Da domani Palermo sommersa dai rifiuti. Mandare a casa il sindaco Leoluca Orlando e la sua Giunta no?

29 settembre 2019

Fino ad oggi a Palermo i rifiuti sono rimasti in strada per più giorni. Da domani rimarranno in strada non si sa per quanti giorni, perché non si sa più dove metterli, visto che, non senza buone ragioni, dalle altre parti della Sicilia non li vogliono. Domani vertice in Prefettura. A nostro avviso è arrivato il momento di mandare a casa un’amministrazione comunale di inadeguati. Perché il commissariamento del Comune è l’unica soluzione possibile. La dichiarazione di Vincenzo Figuccia  

Così nella gestione dei rifiuti urbani di Palermo siamo arrivati alla resa dei conti. L’emergenza, esplosa nel dicembre del 2017, è stata rinviata di oltre un anno e mezzo nella convinzione, del tutto errata, che qualcuno avrebbe risolto i problemi provocati da un’amministrazione comunale inadeguata. Da domani, a quanto pare, l’immondizia resterà per le strade. Non è una novità: a Palermo è così da oltre un anno. La novità è che la monnezza rischia di restare per le strade cittadine non per tre-quattro giorni, ma chissà per quanto tempo!

Quello che succede l’abbiamo già scritto più volte: la discarica di Bellolampo è satura e le discariche di altri Comuni siciliani si rifiutano di prendere i rifiuti di Palermo. Motivazione: contengono una frazione umida più elevata rispetto a quanto prevede la legge.

Ciò significa che l’impianto per il Trattamento meccanico biologico dei rifiuti di Palermo – che, per inciso, è costato 24 milioni di euro! – funziona male!

Ricordiamo che, dal 2013, dopo un decennale ritardo, i Comuni siciliani si sono adeguati alla normativa nazionale: i rifiuti possono essere interrati solo se contengono una bassa percentuale di frazione umida.

Mentre i rifiuti lavorati dall’impianto per il Trattamento meccanico biologico di Palermo – che si trova nella discarica di Bellolampo – contengono una percentuale di frazione umida superiore ai limiti di legge.

Qualcuno dovrebbe cominciare a interrogarsi – e possibilmente a indagare – sul perché un impianto per il Trattamento meccanico biologico dei rifiuti, costato, lo ribadiamo, 24 milioni di euro non elimina la frazione umida come dovrebbe.

Non solo. Anche se l’impianto di Palermo dovesse cominciare a funzionare bene, a che titolo le discariche di altri Comuni della Sicilia si dovrebbero prendere i rifiuti di Palermo?

Palermo, in materia di gestione dei rifiuti, è una città allo sbando: la raccolta differenziata non è mai decollata, la città è sporchissima, i rifiuti ristagnano per giorni e giorni, qua e là spuntano discariche a cielo aperto frutto, certo, della cattiva educazione, ma anche della disorganizzazione di un Comune che sulle isole ecologiche, e non da ora, ha fatto tanta, troppa confusione.

Palermo non ha un progetto per affrontare l’emergenza rifiuti. Si sa che la discarica di Bellolampo è satura. Ma il Comune non sa cosa fare. Continuare a riempire di rifiuti Bellolampo con nuove vasche è impossibile; il tutto mentre la raccolta differenziata è a livelli risibili.

In questo momento nel piazzate della discarica di Bellolampo ci sono 30 mila tonnellate di rifiuti che dovrebbero già essere stati interrati, ma che nessuno vuole. Così, da domani, non si sa che fine faranno i rifiuti della città.

In questo scenario – nella testa degli amministratori comunali di Palermo – gli altri Comuni della Sicilia dovrebbero fare a turno per ricevere, a vita, i rifiuti di Palermo da sotterrare: da sotterrare anche se la frazione umida è maggiore dei limiti fissati dalla legge!

Peccato che, a parte Palermo, Catania e Siracusa – dove la raccolta differenziata stenta a decollare (era così anche a Messina, anche se il nuovo sindaco, Cateno De Luca, sembra sia intenzionato ad accelerare sulla differenziata) – in quasi tutti gli altri Comuni della Sicilia, dove più, dove meno, si lavora per portare la raccolta differenziata ai massimi livelli e per chiudere le discariche.

Secondo voi è normale che gli altri Comuni siciliani debbano caricarsi la monnezza di Palermo chissà per quanti anni, lasciando per giunta aperte le discariche? A noi questa pretesa sembra totalmente sbagliata e da respingere.

