Chiude il Pronto Soccorso di Noto, ma la notizia è il nuovo ospedale di Siracusa che un giorno arriverà! Gli ospedali pubblici di Palermo sono in affanno per mancanza di medici e di infermieri, ma è in arrivo una ‘carrettata’ di milioni di euro pubblici per i privati di Ismett e Rimed. Sempre nel capoluogo dell’Isola altri soldi per proseguire nell’errore della fusione tra Villa Sofia-Cervello. Dalla sanità al Tram di Palermo, progetti & appalti milionari al posto dei servizi ai cittadini
Confessiamo il nostro stupore nel constatare come in Sicilia, in tanti Comuni, non ci sono i soldi per i servizi essenziali – a cominciare da quelli sanitari, socio-sanitari dai fondi per accompagnare a scuola gli studenti disabili e, a Palermo, i fondi per gestire correttamente la raccolta dei rifiuti – mentre abbondano i fondi per investimenti per opere faraoniche che, se andrà bene, saranno disponibili tra cinque-dieci anni (vedi i nuovi ospedali), o saranno disponibili chissà quando (vedi la follia dell’Anello ferroviario di Palermo).
Cominciamo con la sanità.
La vera notizia è la chiusura del Pronto Soccorso di Noto. Motivazione: mancanza di personale medico.
La domanda è: come mai chiude solo il Pronto Soccorso di Noto se i medici mancano in tutti i Pronto Soccorso della Sicilia?
La sanità pubblica siciliana è a pezzi. Ed è a pezzi per mancanza di soldi. La responsabilità politica di quello che sta succedendo è del centrosinistra che, nel 2006, quando con il Governo Prodi governava l’Italia, ha deciso di portare dal 50% al 42% la quota di compartecipazione dello Stato alle spese sanitarie della Sicilia.
Uno ‘scherzetto’ che, dal 2009, costa alla Sicilia quasi 600 milioni di euro all’anno (COME POTETE LEGGERE QUI).
Poi ci sono responsabilità anche dei Governi regionali: del Governo di Raffaele Lombardo, del Governo di Rosario Crocetta e, in minima parte, anche dell’attuale Governo di Nello Musumeci.
Il Governo Lombardo e il Governo Crocetta hanno tagliato reparti e posti letto in cambio di una medicina del territorio che esiste solo in minima parte, o che non esiste affatto.
In più di Governo Crocetta-PD on solo ha accettato le assurde penalizzazioni che il Governo Renzi ha inflitto alla Sicilia, ma ha anche utilizzato i fondi della sanità pubblica siciliana per pagare altre spese, come denunciato nel settembre del 2016 dalla Corte dei Conti (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
Il risultato, come già ricordato, è che la sanità pubblica siciliana è a pezzi. E’ per questo che a noi, il comunicato stampa diramato ieri dalla presidenza della Regione siciliana sugli investimenti nella sanità siciliana è sembrato un tentativo di gettare fumo negli occhi dei siciliani.
Ma come: c’è un’emergenza, mancano medici e infermieri, chiude il Pronto Soccorso di Noto, quasi tutti i Pronto Soccorso della Sicilia sono in sofferenza (non lo diciamo noi: lo dice il presidente regionale della Società italiana medicina d’emergenza urgenza (Simeu), Antonio Giovanni Versace, COME POTETE LEGGERE QUI) e, per tutta risposta, ci mettiamo a fare filosofia su mega investimenti nella sanità che, bene che vada, daranno frutti – lo ribadiamo – tra cinque o dieci anni?
Leggiamo il comunicato del Governo Musumeci:
“Centinaia di milioni di euro di investimenti, da parte della Regione siciliana per la nuova infrastrutturazione sanitaria che interesserà prevalentemente le città di Palermo e Siracusa. Il governo Musumeci ha, infatti, dato il via libera a una delibera dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, che ha riprogrammato le risorse destinate all’ammodernamento del patrimonio sanitario con i Fondi di provenienza statale, ex art. 20 della legge 67/88. In particolare, la misura riguarda la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Siracusa, per il quale vengono complessivamente stanziati 160 milioni di euro: venti milioni in più rispetto alle risorse immaginate in precedenza. Nell’atto adottato dalla Giunta, inoltre, si specifica che il nuovo ospedale di Siracusa sarà incardinato per essere un Dea di II livello”.
