiale di olio d’oliva, come già ricordato, subirà una riduzione di 2,9 milioni di euro di tonnellate.
Di fatto, è un calo quasi identico a quello registrato nello scorso anno.
Il dato più eclatante è il calo produttivo della Spagna, che è il Paese al mondo maggiore produttore di olio d’oliva. Lo scorso anno gli iberici hanno registrato una produzione record, pari a circa 1,78 milioni di tonnellate. Quest’anno, per gli spagnoli, è arrivata la ‘scarica’, con la produzione che si attesterà intorno a 1,15 milioni di tonnellate di olio d’oliva.
Nessuna riduzione della produzione per il Portogallo, dove le produzioni si attestano intorno a 140 mila tonnellate.
La Grecia, lo scorso anno – come l’Italia – ha registrato una secca riduzione della produzione di olio d’oliva. Quest’anno la situazione è cambiata: c’è una netta ripresa i i greci dovrebbero produrre 280 mila tonnellate circa di olio d’oliva; di questi, 70-80 mila tonnellate dovrebbero essere prodotte a Creta.
Andiamo all’Italia. Dove le stime sono ancora un po’ improbabili, perché non possono essere esclusi attacchi tardivi della mosca dell’ulivo.
“La parte del leone, con la metà della produzione nazionale – leggiamo su Teatro naturale – la farà la Puglia dove si aspetta una campagna di carica soprattutto nel Barese, nella zona di Andria e nel Foggiano. Buone prospettive anche per Taranto e Brindisi. Meno per il basso Salento”.
Le previsioni ci sembrano in linea con la realtà, considerato che la Puglia è la prima Regione italiana per la produzione di olio d’oliva.
“In Calabria – leggiamo sempre su Teatro naturale – la situazione appare piuttosto frastagliata con scarsa produzione nel Reggino e a Gioia Tauro, mentre positiva appare a Lamezia e nel Catanzarese. Non si supereranno comunque le 40 mila tonnellate”.
Arriviamo alla Sicilia. Qui, oltre che affidarci alle previsioni di Teatro naturale, proveremo a dare ai lettori le informazioni in nostro possesso.
“Altra Regione spezzata a metà – scrive Teatro naturale – sarà la Sicilia, con la parte orientale, il Ragusano e l’Etna scarico, mentre appare una discreta e buona annata nella parte occidentale, in particolare Trapanese e Agrigentino che saranno determinanti per arrivare a una produzione di 35 mila tonnellate”.
Confermiamo l’annata non esaltante per l’olivicoltura da olio della provincia di Ragusa e per l’area dell’Etna, mentre abbiamo notizia contrastanti per il Trapanese e per l’Agrigentino. Ci sono agricoltori di queste due province che ci raccontano di una buona annata, mentre ce ne sono altri secondo i quali non sarebbe un’annata eccezionale.
Con molta probabilità, la verità sta nel mezzo: ci saranno aree di queste due province con buone rese e aree con rese minori.
E il resto della Sicilia? Stando alle informazioni che abbiamo raccolto, la produzione di olive, nel Palermitano, non dovrebbe essere eccezionale: anzi!
Quanto alle altre Regioni italiane, le previsioni di Teatro naturale sono le seguenti:
“Man mano che ci si sposta verso nord la situazione diviene più critica, con ampie aree prive di produzione. In particolare, difficoltà tutto il versante adriatico, ma anche sul Tirreno la situazione appare critica, anche in virtù dei recenti attacchi di mosca delle olive che stanno causando molti problemi. Scarsa la produzione, con una diminuzione del 50% o più, sia in Liguria sia sul Garda dopo la produzione record del 2018”.
La Tunisia – come accennato all’inizio – registra un record produttivo: circa 350 mila tonnellate di olio d’oliva.
Dunque, produzione scarsa in Italia e grande produzione in Tunisia. Secondo voi cosa succederà? Ve lo diciamo noi: grandi quantitativi di olio tunisino verranno importanti in Italia, un po’ come avvenuto lo scorso anno, quando la Sicilia – giusto per fare un nome – si è riempita di olio d’oliva tunisino.
Che fine farà l’olio d’oliva tunisino che, con molta probabilità, invaderà l’Italia? Lo scorso anno ci hanno detto che l’olio d’oliva che arriva dalla Tunisia viene esportato negli USA e in Asia. Sarà così?
Noi, quest’anno – per quasi tutto l’anno – nei Centri commerciali abbiamo visto con i nostri occhi fiumi di bottiglie di olio d’oliva addirittura ‘extra vergine’ vendute a meno di 3 euro! (e ve l’abbiamo raccontato in tanti articoli, a cominciare da questo).
Ora, se lo scorso anno – anno, come già ricordato caratterizzato da un calo della produzione – una bottiglia da un litro di olio d’oliva extra vergine italiano non poteva costare meno di 10-12 euro, come hanno fatto a vendere olio d’oliva ‘extra vergine italiano’ a meno di 3 euro? La risposta datevela voi…
Noi comunque torniamo a dare ai nostri lettori il solito consiglio: non acquistate olio d’oliva extra vergine nei Centri commerciali: soprattutto non acquistate bottiglie di olio d’oliva in ‘offerta’ a prezzi stracciati!
Ricordatevi che quest’anno un litro di olio d’oliva extra vergine italiano non potrà costare meno di 8-10-12 euro (il prezzo cambia a seconda delle aree). Questa regola vale per le tre Regioni del Sud dove si concentra il 90% della produzione di olio d’oliva extra vergine italiano. E vale anche – anzi soprattutto – per le Regioni del Centro e Nord Italia dove il calo della produzione deve per forza di cosa far alzare i prezzi.
P.s.
Qualcuno – si tratta di persone molto ‘intelligenti’ – ci accusa di razzismo. Spiegando che l’olio d’oliva prodotto in Tunisia sarebbe buonissimo.
Bene: se è così perché non si sa nulla dell’enorme quantità di olio d’oliva tunisino arrivato lo scorso anno in Sicilia e in Italia? Perché l’olio d’oliva tunisino non viene venduto con il marchio “Olio d’oliva tunisino”? Forse perché gli cambiano i connotati?
Ancora: perché non ci dicono come viene prodotto l’olio d’oliva in Tunisia? Che pesticidi utilizzano? Quando – come quest’anno – ci sono problemi con gli insetti dannosi, non è difficile fermarli: basta andare pesante con i pesticidi. Il problema è che quando si calca la mano con i pesticidi, è noto, le olive si salvano, la produzione di olio è massima, ma lo stesso olio d’oliva risulta pieno di veleni. O no?
Noi chiediamo soltanto: come viene prodotto l’olio d’oliva in Tunisia? Che pesticidi utilizzano? Come li utilizzano?
Ancora: quando arrivano i carichi di olio d’oliva tunisino vengono effettuate le analisi?
Dimenticavamo: ancora un ringraziamento all’Unione Europea dell’euro che consente l’invasione di olio d’oliva tunisino a dazio zero!
Foto tratta da Shpock
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI TEATRO NATURALE
I misteri dell’olio d’oliva tunisino che arriva in Sicilia: va tutto negli USA e in Asia. Possibile?
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