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Perché il Partito meridionale è destinato a rivoluzionare la politica italiana/ MATTINALE 374

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Con l’ormai imminente nascita di un Governo a ‘trazione’ grillini-PD si aprono grandi spazi di azione politica per il futuro Partito meridionale. Proviamo a illustrare il perché. La pressione della Lega di Salvini nel Centro Nord costringerà il nuovo Governo a sacrificare, ancora una volta, il Sud. I voti che tanti meridionali hanno dato alla Lega andranno al nuovo Partito del Meridione. La presenza di tanti meridionali nel Centro Nord toglierà voti alla Lega e alla vecchia politica 

Mentre la crisi di Governo fa il proprio corso, al Sud è già in moto la ‘macchina’ che porterà, a breve, alla nascita di una nuova formazione politica d’ispirazione meridionalistica. Nel corso della storia d’Italia non sono certo mancati meridionalisti e partiti politici che si sono intestati la questione meridionale. Ma un soggetto politico meridionale, con un programma politico espressione degli interessi del Sud non si è mai materializzato.

L’obiettivo è ambizioso e complesso. Per questo è necessario che si allontani lo spettro di elezioni anticipate, che renderebbero frettolosa, se non impossibile, la nascita di un Partito meridionale. Ben venga, allora, la soluzione della crisi di Governo con con l’asse tra Movimento 5 Stelle e PD.

Tra l’altro, per noi del Sud, relegare la Lega di Salvini all’opposizione è un fatto politicamente e socialmente importante, perché si impedirebbe a questi signori di operare un nuovo ‘saccheggio’ del Sud con l’Autonomia differenziata.

Dopo di che, questo è chiaro, non c’è da aspettarsi molto dal nuovo Governo grillini-PD: se il Movimento 5 Stelle ha fatto poco o nulla per il Sud nell’esecutivo dove, almeno in teoria, era, con il 32% o giù di lì, il contraente più forte del ‘Contratto di Governo’ con i leghisti, non crediamo proprio che cambierà linea politica rispetto al Meridione. Anche perché, almeno fino ad oggi, anche rispetto al Sud, gli esponenti grillini hanno dimostrato pressappochismo e inadeguatezza.

La verità è che, rispetto al Sud, si è ormai affermata una linea d’azione di Governo che dà per scontato che i meridionali sono l’ultima ruota del carro dell’Italia: quando c’è da pagare, sono i primi ad essere tartassati; quando c’è da dividere vengono regolarmente penalizzati.

Lo scorso 13 agosto Natale Cuccurese ha fatto un po’ di conti:

su una spesa lorda pari a mille e 26,3 miliardi di euro, al Centro Nord vanno 735,4 miliardi di euro, al Sud 209, 9 miliardi di euro;

lo scenario non cambia se si considera la spesa pubblica per abitante che, tanto per cambiare, privilegia il Centro Nord a scapito del Sud.

“Altro che #SecessionedeiRicchi… – commenta Cuccurese -. Il #Sud, per volontà politica, negli ultimi dieci anni ha già subito uno scippo enorme di risorse a favore del Nord, e ancora vorrebbero continuare, non definendo i livelli essenziali di prestazione (Lep) e i fabbisogni standard. Definiamoli ed applichiamoli al più presto, affinché non vi siano più cittadini (e servizi) di serie A e cittadini (e servizi) di serie B. Da questa proposta di equità riparta la proposta progressista in vista delle prossime elezioni!”.

Nei giorni di Ferragosto una notizia è passata quasi inosservata. Riguarda Trenitalia che, tramite una propria società controllata, si è aggiudicata, insieme con la britannica FirstGroup, il franchise ferroviario della costa occidentale inglese.

Detto in parole semplici, mentre nel Sud, a parte qualche rarissima eccezione, il sistema ferroviario è sostanzialmente ancora quello degli anni ’50 e ’60 del secolo passato (peraltro privato di quasi tutte le cosiddette linee a scartamento ridotto che, se ancora in vita, avrebbero potuto dare una grandissima spinta al turismo), con tempi di percorrenza estenuanti (in Sicilia – per citare un esempio – per recarsi in treno da Trapani a Siracusa venti ore non bastano, per non parlare di zone dove il treno non esiste più da oltre trent’anni dopo la citata eliminazione delle tratte a scartamento ridotto), Trenitalia va a investire nel Regno Unito!

Per carità, tutto regolare: non si può certo impedire a una società italiana di internazionalizzarsi: il problema è che non occuparsi delle Ferrovie del Sud, per lo Stato italiano, è assiomatico… Indimenticabile, per noi meridionali, quando l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Renzi, Graziano Delrio, nel togliere al Mezzogiorno i fondi per le ferrovie, motivava tale scippo dicendo che nel Sud le Ferrovie non possono investire perché ci sono le rocce!

Verrebbe da ridere, certo: ma purtroppo non c’è molto da ridere, perché queste sono state le scelte ‘meridionaliste’ per il Sud operate dal Governo italiano del PD: scelte quasi sempre contro il Sud, area del Paese che il Partito Democratico considera alla stregua di una ‘mammella’ da spremere: basti pensare allo scippo delle risorse PAC al Sud per finanziare, nel 90% dei casi, imprese del Centro Nord!

Oggi, esaminando i ‘numeri’ dei fondi strutturali europei destinati dalla UE alle Regioni ad Obiettivo Convergenza italiane (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), abbiamo preso atto che, dal 2001, contravvenendo al Principio di addizionalità voluto dall’Unione Europea (fondi europei che debbono addizionarsi all’intervento ordinario degli Stati ai quali fanno capo le Regioni ad Obiettivo Convergenza), i fondi strutturali europei si sostituiscono ai fondi ordinari dello Stato!