“Con questa azione – spiega il presidente della Regione Nello Musumeci – si avvia un processo di autentica rigenerazione delle infrastrutture sanitarie in due città simbolo della Sicilia: Siracusa, prima culla della nostra civiltà, e Palermo, capitale della Regione. Per il nuovo ospedale aretuseo abbiamo ampliato il finanziamento, immaginandolo già come un Dea di II Livello. Aspettiamo con fiducia l’azione del Consiglio comunale, chiamato a individuare l’area sulla quale sorgerà un’opera tanto attesa quanto necessaria. Un ospedale che noi vogliamo realizzare davvero”.
Per carità, presidente, il nuovo ospedale a Siracusa è importantissimo: ma se questi 160 milioni di euro esistono non sarebbe stato più corretto utilizzarli per dotare di medici e di infermieri i Pronto Soccorso della nostra Isola?
(Sui medici di Pronto Soccorso torneremo più tardi per sottolineare le difficoltà di un sistema sanitario che non tutela i medici di Pronto Soccorso, ma che li espone a rischi personali e anche economici).
Nel comunicato stampa si parla anche degli interventi previsti nell’area di Palermo.
“Sono tre i maxi interventi previsti sull’area di Palermo – leggiamo nel comunicato -. Si tratta del nuovo Ospedale Ismett II di Carini, su un sito di proprietà della Fondazione Rimed, la cui gestione è intestata alla partnership pubblico-privata. L’opera andrà a integrarsi con la nuova sede Rimed in fase di realizzazione e già finanziata con altri fondi di provenienza comunitaria. Di fatto, a Carini, nascerà un vero e proprio cluster scientifico, rafforzando e consolidando quindi le attività cliniche e di ricerca. Il costo dell’opera è di 176 milioni di euro, di cui 20 a carico dei privati. Il nuovo stanziamento prevede 38 milioni di euro in più rispetto al documento di programmazione precedente”.
Imett 2? Scusi, signor presidente Musumeci: ma non bastava l’Ismett 1, che costa – sono dati dello scorso anno – oltre 100 milioni di euro all’anno? Quindi mentre la sanità pubblica siciliana cade a pezzi, mentre si chiude il Pronto Soccorso di Noto, cosa fa la Regione siciliana? Va a regalare oltre 150 milioni di euro a una struttura privata, per giunta americana?
Ancora: ma quanto è costata, fino ad oggi, in termini di fondi pubblici, la Fondazione Rimed, invenzione di Forza Italia in Sicilia?
“E’ particolarmente ambiziosa la programmazione infrastrutturale riservata alla zona nord della città capoluogo – leggiamo sempre nel comunicato stampa del Governo regionale con riferimento a Palermo – in cui si punta alla realizzazione di un nuovo distretto sanitario che di fatto ingloberà realmente gli ospedali Villa Sofia e Cervello. Per individuare l’area, si ricalcherà quanto già fatto a Siracusa, cioè l’affidamento ad un esperto urbanista che possa valutare i costi benefici dell’operazione. Il costo dell’intervento è di 280 milioni di euro”.
Egregio presidente Musumeci: già la fusione dell’ospedale di Villa Sofia con l’ospedale Cervello di Palermo è stato uno dei tanti errori commessi dal dannosissimo Governo Lombardo, in assoluto il peggiore Governo della Sicilia in materia di sanità pubblica. Adesso non solo reiterate l’errore commesso dal Governo Lombardo, ma – addirittura – su un errore, ci costruite pure un distretto sanitario!
“Per accelerare l’iter realizzativo, il governo Musumeci ha stabilito di dare mandato alle Aziende del Servizio sanitario regionale coinvolte – ad eccezione di Ismett che ha già predisposto uno studio di fattibilità attualizzato (e figuriamoci se all’Ismett non hanno già i progetti pronti!) di procedere a un concorso di idee per i nuovi ospedali per attrarre così le migliori professionalità, anche a livello internazionale, in grado di esprimere una progettualità qualificata, ecosostenibile e di valorizzazione urbanistica delle aree interessate. Per gli interventi in questione l’importo complessivo stimato è pari a 596 milioni di euro e rientra nelle somme immediatamente disponibili già assegnate con delibere del Cipe)”.
