Questa potrebbe essere la spiegazione del perché, a freddo, il ‘capo’ della Lega, lo scorso 8 agosto, ha aperto improvvisamente la crisi di Governo. Voleva interrompere il possibile asse tra Giuseppe Conte e la Merkel? Forse la chiave dell’attuale crisi sta nell’elezione a presidente della Commissione UE di Ursula von der Leyen. Gli ostacoli di un Governo grillini-PD. E gli ostacoli di una riedizione del Governo Giallo-Verde
A quanto pare – purtroppo! – il ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, è meno ingenuo di quanto in tanti avevano pensato (noi compresi). A quanto pare dietro la crisi di Governo aperta improvvisamente dal leader leghista ci potrebbe essere qualcosa in più, e magari di molto diverso, da passeggere ubbie estive. A quanto pare l’ormai ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è – a propria volta – meno ingenuo di quanto appariva. A quanto pare Conte aveva aperto un canale privilegiato con la Germania della signora Merkel per ‘ingabbiare’ Salvini. Il quale avrebbe capito tutto e ha anticipato gli eventi aprendo la crisi.
Possibile? Queste le indiscrezioni che abbiamo raccolto qua e là. Tutto, a quanto pare, sarebbe iniziato con l’elezione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. In quest’occasione, è noto, i voti dei 15 europarlamentari grillini sono stati determinanti. Noi, in quei giorni, abbiamo scritto di “tradimento dei grillini”, passati in quell’occasione, armi e bagagli, con i liberisti che governano l’Unione Europea.
In effetti, abbiamo dato poco peso a questo passaggio politico, etichettandolo come un dei tanti cambiamenti di linea politica dei grillini che, è noto, hanno tante idee, ma le cambiano spesso a seconda delle convenienze del momento. In realtà, l’elezione della delfina della signora Merkel alla guida della Commissione Europea – perché Ursula von der Leyen è la delfina della Merkel – celava qualcosa di più profondo.
Non a caso Romano Prodi, quando ha lanciato la “maggioranza Ursula” alludeva proprio a questo. Ma Conte è stato ‘sgamato’ e ora il cammino è più complicato.
Ci ha fatto anche riflettere un post che il senatore Saverio De Bonis ha postato proprio nel momento in cui tutti davano per scontato un accordo politico tra grillini e PD per un nuovo Governo. De Bonis – questo succedeva il 3 agosto, tre giorni fa – scriveva di una possibile “pace” tra grillini e Lega.
E oggi? Di fatto, Conte non sembra più il candidato alla guida di un nuovo Governo. E’ difficile che vada a ricoprire questo ruolo se dovesse maturare un accordo tra grillini e PD; impossibile che torni a Palazzo Chigi se il Movimento 5 Stelle tornerà a governare con la Lega.
Conte, se fosse riuscito a ‘ingabbiare’ Salvini e a ‘pilotare’ un nuovo Governo, magari con le ‘benedizione’ della Germania, avrebbe tutelato il Sud? Probabilmente sì, perché l’ex Presidente del Consiglio è pur sempre un uomo del Sud. Ma non è andata così.
In queste ore sono in corso varie trattative. La più ‘gettonata’ è quella tra grillini e PD. A noi del Sud – l’abbiamo scritto ieri – quello che succederà interessa fino a un certo punto: perché un Governo grillini-PD o una riedizione riveduta e corretta del Governo grillini-leghisti avrebbe comunque, rispetto al Sud, lo stesso volto: il volto di un Governo contro il Sud.
Detto questo, le incognite su un Governo grillini-PD non sono poche. Per un motivo semplice: perché l’ex segretario del PD, Renzi – che non si è affatto ritirato dalla politica – ha già lasciato capire che sarebbe uno dei protagonisti, viso che il 70% circa dei parlamentari che dovrebbero sostenere tale Governo fanno capo a lui.
In pratica, Renzi utilizzerebbe il Governo per rafforzare la propria posizione dentro il PD, contro l’attuale segretario Nicola Zingaretti; e condizionerebbe lo stesso Governo, facendo passare o bloccando, di volta in volta, i provvedimenti a seconda della convenienza sua e del suo gruppo.
Lo ha capito benissimo Zingaretti, che cerca di prendere le opportune contromisure. Ma può fare poco o nulla, perché – come già accennato – la maggioranza dei parlamentari la controlla Renzi, più che mai intenzionato a dare battaglia.
A Genova – quartier generale dell’oligarchia che controlla il Movimento 5 stelle – hanno capito che un Governo con il PD trascinerebbe dentro lo stesso Governo la ‘guerra’ interna al PD tra il gruppo di Renzi e il gruppo di Zingaretti.
