A giudicare dai ‘numeri’ sulla Deutsche Bank illustrati dal giornale ‘scenarieconomici.it’ il futuro per la traballante banca della Germania non sembra roseo. Il problema è che se cade questa banca tedesca rischia di portarsi dietro l’economia di mezzo mondo. Ora siccome le mosse della BCE non sembrano agevolare Deutsche Bank, e siccome la BCE è controllata dai tedeschi sorge il dubbio che…
Il giornale on line scenarieconomci.it punta i riflettori sulla Deutsche Bank, una banca tedesca dalle poche luci e dalle mille ombre che potrebbe riservare sorprese, anche clamorose, con ricadute su mezza economia mondiale.
“Ferragosto – scrive scenarieconomici.it – non ha portato bene alla banca tedesca, e si vede. Le quotazioni il giorno 15 sono scese del 2,68%, non poco e, soprattutto, hanno toccato valore minimo molto preoccupante, con il valore dell’istituto sceso a 12,44 miliardi di euro”.
“Ora il valore di 5,88 euro per azione è bassissimo e, soprattutto – prosegue il giornale di molto molto informato sui temi dell’economia – appena al di sopra di quello che è considerato un punto di non ritorno per la Banca. Due mesi fa un noto analista affermò che se il valore delle azioni fosse sceso al di sotto dei 6,4 dollari la banca sarebbe entrata in una spirale senza ritorno perché non avrebbe avuto possibilità di ricapitalizzarsi in caso fosse al di sotto dei limiti di capitalizzazione. Ora 5,88 euro sono pari a 6,53 dollari…”.
“Le cause sono molteplici e conosciute – prosegue scenarieconomici.it -. Iniziamo da quelle più note:
la banca è stata gestita per anni sul filo del rasoio accumulando un impressionante numero di multe miliardarie;
la banca è cresciuta con acquisizioni non sempre logiche;
la banca ha puntato sulla finanza spinta, riuscendo a raggiungere un’esposizione fair value pari a 83 miliardi di euro”.
“A dare il colpo di grazia è stata la BCE – prosegue il giornale -. I tassi negativi influiscono sulla redditività delle banche, che vedono cancellarsi il loro margine di intermediazione e ormai ci si aspetta un calo dei tassi negativi, con un ribasso di una ventina di punti base, entro breve tempo. I dati economici europei del resto spingono proprio in questa direzione”.
“Per la Deutsche Bank, a metà di un pesante piano di ristrutturazione – conclude scenarieconomici.it – con migliaia di licenziamenti in corso e la chiusura di intere divisioni aziendale, la politica monetaria della BCE rischia di essere un colpo quasi fatale”.
E’ proprio il ruolo svolto dalla BCE (Banca Centrale Europea) in questa crisi della banca tedesca che deve fare riflettere. La BCE, di fatto, è la banca privata con la quale la Germania, se così si può dire, ‘governa’ l’Unione Europea dell’euro. Ora, che la BCE, cioè la Germania, vada contro gli interessi di Deutsche Bank – e quindi contro i propri interessi – è piuttosto singolare!
E allora? Per carità, tutto è possibile: anche che la Germania abbia deciso di tenere la linea dura con una propria banca che, nel corso degli anni, ne ha combinate di tutti i colori. Il problema, però, è che Deutsche Bank ha sempre fatto tutto nell’interesse dell’economia tedesca!
Il nostro Economicus si è occupato della Deutsche Bank in un articolo del 14 luglio scorso del quale – alla luce di quello che sta succedendo in queste ore – vale la pena di leggere un passaggio:
“Sulla Germania va ricordato che cosa sta succedendo con Deutsche Bank. Ricordiamo che tra la fine del 2015 e il 2016, mentre la Troika massacrava la Grecia con la ‘benedizione’ del PSE (Partito Socialista Europeo)… veniva fuori che questa banca risultava esposta, sui derivati, non per 300 miliardi di euro, ma per una cifra di gran lunga maggiore, come abbiamo raccontato noi de I Nuovi Vespri in un articolo del gennaio 2016:
‘La notizia era rimasta fino a qualche tempo fa patrimonio degli addetti ai lavori. Ma adesso se ne parla anche in Tv. La notizia è che la Germania, qualche anno fa, si è fatta consegnare dall’Unione Europea 250 miliardi di euro circa per sistemare i conti delle proprie banche, che non sono messe meglio della banche italiane (la sola Deutsche Bank, come denunciato dal sociologo Luciano Gallino lo scorso anno prima di venire a mancare (come potete leggere in questo articolo) presenta un esposizione in derivati pari a 70 mila miliardi di euro: e si tratta di una banca che opera in Italia con circa 400 sportelli!)” (QUI IL NOSTRO ARTICOLO PER ESTESO)’.
Riassumendo: mentre la Troika massacrava la Grecia per un debito di 300 miliardi di euro, la stessa Troika consegnava alla Germania 250 miliardi di euro per sostenere le banche tedesche. Ma con tutto questo sostegno spuntava l’esposizione di 70 mila miliardi di euro della stessa Deutsche Bank sui derivati! Oggi ci vogliono fare credere che con un taglio di poco meno di 20 mila lavoratori Deutsche Bank risanerà i propri conti (QUI UN ARTICOLO). Tutto a posto con i derivati?”.
Nel chiederci che cosa sta succedendo ricordiamo uno studio di Merrill Lynch del luglio 2012, nel quale si sostiene che, nel caso del crollo dell’euro, a uscirne bene sarebbero Germania, Irlanda ed Italia.
Da ricordare anche una dichiarazione dell’ottobre dello scorso anno di Joseph Stiglitz, docente presso la Columbia University e premio Nobel per l’economia nel 2001:
“L’Euro sembra fatto apposta per fallire. Se un Paese va male la colpa è sua, ma se ad andare male sono tutti i Paesi, allora la colpa è del sistema”.
E ancora:
“Quando hanno creato l’euro hanno sottratto ai Paesi il controllo del tasso di interesse e quello di cambio, due strumenti di aggiustamento necessari in caso di shock, ma non li hanno sostituiti con nulla. In questo modo hanno legato le mani all’Europa”. Inoltre sul fatto che “non si possa fare un deficit superiore al 3% o un indebitamento oltre al 60%, quei numeri sono inventati, non si basano sulla scienza economica”. La conseguenza è stata che “invece di unire l’Europa, l’Euro e le regole europee hanno portato stagnazione e divergenza, i ricchi si sono arricchiti e i poveri impoveriti”.
Perché riportiamo oggi queste dichiarazioni? Perché c’è il dubbio che, saltando Deutsche Bank, come già ricordato, salti mezza economia mondiale. Che fine farebbe l’euro se dovesse scoppiare la tempesta Deutsche Bank?
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI SCENARIECONOMICI.IT
QUI L’INTERVISTA A Joseph Stiglitz NELL’OTTOBRE DELLO SCORSO ANNO
QUI LO STUDIO DI MERRIL LYNCH DEL 2012
Foto tratta da investireoggi.it