“Durante la Conferenza Stato-Regioni del 9 maggio scorso – prosegue il comunicato – sono state inoltre ripartite ulteriori risorse statali in favore della Sicilia destinate all’infrastrutturazione sanitaria: si tratta complessivamente di circa 352 milioni di euro (compresi i fondi di carattere regionale), per i quali si è in attesa della delibera Cipe di assegnazione. Con questa dotazione il governo Musumeci intende costruire un nuovo ospedale nell’area Sud-Ovest di Palermo che andrà a sostituire i due presidi contigui del Civico e del Policlinico Universitario – Policivico – che, com’è noto, presentano strutture, per la maggior parte, risalenti all’inizio del ‘900”.
“Il capoluogo – dice il presidente Musumeci – ha assoluta necessità di strutture di nuova generazione, in linea con gli standard attuali. Per Palermo abbiamo già a disposizione fondi per circa 440 milioni di euro, già deliberati dal Cipe, che saranno nelle disponibilità delle Aziende sanitarie coinvolte per procedere alla progettazione e quindi alla realizzazione di due opere. Per la terza, il Policivico che cambierà l’area sud ovest di Palermo, sono stati individuati oltre 350 milioni di euro che attendono di essere validati dal Cipe”.
Riassumendo:
a Noto chiude il Pronto Soccorso, ma ci sono 160 milioni di euro per il nuovo ospedale di Siracusa;
oltre 150 milioni di euro per l’eterna Fondazione Rimed di Carini;
altri soldi per l’Ismett di Palermo;
280 milioni di euro per proseguire con gli errori commessi con la fusione – sbagliatissima! – degli ospedali di Villa Sofia e Cervello di Palermo;
altri 600 milioni di euro circa per non abbiamo capito bene che cosa;
altri 350 milioni di euro per il ‘Policivico’ di Palermo.
Tutto questo mentre le persone – le persone! – aspettano ore ed ore prima di essere visitate in un Pronto Soccorso e, invece di andare a cercare i politici, se la prendono con i medici e gli infermieri!
Una barca di soldi pubblici – presidente Musumeci – per progettazioni e nuovi ospedali, mentre le Opere Pie della Sicilia, che si occupavano veramente degli ultimi, sono state lasciate senza soldi, perché sono diventate improvvisamente “enti privati”.
Tutto questo non è vergognoso?
La logica è sempre la stessa: appalti prima delle persone, progettazioni per domani invece che assistenza sanitaria oggi!
La stessa logica di Palermo e dei suoi folli appalti ferroviari: mancano i soldi per gestire correttamente la raccolta dei rifiuti, ci sono dipendenti di alcune società comunali pagati una miseria nonostante gli impegni solenni dell’amministrazione comunale (leggere RESET), ma si tiene in piedi un Tram che costa una barca di soldi, che per molte ore del giorno circola vuoto, ma che serve per giustificare altri 450 milioni di euro di appalti per sette folli tratte di Tram che – se realizzate (e noi ci auguriamo di no) sventrerebbero via Libertà, magari con la ‘benedizione’ della magistratura amministrativa, giusto per non farci mancare niente!
Il tutto mentre Palermo è già ‘incasinata’ con i lavori del Passante ferroviario interrotti (ma sono già stati spesi un miliardo e 200 milioni di euro per fare non si capisce bene che cosa: volete mettere?), con i lavori dell’Anello ferroviario interrotti (altri 150 milioni di euro in attesa di ‘nuova linfa’), con i lavori del collettore fognario che vanno e vengono.
A Catania, grosso modo negli anni in cui Omero iniziava a scrivere l’Iliade, si progettava la Circumetnea: i lavori sono ancora in corso e, tra un po’, collegheranno la stazione con l’università, poi Randazzo con Bronte, poi Bronte con Adrano, per poi arrivare alla sommità dell’Etna per imitare Empedocle…
Continuando così, tanti appalti a ruota libera e zero servizi per i cittadini, la Sicilia avrà un grande futuro dietro le spalle…
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