Lo scorso agosto sono stati contati 79 mila incendi nel mondo, un numero incredibilmente più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando se ne contarono circa 16 e 500. Tra gli inquinanti che hanno invaso il nostro Pianeta, diossido di azoto e formaldeide
Lo scorso 28 agosto abbiamo dato notizia degli incendi che quest’estate hanno colpito il mondo. Fuoco non solo l’Amazzonia, ma anche in Siberia, in Africa e, qualche tempo prima anche in California.
Spesso, magari osservando le immagini in tv, o leggendo gli articoli, e trovandoci a migliaia e migliaia di Km di distanza dai luoghi dove il fuoco brucia foreste e, in generale, aree verdi, siamo portati a pensare che gli effetti delle fiamme sono lontani da noi. Non è così, perché quando gli incendi colpiscono colpiscono vaste aree del nostro Pianeta gli effetti riguardano tutti, noi compresi.
Ce lo ricorda un un articolo di ICONA NEWS che si legge che il fuoco che ha devastato Amazzonia, Siberia e Africa centrale causato non solo “una terribile perdita in termini di superficie forestale e biodiversità, ma ha anche lasciato un segno nell’atmosfera, con ricadute sul clima mondiale e sulla qualità dell’aria”.
Su ICONA NEWS leggiamo un dato agghiacciante rilevato dai satelliti:
“Nel mese di agosto 2019 sono divampati 79 mila incendi nel mondo, un numero incredibilmente più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando se ne contarono circa 16 e 500”.
“Le conseguenze degli incendi si fanno sentire sul clima globale. Tutti noi beneficiamo dei polmoni verdi del Pianeta terra. Le foreste, inoltre, sono in grado di assorbire e trattenere l’anidride carbonica, uno dei principali gas serra responsabili del riscaldamento globale. Gli effetti negativi degli incendi sono stati quindi amplificati da una parte liberando enormi quantità di CO2 e dall’altra eliminando l’ ‘effetto spugna’ degli alberi. Un circolo vizioso per il riscaldamento globale”.
Tra i gas inquinanti liberati nell’atmosfera dagli incendi che hanno incenerito le aree verdi del Pianeta ci sono diossido di azoto o ipoazotide, un gas che irrita le vie polmonari: anche a moderate concentrazioni nell’aria, infatti, provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsioni e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni che possono manifestarsi anche molti mesi dopo l’attacco.
Tra le altre sostanze liberate nell’ambiente c’è la formaldeide o aldeide formica. Anche questa è una sostanza pericolosa. Leggiamo su Wikipedia:
“A concentrazioni nell’aria superiori a 0,1 ppm può irritare per inalazione le mucose e gli occhi. L’ingestione o l’esposizione a quantità consistenti sono potenzialmente letali. La cancerogenicità è stata accertata sui roditori, dove la formaldeide provoca un tasso di incidenza di cancro al naso ed alla gola superiori al normale; la formaldeide è in grado di interferire con i legami tra DNA e proteine. L’Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) sin dal 2004 ha inserito la formaldeide nell’elenco delle sostanze considerate con certezza cancerogene per la specie umana. Va considerato che le concentrazioni di formaldeide presenti normalmente all’interno degli edifici sono generalmente basse, mentre vanno accuratamente valutati i rischi per gli addetti alle lavorazioni industriali che impiegano formaldeide”.
Tra gli agenti inquinanti diffusi dal fuoco, anche l’ozono e l’anidride solforosa.
“La missione Copernicus Sentinel-5P – scrive sempre ICONA CLIMA – ha monitorato la qualità dell’aria nelle zone interessate dagli incendi nei mesi di luglio e agosto. Le concentrazioni di formaldeide liberata in atmosfera sono impressionanti. La formaldeide è un gas intermedio nell’ossidazione del metano e altri idrocarburi. La formaldeide reagisce chimicamente in atmosfera diventando una importante fonte di monossido di carbonio”.
Foto tratta da ICONA CLIMA
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