Non per ripeterci, ma l’emergenza rifiuti che sta esplodendo a Palermo non è nuova: è esplosa nel dicembre del 2017, ma non glien’è fregato niente a nessuno!

E’ stata rinviata perché il Comune di Palermo, tramite la RAP (l’azienda comunale che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti e della gestione della discarica) ha continuato a riempire l’ultima vasca di Bellolampo grazie all’innalzamento delle sponde della stessa vasca.

Ora la discarica di Bellolampo è piena e il Comune di Palermo bussa alle porte di altre discariche della Sicilia. Ma trova le porte chiuse.

C’è la soluzione? Sì. E siamo certi che se ne parlerà nella riunione che – come leggiamo in un articolo del quotidiano La Repubblica – è stata convocata domani dal Prefetto di Palermo, Antonella De Miro.

Non abbiamo capito il perché, a tale riunione, è stato convocato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

Ricordiamo, ancora una volta, che in materia di rifiuti urbani la competenza è dei Comuni e non della Regione!

E poi che dovrebbe fare il presidente della Regione? Un atto amministrativo per costringere i titolari delle altre discariche della Sicilia a prendersi i rifiuti di Palermo, peraltro non a norma? E a che titolo dovrebbe fare una cosa del genere?

La soluzione, dicevamo, c’è: ed è la soluzione già da tempo adottata in nel Lazio, in Campania, in Puglia e in Calabria: trasportare i rifiuti fuori: nel caso della Sicilia, o in altre Regioni italiane o all’estero.

Ci saranno dei costi? Secondo noi meno di quanto è stato speso fino ad oggi per raccogliere (peraltro in modo confuso e in ritardo) i rifiuti dalla città, portarli a Bellolampo per il Trattamento meccanico biologico per poi caricarli di nuovo sui camion, portarli in altre discariche della Sicilia che li rifiutano e li rimandano a Palermo.

Della serie un grande, costoso e inquinante casino!

La Corte dei Conti sta seguendo questa vicenda assurda? Sono stati calcolati i soldi spesi per questa manfrina?

La soluzione da noi prospettata – il trasferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia – presuppone, però, il commissariamento del Comune di Palermo: Orlando e coloro i quali si accompagnano a lui non sono più in grado di gestire questo problema diventato enorme per l’inadeguatezza del Comune.

Non è pensabile, infatti, mantenere in piedi tutto l’apparato – RAP, altre società comunali, lavori affidati a soggetti esterni e via continuando – che pesa sui conti comunali.

Questo apparato va smantellato, cominciando a liberare il Comune di Palermo da tutti questi appesantimenti clientelari. Cosa, questa, che non può essere fatta dalla politica: serve un commissario che non guardi in faccia nessuno e avvii il trasporto dei rifiuti con gli oltre 120 milioni di TARI all’anno pagata dai palermitani, senza ulteriori aggravi di costi.

Sulla vicenda Bellolampo interviene il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia, leader del Movimento cambiamo la Sicilia:

“La notizia di oggi – dice Figuccia – circa la negazione del conferimento dei rifiuti presso la discarica di Motta, che avrebbe dovuto ammassare i rifiuti accatastati di Bellolampo trattati dal Tmb, a causa della percentuale di organico superiore al 15% segnalata dai gestori, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme per la città di Palermo”.

“Le responsabilità del disastro che vivono ad oggi sulla propria pelle i palermitani sono ascrivibili all’Amministrazione comunale, incapace di gestire l’emergenza. Invece di puntare il dito contro i fantomatici nemici complottisti il Sindaco Orlando e l’assessore Catania dovrebbero farsi un esame di coscienza. Negli anni, infatti, la mancata organizzazione della RAP municipalizzata del Comune che si occupa di rifiuti – continua Figuccia – non ha saputo normalizzare il sistema, rendendo quest’ultimo in un perenne stato di crisi”.

In effetti il sindaco Orlando e l’assessore comunale Giusto Catania dovrebbero smetterla di parlare di “disegno perverso contro il sistema pubblico”.

Orlando e Catania dovrebbero illustrare cos’è stato dal dicembre 2017 ad oggi. E magari chiarire il perché i rifiuti trattati con il Tmb di Bellolampo, come dice giustamente Figuccia, contengono una percentuale in più di frazione umida.

Ma soprattutto dovrebbero spiegare il perché gli altri Comuni siciliani si dovrebbero caricare la monnezza di Palermo…

Foto tratta da Il Gazzettino di Sicilia 

 

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