Abbiamo già raccontato il colpo di mano di Ferragosto del Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Torniamo sulla vicenda riportando e commentando un post del senatore Saverio De Bonis che fa notare un aspetto che, in effetti, non ha molto a che vedere on la correttezza istituzionale e molto a che vedere con la vecchia politica-politicante
Il 15 agosto ci siamo occupati del colpo di mano operato dal Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che con un ‘blitz’ ha nominato il nuovo direttore dell’AGEA, l’Agenzia dello Stato che si occupa dei pagamenti in agricoltura. Il ‘fortunato’ è il veneto Andrea Comacchio.
Torniamo sulla vicenda con pubblicando e commentando un post del senatore Saverio De Bonis che, come illustreremo, tocca da vicono la Sicilia.
Scrive De Bonis su Facebook:
“+++IN PIENA CRISI DI GOVERNO, CENTINAIO NOMINA ANDREA COMACCHIO DIRETTORE #AGEA+++
AGEA è l’agenzia per le erogazioni in agricoltura.
Essa fu istituita nel 1999 con lo scopo di tutelare gli interessi degli agricoltori.
Eppure, AGEA oggi si presenta diversa rispetto a qualche anno fa.
👉 Ha pagato gli anticipi di domanda unica addirittura entro il 31/7 anziché a partire dal 15/10;
👉 ha recuperato i ritardi delle regioni per il Psr è ha fortemente innovato i processi di pagamento.
✅ AGEA è l’unico organismo pagatore in Europa che ha introdotto in via sperimentale il monitoraggio preventivo.
È pertanto assurdo il modus agendi di Centinaio che, nel mezzo di una crisi di Governo, ha pensato bene di nominare Andrea Comacchio direttore AGEA, un uomo legato alla REGIONE #VENETO, in quanto già dirigente, occuperà un ruolo importante nell’ambito del settore agricolo.
Che senso ha piazzare un uomo del Veneto se i pagamenti lì sono già regionalizzati?
Il suo legame con il VENETO lascia presagire una politica imparziale e super partes tra nord e #SUD?
Centinaio, insomma, anziché firmare le dimissioni, ha ben pensato di nominare COMACCHIO direttore AGEA.
Un atto ai limiti della correttezza istituzionale, su cui la prossima settimana interrogherò il premier Conte.
Una fretta dettata dal timore di dover abbandonare la poltrona di ministro.
Con il modus agendi tipico di quel partito che adesso vuole imporre quelle ‘autonomie’ a danno del Sud… quel SUD CHE NON VUOLE PRIVILEGI, MA EQUITÀ!
Sarà compito del prossimo Governo rivedere la decisione di Centinaio!”.
De Bonis tocca un punto fondamentale. Vediamo il perché.
Ci sono Regioni italiane che, per i pagamenti agli agricoltori (fondi nazionali e soprattutto europei), hanno istituito enti o agenzie regionali: e tra queste, come ricorda De Bonis, c’è il Veneto. Gli agricoltori veneti non hanno bisogno di AGEA, perché hanno una propria agenzia regionale.
I leghisti del Veneto vogliono l’Autonomia differenziata: però si sono presi la direzione dell’AGEA. Perché? Per controllare l’erogazione dei fondi europei e regionali alle Regioni prive di agenzie regionali alle quali i fondi li eroga direttamente AGEA! Vecchia politica che più vecchia politica non si può!
Tra le Regioni prive di un’agenzia regionale per l’erogazione dei fondi agli agricoltori c’è la Sicilia. Perché la Sicilia non ha una propria agenzia per l’erogazione dei fondi a questo settore? L’ha spiegato benissimo Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia:
“Ricordo che, in tanti, negli anni ’90 del secolo passato, proprio per agevolare la vita degli agricoltori siciliani ci siamo battuti per fare istituire in Sicilia un’Agenzia che avrebbe dovuto interfacciarsi con Roma, evitando a noi agricoltori l’incombenza di volare a Roma. L’Agenzia venne istituita. Si chiamava ARSEA. Ma non c’è stato verso di farla funzionare. Non so perché, ma non ha mai funzionato. In realtà, per anni, è stato pagato anche un dirigente generale. La Regione ha nominato subito il dirigente generale. Ma l’ARSEA non ha mai funzionato. A un certo punto, nella scorsa legislatura, la politica siciliana che non ha mai fatto funzionare l’ARSEA, l’ha dichiarata inutile e l’ha cancellata. Così noi agricoltori siciliani, adesso, se dobbiamo dialogare gli AGE, prendiamo l’aereo e andiamo a Roma. Un costo in più”.
Foto tratta da totemmagazine.it