Sono le filiali di Ragusa, Siracusa, Palermo, Messina e Terrasini. Durissimo il leader storico della FABI siciliana, Carmelo Raffa, che dice di aspettare il segnale del segretario nazionale dell’organizzazione sindacale, Lando Maria Sileoni, per dare il via a un’eclatante protesta dei ‘gilet azzurri’. La nostra proposta per fare ‘ragionare’ i ‘capi’ delle banche del Centro Nord Italia imposte alla Sicilia dalla Banca d’Italia…
Perché i cittadini siciliani continuano a tenere i propri risparmi nelle banche non siciliane? La domanda è legittima, perché questi signori del Centro Nord Italia, imposti al Sud dalla Banca d’Italia – in assoluto una delle istituzioni più antimeridionali della storia della Repubblica italiana – continuano a trattare la Sicilia come una colonia: poco personale, pochissime assunzioni, molti licenziamenti e chiusura continua delle filiali. L’ultima chiusura delle filiali la denuncia la FABI siciliana, l’organizzazione sindacale con il maggior numero di iscritti e una delle poche che difende la nostra Isola.
“Se sul tavolo di contrattazione ABI si chiede chiarezza e non tatticismi o inutili perdite di tempo, come fulmine a ciel sereno si abbattono sulla Sicilia alcune possibili ricadute pesanti”, scrive il leader storico della FABI siciliana, Carmelo Raffa (nella foto a sinistra). Tra questa “ricadute pesanti” c’è “il nuovo piano industriale voluto dagli attuali vertici della Carige” che, a quanto pare, prevede la chiusura di cinque filiali importanti. Cosa, questa, che, per Raffa, “rappresenta ancora una volta la volontà ferma dei banchieri di desertificare i nostri territori”.
“Non possiamo stare a fare da spettatori a questo scempio che stanno operando i poteri forti del Paese – aggiunge Raffa -. Carige a fine anni ’90 è arrivata in Sicilia, acquisendo in particolare sportelli ex Sicilcassa affermando ai lavoratori e ai clienti di fare ciò anche nell’interesse della Sicilia. Ed ora traspare che la volontà dei capoccia è quella di chiudere anche le uniche filiali di Ragusa e Siracusa e altri tre filiali a Palermo, Messina e Terrasini causando enormi difficoltà alla clientela e ai lavoratori che sarebbero costretti a una mobilità selvaggia”.
“Noi – sottolinea il leader della FABI siciliana – diciamo un chiaro ‘no’ e aggiungiamo che è arrivato il momento di mettere fine alla desertificazione bancaria della nostra Isola. Domani a Catania si terrà un’assemblea del personale Carige per valutare la grave situazione sindacale aziendale. Nei prossimi giorni si aprirà un fronte di protesta non solo in Carige, ma in tante realtà del mondo bancario siciliano”.
A questo punto l’annuncio di una protesta dura:
“Chiediamo un minimo di rispetto nei confronti dei clienti e dei lavoratori e siamo pronti alla lotta. Non vediamo l’ora d’indossare i gilet azzurri per arrivare a Parigi o a Bruxelles e aspettiamo per fare ciò il fischio di Grande Leader della FABI Lando Maria Sileoni“.
Sileoni, per la cronaca, è il segretario nazionale della FABI.
P.s.
E se si invitassero i cittadini siciliani a chiudere i conti correnti nelle banche del Centro Nord Italia che chiudono le filiali della nostra Isola?
Foto tratta da La Sicilia
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