Mario Pagliaro, chimico, ricercatore del CNR, appassionato di climatologia, avverte gli agricoltori siciliani che producono grano duro: a Natale e nella prossima primavera il prezzo del grano duro sarà aumentato. Quindi non conviene vendere adesso: stoccatelo e vendetelo tra alcuni mesi. Segnaliamo che, da luglio ad oggi, Pagliaro non ha sbagliato una previsione sul prezzo del grano duro
Grano duro del Sud Italia: quello che non stanno facendo i Governi italiani lo sta facendo il mercato internazionale, che risente della riduzione della produzione a causa di avverse condizioni climatiche. Di conseguenza – nonostante le speculazioni al ribasso organizzate all’interno del mercato italiano per favorire le industrie a scapito dei produttori di grano duro del Sud Italia – al diminuire dell’offerta il prezzo aumenta.
Lo conferma un post di Mario Pagliaro, chimico, appassionato di
“Paura fra le aziende e le società di intermediazione finanziarie acquirenti del #grano – scrive Pagliaro -: in #Italia raggiunti il 19 Settembre (cioè ieri) i 260 euro per tonnellata (26 euro al quintale)”.
Pagliaro si sofferma sulle informazioni #meteoclimatiche, pressoché tutte errate” e sulle ‘informazioni’ e le previsioni degli ‘osservatori’:
“Agli agricoltori – scrive – è stato così fatto credere che seminare e coltivare il grano era e sarà un’attività #antieconomica, in vista di un #surplus inesistente. Avevamo dunque ragione a prevedere un #rally (forte aumento) dei prezzi che – confermiamo – è ben lungi dall’essersi concluso”.
In effetti Pagliaro ha ragione su tutta la linea. Ad apertura della campagna granicola – cioè lo scorso giugno – il prezzo del grano duro del Sud oscillava tra i 18 e i 20 euro al quintale.
Nei primi di luglio, in totale solitudine, forte della conoscenza dell’andamento del clima nel Pianeta, Mario Pagliaro scriveva:
E, in effetti, anche se lentamente, il prezzo del grano duro del Sud Italia è iniziato a salire.
Oggi Pagliaro torna ancora sull’argomento, citando i dati ufficiali tratti da un articolo di AgroNotizie. E i ‘numeri’ segnalano un aumento del prezzo in tutti il Sud Italia:
nella piazza di Bari il prezzo del grano duro supera, anche se di poco, i 26 euro al quintale;
idem nella piazza di Matera;
lo stesso nella piazza di Foggia (che, per la cronaca, è il più importante mercato del grano duro italiano), dove il prezzo del grano duro oscilla tra i 25,5 e i 26 euro al quintale;
nella piazza di Napoli il prezzo di un quintale di grano duro sfiora i 28 euro
chiudono le piazza di Campobasso e della Sicilia dove il prezzo si attesta intorno ai 24 euro al quintale (il prezzo basso del grano duro della Sicilia si spiega con vari motivi: sia perché una parte del grano duro siciliano viene esportata in Nord Africa (per il cus cus il Nord Africa non vuole grano canadese, ma grano duro siciliano e pugliese), sia perché la Sicilia è ‘invasa’ da grano duro estero, canadese in testa: cosa, questa che impedisce al prezzo di salire agli stessi ritmi del resto del Sud.
A questo punto Pagliaro – che, lo ribadiamo, fino ad oggi non ha sbagliato una virgola – dà un consiglio agli agricoltori siciliani che coltivano il grano duro:
“A #Natale e in #Primavera, i prezzi toccheranno vertici che nessuno ricordava. Fate come fece il grande #Talete con l’olio di #Mileto insegnando l’economia ai presunti ‘esperti’ di vita pratica della #Grecia: Conservate il #grano per rivenderlo a prezzi molto più alti”.
Consiglio esatto: il grano si può stoccare e rivenderlo toccherà “vertici che nessuno ricordava”.
Infine un consiglio di qualità:
“#Seminate il grano antico siciliano per la prossima stagione, liberandovi per #sempre dei semi modificati geneticamente dagli ‘scienziati’ con i raggi #gamma”.
Foto del grano tratta da TeatroNaturale.it
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