Non sappiamo se grillini e PD troveranno la forza di appoggiare un Governo presieduto da Mario Draghi. Ma sappiamo che, in ogni caso, con la ‘svolta europeista’ – ultima puntata di questa tragedia politica è il sì del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla TAV – il Movimento 5 Stelle è destinato a scomparire. Né è pensabile, ormai, tornare indietro, perché i ‘tradimenti’ politici dei grillini, in poco più di un anno, sono stati tanti
Fa una certa impressione leggere quello che l’analista e commentatore politico Federico Dezzani scriveva il 30 novembre del 2017, quattro mesi prima delle elezioni politiche italiane del 2018 che segnaranno la vittoria del Movimento 5 Stelle:
“Mario Draghi e l’élite economica italiana puntano ormai sui 5 Stelle e scommettono contro l’Italia, per ultimare la svendita dell’industria: il nostro futuro si fa sempre più minaccioso man mano che il 2018 si avvicina. All’incertezza elettorale si somma un quadro europeo ostile: la Germania non ha alcuna intenzione di concederci sconti. Forse Berlino è disposta a sobbarcarsi la Francia per ragioni geopolitiche, mentre dell’Italia le interessa solo il Veneto. Si avvicina «un commissariamento esplicito o subdolo, sulla falsariga del governo Monti»”.
Se guardiamo a quello che succede oggi non possiamo non notare quanto siano state giuste queste previsioni.
Mario Draghi, che nel 2017 era al vertice della Banca Centrale Europea (BCE) viene oggi indicato come un probabile presidente del Consiglio sostenuto dal Movimento 5 Stelle, dal PD e da deputati e senatori che dovrebbero essere raccattati qua e là. Con la Lega di Matteo Salvini che verrebbe relegata all’opposizione.
Il riferimento al “commissariamento esplicito o subdolo, sulla falsariga del governo Monti” ci dice che, per disarcionare l’attuale Governo di grillini e leghisti potrebbe non servire il ricorso alla ‘spread ammaestrato’: non a caso, oggi, lo spread è basso. Insomma, nessun colpo di Stato finanziario, come avvenne nel 2011, ma una tranquilla soluzione parlamentare.
Ricordiamo che, ancora nel 2017, i grillini erano critici con l’Unione Europea dell’euro, annunciavano le barricate per bloccare la TAP nel Salento; si battevano a fianco degli abitanti di Taranto per far chiudere l’acciaieria dell’ILVA; erano in prima fila nelle manifestazioni NO TAV. E nel Sud lavoravano fianco a fianco con GranoSalus, l’associazione che si batteva per il rilancio del grano duro siciliano.
Oggi il Movimento 5 Stelle ha cambiato linea politica. E sembra essere perfettamente allineato alle previsioni di Federico Dezzani.
Non sappiamo se, adesso, i grillini, sempre più in rotta di collisione con la Lega di Salvini, si accoderanno dietro Mario Draghi – da qualche mese non più presidente della BCE e quindi ‘disponibile’ a nuove scorribande nel mondo politico ed economico italiano – per sostenere il suo non improbabile Governo.
Ma sappiamo – cosa che scriviamo spesso – che i grillini:
hanno abbandonato i cittadini di Taranto, rifilandogli l’ILVA che continua ad inquinare;
hanno ceduto sulla TAP, alla faccia dei tanti salentini che pensavano di aver trovato nel Movimento 5 Stelle un soggetto politico che li avrebbe aiutati a bloccare il folle metanodotto che sta sventrando uliveti secolari e un tratto di costa del Salento;
Ribadiamo: non sappiamo come finirà con il possibile Governo Draghi. Anche se non sfuggono, agli osservatori, difficoltà tra PD e Movimento 5 Stelle (in queste ore Matteo Renzi si prende gioco di Luigi Di Maio diventato ‘europeista’ e vice presidente del Consiglio di un Governo Sì TAV: e questa volta Renzi non ha torto).
Insomma: Renzi, fino a qualche tempo fa pronto a ‘inchinarsi’ al grido di “ce lo chiede l’Europa”, oggi gioca a tutto campo e ha tutta l’aria di mandare a carte 48 il possibile Governo Draghi.
Tra l’altro il PD ha un problema (che riguarda il segretario Nicola Zingaretti, non Renzi): potrà fare poco o nulla per fermare, alle prossime elezioni politiche, Potere al Popolo, una forza politica di sinistra, giovane, che si va sempre più radicando nel territorio. Ciò significa che un eventuale Governo – forzato – tra PD e grillini darebbe ancora più forza elettorale a Potere al Popolo.
Tuttavia noi proviamo a fare una previsione.
Nel 2014 l’allora Ministro Angelino Alfano, fresco del ribaltone pro-PD con il suo Nuovo Centrodestra pensava di essere alla fine vincente. I Giornaloni italici davano il suo Nuovo Centrodestra al 15% alle elezioni europee. Noi – che allora eravamo in rete con Link Sicilia – abbiamo scritto che Alfano e i suoi, alle elezioni europee del 2014, avrebbero raggiunto appena il 4%: i voti per superare lo sbarramento: e così è stato.
Abbiamo anche scritto che Alfano, politicamente parlando, sarebbe scomparso: e così è stato.
La stessa cosa diciamo oggi dei grillini: con la svolta ‘europeista’ a ‘rate’ – ILVA, TAP, elezione ella ‘mastina tedesca’ alla presidenza della Commissione Europea e adesso anche il sì alla TAV – il Movimento 5 Stelle scomparirà. Sarà un’agonia politica lenta, perché una parte dell’elettorato grillino, per vari motivi, non ha ancora compreso bene la ‘svolta’ del Movimento di Grillo: ma Di Maio e compagni scompariranno lo stesso: faranno, per l’appunto, la fine politica che ha fatto l’ex Ministro Alfano.
Chi, oggi, nella politica italiana, si mette sotto le ali dell’UE dell’euro è destinato a soccombere.
Foto tratta da blitzquotidiano.it
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