Poco meno di un anno fa il presidente della Regione, Musumeci, ha definito “veri criminali” un imprecisato numero di funzionari regionali. Oggi attacca una “sparuta minoranza” di operai della Forestale definiti “un manipolo di delinquenti”. Ha le prove di quanto afferma? Le critiche a Musumeci di Antonio Ferrante
In un modo o nell’altro, in Sicilia, si deve gettare fango sugli operai della Forestale. Se non se ne occupa la televisione, ci pensa la politica. Ovviamente, si lanciando accuse senza uno straccio di prova. Del resto, se nessuno chiede a questi soggetti che si cimentano in accuse infamanti conto e ragione di ciò che dicono che problemi ci sono?
Provate a sbagliare un numero in un’inchiesta giornalistica: arrivano le querele, i processi e le condanne. Se invece il potente politico di turno definisce “delinquenti” una parte degli operai della Forestale – “una sparuta minoranza”, come ha affermato in un’intervista il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – potete stare sereni: nessuno verrà mai a chiedere chi sono i protagonisti di questa “sparuta minoranza di delinquenti”.
Questa è l’Italia di oggi: grande attenzione verso quello che scrivono i giornalisti, con querele sempre pronte a scattare, con la precisione di equazioni chimiche; e politici che, invece, si cimentano in affermazioni temerarie senza alcuna conseguenza.
Del resto, non è che siamo tutti uguali?
Su Blog Sicilia – tornando agli operai della Forestale – leggiamo la seguente dichiarazione del presidente Musumeci:
“La maggior parte sono persone perbene che lavorano con onestà, fra di loro c’è un manipolo di delinquenti, una sparuta minoranza che mette in cattiva luce la maggioranza”.
E ancora:
“E poi nei confronti dei colpevoli: ‘Bisogna inasprire le pene; per dei delinquenti che fanno paura, ci vuole uno Stato che fa paura’”.
Ma colpevoli di che cosa? E’ già stato celebrato un processo conclusosi con un terzo grado di giudizio?
Ci chiediamo e chiediamo: se il presidente della Regione è così sicuro della presenza di “un manipolo di delinquenti, una sparuta minoranza che mette in cattiva luce la maggioranza” degli operai della Forestale, ebbene, dovrebbe fare nomi e cognomi. Lanciare accuse così non ci sembra il migliore dei modi possibili per fare chiarezza sugli incendi in Sicilia e sulle responsabilità che stanno dietro a questi incendi.
Corretta la reazione di Antonio Ferrante, dirigente del PD siciliano:
“Ho letto su un quotidiano dichiarazioni gravissime da parte del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci che, per giustificare l’incapacità del suo governo di prevenire e spegnere efficacemente gli incendi che stanno devastando la Sicilia, si spinge al punto da affermare che ad appiccare roghi, oltre ai piromani, sarebbero addirittura una o due guardie forestali su dieci, arrivando al punto di dire che occorre controllare l’intero corpo. Capiamo il bisogno di Musumeci di emulare il linguaggio del suo nuovo leader Salvini, ma non possiamo accettare che il Presidente della Regione induca strumentalmente nei siciliani sfiducia e terrore nei confronti del corpo forestale, al quale deve andare il nostro più sincero ringraziamento per l’impegno quotidiano speso a nostra tutela”.
A parte qualche imprecisione, l’esponente del PD siciliano ha ragione da vendere: coma fa il presidente della Regione a prendersela, senza prove, con una categoria di lavoratori?
(Quanto all’imprecisione, ci sembra impossibile che le guardie forestali, che fanno capo al Corpo Forestale della Regione – che peraltro sono ridotte a pochissime unità, se è vero che non arrivano nemmeno a 300 – siano invischiate in questa storia: con molta probabilità, il riferimento è agli operai della Forestale).
Il presidente della Regione, evangelicamente parlando, piuttosto che puntare il dito sulle “pagliuzze” altrui, farebbe bene a concentrarsi sulla “trave” del suo Governo: anche perché, proprio sugli incendi, ci sono precise responsabilità del Governo regionale.
Invece, tirando in ballo gli operai della Forestale, siccome a parlare è il presidente della Regione, invece di soffermarsi sulle responsabilità della Regione – che sono oggettive – si svia il discorso e si getta la croce addosso agli operai della Forestale. Come si dice dalle nostre parti, ‘u carbuni s’un tinci mascaria…
Come ebbe a dire una volta lo scrittore Leonardo Sciascia, “prima li chiacchierano, poi dicono che sono chiacchierati”.
Detto questo, non possiamo non ricordare che non è la prima volta che il presidente Musumeci lancia accuse pesanti senza indicare con precisione fatti, circostanze e persone. L’ha fatto lo scorso anno, quando se l’è presa con funzionari regionali definiti criminali.
Che fine hanno fatto ‘sti criminali? Sono stati individuati, denunciati e licenziati?
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