Con la connivenza dell’Unione Europea, che dal 2001 approva certificazioni della spesa dei fondi europei che sanciscono il mancato intervento ordinario dello Stato nel Sud Italia, il Mezzogiorno viene regolarmente raggirato.

E così sarà con il Governo grillini-PD che si insedierà nelle prossime settimane. Già vi possiamo anticipare i possibili scenari. Bisognerà evitare l’aumento dell’IVA di oltre 20 miliardi di euro e quindi è matematicamente impossibile che si troveranno risorse per il Sud. Anzi, se ci sarà da mettere le mani in tasca, i primi a pagare saranno i meridionali!

In questa Italia, che dal 1860 codifica l’ingiustizia verso il Sud nella sostanziale azione di quasi tutti i Governi, il Partito meridionale potrebbe rappresentare una realtà per certi versi rivoluzionaria (per onestà di cronaca va detto che, nella Prima Repubblica, non è mancata l’attenzione della politica verso la questione meridionale: tant’è vero che, a fatica, dal 1948 ai primi anni ’90, il divario tra Nord e Sud si era ridotto, mentre dalla Seconda Repubblica in poi la ‘forbice’ tra Nord e Sud è tornata al allargarsi).

“SUD SOUND SYSTEM con PINO APRILE | il 24 agosto, alla GRANCIA, incontro dei Meridionalisti per avviare un’azione comune per l’EQUITA’ – scrive lo scrittore e giornalista Pino Aprile nella pagina Facebook Terroni di Pino Aprile -. Il 24 agosto, alle 9,30, al parco storico della Grancia, Brindisi di Montagna (Potenza). Nasce la struttura per un’azione politica unitaria, dal Sud, per abbattere le discriminazioni che penalizzano una parte così rilevante della popolazione e del territorio. Si formeranno gruppi di lavoro, nei vari campi (sanità, istruzione, viabilità, ferrovie…), per elaborare azioni politiche. Il tempo del silenzio e dell’accettazione è finito”.

Ci siamo già occupati del significato politico dell’appuntamento che andrà in scena il 24 agosto nel parco storico della Grancia.. Che effetti politici produrrà la nascita del nuovo Partito meridionale?

Il primo effetto sarà la paura matta nella vecchia politica. Ciò significa che i vecchi partiti – e tra i vecchi partiti, oltre al PD, noi mettiamo anche i grillini – proveranno a tenere il consenso sia nel Centro Nord, sia nel Sud.

Nel Sud lo farà con promesse come minimo quinquennali (se il nuovo Governo durerà sino alla fine della legislatura, cioè per altri tre anni e mezzo, grillini e PD prometteranno grandi interventi per gli anni successivi alle elezioni politiche previste per il 2023). Non mancheranno, sempre con riferimento al Sud, gli interventi di ‘accattonaggio politico’: per esempio, il Reddito di cittadinanza che, con molta probabilità, verrà ampliato e  trasformato in precariato per sostenere i sindaci della vecchia politica del Sud (il Comune di Palermo, in questo senso, sta già facendo da battistrada).

Non ci saranno investimenti nel Sud, se non quelli dei ‘Patto per il Sud’, che non sono altro che fondi del Sud non spesi che sono già stati ridotti (per sostenere il Centro Nord).

Il problema vero, per il Governo di grillini e PD, sarà il Centro Nord, dove i leghisti buttati fuori dal Governo si scateneranno. La parte più ricca del Paese non potrà che essere al centro dell’azione politica e di Governo del nuovo esecutivo: e questo darà ulteriore spazio di manovra al Partito meridionale. 

Una volta varato, il Partito meridionale dovrebbe recuperare senza problemi i voti che, indebitamente, la Lega ha preso al Sud. Si tratta, infatti, di voti che tanti elettori del Sud hanno dato ai leghisti non per convinzione, ma per protesta contro i vecchi partiti e contro i grillini, che al Sud vengono ormai considerati in parte inadeguati e, in parte, ‘traditori’.

Il Partito meridionale cambierà radicalmente la ‘geografia’ politica italiana. Le ragioni dei territorio prenderanno il sopravvento sulle clientele della vecchia politica-politicante. A parte i tanti movimenti per la rinascita del Sud che sono presenti in tutte le Regioni del Mezzogiorno, a parte il fascino di un Sud che, finalmente, diventa, per la prima volta dal 1860 ad oggi, protagonista del proprio futuro, a favore del Partito meridionale giocherà soprattutto l’effetto-novità.

Il Sud, diciamolo chiaramente, ne ha provate tante. E se alle ultime elezioni europee ha provato perfino la Lega di Salvini per cercare di cambiare il corso delle cose, figuriamoci se non proverà a cambiare sostenendo una nuova formazione politica del Sud!

Ma c’è un altro effetto che nessuno fino ad oggi ha calcolato. Nel Centro Nord vivono tantissimi meridionali. Nel Centro Nord, negli ultimi dieci anni, si sono trasferiti tantissimi meridionali. Sono italiani che, solo in minima parte, hanno votato per la Lega. Sono meridionali che, fino ad oggi, hanno sostenuto i vecchi partiti.

Ciò significa che il nuovo Partito meridionale non avrà difficoltà a raccogliere le firme e a presentare liste e propri candidati anche nel Centro Nord Italia. 

Ciò significa che, nel Centro Nord, uomini e donne del Sud, in presenza di un Partito meridionale, potrebbero votare per lo stesso Partito meridionale.

Il lavoro da fare è tanto. Ma, come abbiamo cercato di illustrare, le premesse per l’affermazione di un Partito meridionale ci sono tutte.

Foto tratta da gazzettadellavaldagri.it

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