Un fatto è certo: il passato Governo di grillini e leghisti ha affossato ogni tentativo di far decollare la commissione parlamentare d’inchiesta sulla Xilella e sui danni agli oliveti. Perché? “Perché, evidentemente, non si è voluto fare emergere la verità”, ci racconta il senatore Saverio De Bonis, del Movimento 24 agosto. La storia, molto romanzata, di un batterio, degli oliveti e del glifosato che entra anche in questa vicenda…
Ma non è che con la Xilella hanno preso in giro mezzo mondo? Il dubbio comincia a fare breccia tra chi ha seguito con un minimo di attenzione questa storia degli oliveti – soprattutto degli oliveti pugliesi – perché i conti, spiace dirlo, cominciano a non tornare più. Perché? Perché questa malattia, provocata da un batterio – la Xilella fastidiosa – è un po’ strana, visto che compare e scompare, un po’ è una malattia che non si può vincere, un po’ si elimina con semplici pratiche agronomiche a via continuando tra altri e bassi e tra una contraddizione e l’altra.
Noi abbiamo chiesto ‘lumi’ al senatore Saverio De Bonis, eletto in Basilicata nel Movimento 5 Stelle, messo fuori dai grillini per eccesso di indipendenza, oggi tra i protagonisti del Movimento 24 agosto, il nuovo partito del Meridione fondato dallo scrittore e giornalista Pino Aprile.
Perché abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con De Bonis? Vero è che, anche noi, siamo molto vicini al Movimento 24 agosto, ma il motivo per il quale ci siamo rivolti a De Bonis non è questo.
Il vero motivo è legato al fatto che De Bonis, nella vita, fa l’agricoltore. E che, al Senato, si è battuto per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla Xilella che, inspiegabilmente (anche se adesso ci fremo spiegare il perché) è stata avversata dal Governo Giallo-Verde di grillini e leghisti.
Insomma, con l’aiuto di De Bonis (che peraltro è un agronomo), alla luce di quello che sta emergendo in questi giorni (come il primo olio d’oliva prodotto con le piante di olivo esenti da Xilella, presentato come una sorta di Elisir di lunga vita…), proveremo a capire cosa è successo, cosa sta ancora succedendo e che cosa succederà in futuro.
Cominciamo con una notizia che ci ha incuriosito e che abbiamo letto su ICONA NEWS:
“Arrivano buone notizie che riaccendono la speranza degli olivicoltori del Salento dopo la devastante epidemia di Xylella. Arriva il primo olio ottenuto dagli ulivi immunizzati grazie agli innesti con varietà resistenti. L’annuncio arriva dalla Coldiretti. Dopo tre anni gli ulivi sono tornati a produrre olive a Gagliano del Capo”.
Il primo olio d’oliva ottenuto da olivi immunizzati è stato presentato ieri.
“La Xylella negli ultimi anni – leggiamo sempre su ICONA NEWS – ha devastato 21 milioni di piante in Salento deturpando il patrimonio paesaggistico e mettendo in ginocchio il settore olivicolo. La Xylella fastidiosa è uno dei batteri delle piante più pericolosi al mondo. Il batterio provoca un’estesa varietà di malattie, con pesanti risvolti economici sull’agricoltura e sull’ambiente. Ampie zone d’Europa però sono a rischio, lo aveva rivelato a maggio il report dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)”.
Questa è la notizia di questi giorni. Che, per la cronaca, viene contestata da Franco Guglielmi, esponente de I tre Campanili Andria, la città più produttiva d’italia nel settore olivicolo.
Vediamo, adesso, che cosa ci racconta De Bonis.
Senatore, conosce la notizia dell’olio d’oliva ottenuto da piante d’olivo immunizzate dalla Xilella?
“Guardi, se sono gli oli d’oliva ottenuti da varietà ibride, dico che le conosciamo già. E aggiungo che, sotto il profilo della qualità, non sono niente di che”.
Cioè?
“Gli oli d’oliva ottenuti dagli ibridi li hanno già sperimentati in Spagna. I risultati sono stati modesti. La qualità, lo ribadisco, lascia molto a desiderare”.
Ammetterà che, con questa storia della Xilella è stata fatta un po’ di confusione. Non è che si sta capendo molto…
“A me lo dice? Al Senato io ed altri colleghi abbiamo combattuto una battaglia politica proprio per fare chiarezza sulla Xilella”.
Ricordiamo bene: da un anno chiedete l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Ma, chissà perché, ‘sta commissione d’inchiesta sulla Xilella non ha ancora visto la luce. Ci spiega il perché?
“Intanto va detto che la commissione d’inchiesta sulla Xilella è stata ostacolata, sin dal primo momento, dalla Lega”.
Perché?
“Che debbo dire? Forse perché non volevano che venisse fuori la verità”.
E il Movimento 5 Stelle?
“All’inizio i grillini erano favorevoli alla commissione d’inchiesta. Poi hanno cambiato idea”.
Perché?
“L’ho detto e lo ripeto: forse non c’è la volontà politica di far emergere la verità su questa storia”.
E qual è la verità, a suo avviso?
“Beh, è la commissione parlamentare d’inchiesta che avrebbe dovuto accertare la verità sulla vicenda Xilella per renderla nota a tutto il Parlamento e ai cittadini. Mi chiede la verità dal mio punti di vista? Le rispondo che, prima di tutto, bisognerebbe recuperare un corretto rapporto tra suolo e piante. Penso al Salento, ma la questione è generale”.
Il Salento, in Puglia, è una zona dove la Xilella, così raccontano le cronache, ha prodotto molti danni agli uliveti.
“Nel Salento, in questi anni, è stato fatto un uso smodato di glifosato: partiamo da qui”.
Il glifosato? Il diserbante al centro di mille polemiche?
“Esatto, il glifosato, il diserbante della discordia”.
Ci sta dicendo che la vicenda Xilella si lega all’uso di glifosato?
“Esattamente. Il glifosato non è soltanto un diserbante: è anche un chelante. E, in quanto tale, blocca la fotosintesi clorofilliana”.
Quindi quando dice che per combattere la Xilella bisogna recuperare un corretto rapporto tra suolo e piante si riferisce a questo?
“Certo, soprattutto questo”.
Scusi, così, per capire, perché nel Salento hanno deciso di utilizzare il glifosato?
“Per diserbare. Il diserbante chimico fa risparmiare manodopera”.
Ma così facendo risparmiano sulla manodopera e inquinano!
“E’ quello che diciamo noi. Da anni conduciamo una battaglia per ridurre l’uso di pesticidi ed erbicidi”.
Ma allora cos’è stata la Xilella?
“A mio avviso è stata una scusa per drenare fondi all’Unione Europea. Su questa vicenda sono state raccontate tante cose. Anche tante inesattezze”.
Ma è vero che, là dove tale malattia avrebbe dovuto fare danni non succedeva niente di particolari e là dove non avrebbero dovuto esserci problemi c’erano invece problemi?
“Ribadisco: in questa storia ci sono state e ci sono ancora troppe contraddizioni”.
E la drammatizzazione che è stata fatta su questa patologia?
“Hanno fatto un po’ di teatro”.
Alla fine, là dove la malattia si presenta, i sono soluzioni?
“Sì, da questa malattia le piante possono guarire. Cominciando, lo ribadisco ancora una volta, a recuperare un corretto rapporto tra suolo e piante. il glifosato va eliminato radicalmente. Poi bisogna seguire corrette pratiche agronomiche e altri interventi”.
Foto tratta da LifeGate
QUI UN ARTICOLO DI AGRICOLAE.EU
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