Succede a Catania. Immaginiamo la faccia dei passanti che hanno visto volare 3 mila euro dal finestrino di un’automobile: non sono scene che capitano tutti i giorni. La magistratura catanese e la Guardia di Finanza hanno ‘beccato’ i tre dipendenti dell’ANAS mentre si spartivano circa 3 mila euro a testa. Prezzi modici all’ombra dell’Etna
Lo sappiamo: siamo un po’ irriverenti, ma a noi ‘sta storia delle tangenti ANAS da 3 mila euro cadauno fa un po’ sorridere. Per non parlare del dipendente che, appena saputo che era stato ‘sgamato’, getta dal finestrino dell’automobile 3 mila euro! Provate a immaginare la gioia dei passanti che si vedono piovere addosso questi soldi: manna arrivata dal cielo!
Vabbé, si sa, bisogna essere seri: sempre tangenti sono. Piccole, magari anche sincere, con biglietti da 100 euro, 50 e magari 20 euro ma, come si dice dalle nostre parti, sempri picciuli sunnu, no?
Ma andiamo ai fatti. Noi la notizia la leggiamo e la commentiamo sul quotidiano La Sicilia. La storia catanese è: e siamo certi che, su questo giornale, la cronaca dei fatti sarà la più completa. In effetti la potete anche leggere: ci sono nomi, cognomi e puntuale descrizione dei fatti.
Sarà un nostro pallino, e giuriamo che la nostra non è mania di grandezza: ma noi quando pensiamo alle tangenti, pensiamo a cose maestose: non diciamo versamenti di milioni di euro con pagamenti estero su estero, ma almeno un po’ di estro, un pizzico di brio, qualche ‘pennellata’ di grandezza: invece, niente di tutto questo: solo tre dipendenti dell’ANAS che si chiudono a chiave in una stanzetta per dividersi – supponiamo con la liccuniata del dito indice per contare meglio le banconote – 10 mila euro: 3 mila e 300 tu, 3 mila e 300 lui, 3 mila e 700 il terzo.
Ragazzi, se il mondo delle tangenti è questo, beh, i tangentisti sono messi veramente male!
Su La Sicilia leggiamo che si sono fatti prendere pure in “flagranza di reato”.
Con questo non vogliamo sminuire l’operato della magistratura di Catania e della Guardia di Finanza: hanno fatto un ottimo lavoro.
Però non possiamo non notare che quanto succede è anche il segno di una dilagante miseria morale ed economica.
Perché prendevano ‘sti soldi, poi? Perché in cambio certificavano stati di avanzamento dei lavori. “Controlli soft”, titola La Sicilia. Della serie: i lavori erano fermi e gli euro si muovevano…
E poi noi ci chiediamo: ma com’è possibile che i lavori stradali non finiscono mai?
Non abbiamo capito il senso della dichiarazione del presidente della regione siciliana, Nello Musumeci:
“Ripeto quello che ho detto per mesi e vorrò ribadirlo, alla prima occasione, anche al presidente Conte (supponiamo sia il capo del Governo Giuseppe Conte ndr). Per la Sicilia le infrastrutture statali (cioè tutte le arterie principali) sono un problema. E l’ANAS non è stata la soluzione. Prendiamone atto e cerchiamo di lavorare insieme. Le responsabilità penali sono personali, per carità. Ma se il ‘sistema’ non va o, peggio, se dovesse avere riferimenti anche nell’amministrazione regionale è bene reagire. Chi ruba risorse pubbliche ruba il futuro dei nostri figli”.
Che significa “se dovesse avere riferimenti anche nell’amministrazione regionale”? Ci siamo persi qualcosa?
Foto tratta da newnotizie.it
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