La denuncia della FABI: le banche abbandonano il Sud e la Sicilia. Rischio usura

11 settembre 2019

Dopo Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare anche il Monte dei Paschi di Siena riduce la presenza dei propri sportelli nel Sud. La Regione più penalizzata è la Sicilia: infatti, su 22 sportelli che la banca toscana di accinge a sbaraccare, ben 20 si trovano nell’Isola. Dopo la ‘colonizzazione’ delle banche del Sud d opera delle banche del Centro Nord, adesso arriva l’abbandono del Sud da parte delle stesse. Con il rischio, denuncia Carmelo Raffa, di consegnare il Mezzogiorno agli usurai

L’allarme lo lancia la FABI, il sindacato più rappresentativo dei lavoratori del settore bancario: le banche abbandonano il Sud e la Sicilia.

“Continua la fuga degli Istituti di credito dalle piccole città del Meridione – scrive in un comunicato la FABI -. Dopo Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare questa volta la decisione è scaturita dal Monte dei Paschi di Siena che nel mese di ottobre ha sancito la chiusura di 22 filiali delle quali ben 20 sono attualmente ubicate nel Sud e in Sicilia”.

Da anni Raffa denuncia l’atteggiamento delle grandi banche, che tendono a chiudere sportelli nel Sud, assicurando ai cittadini del Meridione d’Italia servizi sempre più scadenti. E se ci sono nuove assunzioni – in verità poco – sono quasi sempre concentrate nel Centro Nord Italia.

Scrive Carmelo Raffa, storico coordinatore della FABI in Sicilia:

“La nostra terra perderà le filiali MPS nei seguenti centri:
• San Cataldo
• ACI Bonaccorsi
• Valguarnera
• San Giovanni Gemini
• Sommatino
• Ficarazzi
• Tortorici
– Gela Ag. 2″.

Raffa illustra quello che succederà nelle filiali siciliane del Monte dei Paschi di Siena. In pratica – questa la scelta della banca – verranno chiusi gli sportelli dei piccolo centri per concentrare il lavoro nelle città e, in generale, nei centri di più grandi.

Ecco di seguito lo schema delle chiusura e dei contestuali accorpamenti:

• La clientela delle agenzie che verranno chiuse sarà dirottata come segue:
• La Filiale MPS di Caltanissetta si farà carico dei clienti di San Cataldo;
• La Filiale di San Gregorio di Catania Ag. 1 si farà carico dei clienti di ACI Bonaccorsi;
• La Filiale di Piazza Armerina 1 si farà carico dei clienti di Valguarnera;
• La Filiale di Mussomeli si farà carico della clientela di San Giovanni Gemini;
• La Filiale di Riesi si farà carico della clientela di Sommatino;
• La Filiale Palermo Ag. 4 si farà carico della clientela di Ficarazzi;
• La Filiale di Rocca di Caprileone si farà carico della clientela di Tortorici;
• La Filiale di Gela si farà carico della Filiale di Gela Ag. 2. Come Fabi Sicilia”.

“Ancora una volta – sottolinea Raffa – constatiamo che gli Istituti di Credito perseverano nella determinazione di chiudere i propri punti nei piccoli centri. Ciò appare assurdo e irrispettoso nei confronti di tante persone che vengono private di un servizio che negli anni passati veniva definito di ‘pubblica utilità’. Le Banche stanno dimostrando di fregarsene dei bisogni della gente e non hanno neanche ascoltato il grido delle Istituzioni lanciato pochi mesi fa dall’ANCI Sicilia. Abbiamo spesso affermato che l’assenza di sportelli bancari determina la crescita del fenomeno ‘usura’. Rinnoviamo l’invito ai vertici degli Istituti di Credito di mettere la parola fine a queste assurde determinazioni ed a riaprire le filiali chiuse nei mesi scorsi”.

Quello che sta succedendo nel Sud è la terza fase di una lunga stagione di ‘rapina’ a spese del sistema bancario e, in generale, del sistema economico del Sud.

La prima fase si è aperta alla fine degli anni ’80 con la legge Amato sulla privatizzazione delle grandi banche pubbliche e con la ‘calata’ delle banche del centro Nord nel Sud.

La seconda fase – durata circa 20 anni – si è sostanziata nella ‘colonizzazione’ delle grandi banche del Sud che sono servite per salvare le banche del Centro Nord Italia che erano messe molto peggio delle grandi banche meridionali (hanno fatto questa fine il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia e la Sicilcassa).

Ora siamo giunti all’ultima fase: la drastica riduzione degli sportelli bancari nel Sud. L’obiettivo è risparmiare sui costi, tagliando filiali e personale.

E i cittadini del Sud? Che si arrangino aspettando ore ed ore davanti banche con personale all’osso o, in alternativa, che imparino a fare tutto on line…

Insomma, il Sud, alle banche che operano nel Sud – che sono quasi tutte del Centro Nord Italia – serve soltanto per raccogliere il risparmio dei meridionali per impiegarlo nel Centro Nord Italia.

Domanda: per quale motivo i cittadini del Sud continuano a tenere i propri risparmi nelle grandi banche del Centro Nord Italia?

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