Non a caso, ieri, Luigi Di Maio, nel suo intervento dopo l’incontro con il Presidente Mattarella, non ha chiuso alla Lega. Di fatto, in queste ore, i grillini trattano sia con i vertii del PD, sia con la Lega.
Per i grillini il percorso non è agevole. ieri Di Maio ha detto che il Movimento 5 Stelle non teme le elezioni anticipate. Non è vero. Altrimenti saremmo già in campagna elettorale. La realtà dei fatti è che, in questo momento, i grillini non vogliono le elezioni. Perché sanno benissimo che perderebbero una caterva di voti.
Molto diverso il discorso per il PD. Zingaretti, infatti, ha due ottimi motivi per volere le elezioni. Il primo motivo è che, da segretario del partito, farebbe quello che ha fatto Renzi: sistemerebbe il 70-80% di propri fedeli nelle liste.
Ovviamente, Renzi non si farebbe massacrare e darebbe il via a qualcosa che è già nei fatti: la scissione e la nascita del suo nuovo partito. Ma questo non dispiacerebbe a Zingaretti, che si presenterebbe di nuovo con il leader di un PD di sinistra.
E qui arriviamo al secondo motivo per il quale Zingaretti non dovrebbe trovare ‘indigeste’ le elezioni anticipate. Renzi è vero, si porterebbe via il 30-40% del partito; ma, come già accennato, Zingaretti si ritroverebbe a capo di un partito di sinistra che taglierebbe le gambe a qualunque formazione politica di sinistra alternativa al PD.
Il riferimento è a Potere al Popolo che, piano piano, non solo si è liberata da tutti i ‘cascami’ della vecchia sinistra, ma si va anche radicando nel territorio.
Se invece il PD di Zingaretti dovesse entrare in un Governo con i grillini, considerata la crisi economica che sta arrivando con la ‘frenata’ dell’economia tedesca, il Partito Democratico finirebbe per logorarsi creando spazi di agibilità ad altre formazioni di sinistra (non è detto che, a sinistra, ci sarà solo Potere al Popolo quando si andrà a votare).
Insomma, l’Unione Europea è ancora nelle mani dei liberisti: e questi, all’Italia, possono arrecare solo danni: e Zingaretti lo sa benissimo.
Insomma, la partita è difficile. E il fatto che il Presidente Mattarella abbia dovuto concedere altri giorni di tempo, significa che lo scenario – nonostante i tanti ‘tifosi’ di un Governo grillini-PD – è tutt’altro che semplice. Anzi.
Tutto sarebbe più facile senza Renzi. Ma Renzi c’è e sta dimostrando di essere molto abile (stamattina, per esempio, ha assestato una ‘stoccata’ a Paolo Gentiloni, accusandolo, sostanzialmente, di mettere i bastoni tra le ruote a un Governo grillini-PD).
E il possibile ritorno del Governo Giallo-Verde? Anche questo è uno scenario difficile. Perché Di Maio – così si sussurra – troverebbe grossissime difficoltà a farlo ‘digerire’ a tanti parlamentari del suo Movimento.
I motivi sono tanti. Salvini non piace a tanti deputati e senatori grillini. E poi c’è anche, come dire?, una giustificazione psicologica.
Per i Ministri e per i parlamentari del Movimento 5 Stelle è molto comodo scaricare la perdita di 6 milioni di voti sulle scorrettezze di Salvini. Questa spiegazione, infatti, nasconde le insufficienze dei Ministri e dei parlamentari grillini.
Meglio non discutere della gestione fallimentare del Ministero della Salute (tragicomica la riforma dei Pronto Soccorso della Ministra Giulia Grillo!), della confusione che regna nel sistema delle infrastrutture, delle tante promesse fatte dallo stesso Di Maio che non potranno essere mantenute.
Per non parlare di un Sud abbandonato a se stesso e, in alcuni casi, tradito.
Meglio dire che la colpa è di Salvini buttandosi con una pietra al collo in un Governo con il PD…
Chissà perché nessuno si ricorda che questa, per tutti i parlamentari uscenti del Movimento 5 Stelle, è la seconda legislatura: e che, stando al regolamento, fra tre anni dovrebbero essere tutti a casa…
In quest’atmosfera, per i grillini, vale un proverbio siciliano, ma al contrario:
“Megghio ‘u bonu a canusciri ca ‘u tintu canusciutu…“.
(Il proverbio siciliano è al contrario: “Megghiu ‘u tintu canusciutu ca ‘u bonu a canusciri”: ovvero, meglio il cattivo che conosciamo che il presunto buono del quale sappiamo poco o nulla. Tradotto al momento attuale: non è che Renzi, per i grillini, è meno ‘indigesto’ di Salvini… ).