Il 29 giugno abbiamo scritto un articolo riportando le dichiarazioni del segretario regionale del SUFUS, Maurizio Grosso, che denunciava fatti gravissimi in ordine alla mancata attività di prevenzione degli incendi. Sul fuoco di Bellolampo, a Palermo, va fatta chiarezza: se i terreni sono demaniali la responsabilità è della Regione, se sono privati è responsabile il Comune di Palermo. AGGIORNAMENTO: il SIFUS attacca il Governo regionale: pronti gli esposti alle Procure siciliane. AGGIORNAMENTO 2: la dichiarazione del presidente della Regione, Nello Musumeci
A fuoco mezza Sicilia. Vorremmo subito tranquillizzare i nostri lettori: le fiamme di Palermo-Bellolampo, di Misilmeri, della Plaia di Catania, di San Vito Lo Capo, di Calampisu e via continuando non sono un regalo di Efesto venuto in vacanza nella nostra Isola: sono il frutto dell’abbandono del territorio da parte di Regione e Comuni (le Province ormai esistono solo di nome e per gli stipendi che, a fatica, pagano: per il resto non ci sono più).
Stamattina vi abbiamo raccontato del fuoco a Calampiso a due anni dall’ultimo incendio (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Man mano che passano le ore arrivano notizie di altri incendi.
Tremendo quello della Plaia di Catania, con bagnanti in fuga e stabilimenti balneari finiti in cenere.
Oggi è la prima sciroccata estiva: e sta andando in scena un disastro.
Lo scorso 29 giugno, dopo i primi caldi estivi, scrivevamo:
“Quello che sta succedendo in questi ultimi giorni – e alla fine sono solo i primi, veri giorni di caldo estivo – è a dir poco allarmante. Incendi si registrano a Messina, nel Catanese, nel Siracusano, nel Ragusano, nel Trapanese, nell’Ennese (tra Piazza Armerina e Aidone), nel Nisseno (dove il 22 maggio scorso è stata evacuata un’intera scuola!), nel Palermitano”.
Erano, lo ribadiamo, i primi caldi estivi.
Il 29 giugno abbiamo riportato una una nota su Facebook di Maurizio Grosso, segretario del SIFUS, il sindacato che, da sempre, si batte per la stabilizzazione dei lavoratori forestali:
“SIFUS CONFALI. I LICENZIAMENTI DEI FORESTALI IN PROVINCIA DI MESSINA RAPPRESENTANO LA PROVA PROVATA DI UNA VISIONE DISTORTA DEL TERMINE PROGRAMMAZIONE CHE APPARTIENE AI DIRIGENTI E ALLA CLASSE POLITICA.
SE E’ VERO COME E’ VERO CHE I FORESTALI ADDETTI ALLA MANUTENZIONE BOSCHIVA IN PROVINCIA DI MESSINA RAGGIUNGERANNO 75 GIORNATE LAVORATIVE PRIMA DI ESSERE LICENZIATI (CON QUESTO CHIARO DI LUNA È UN SUCCESSO), E’ ALTRETTANTO VERO CHE, DA LUGLIO E FINO ALLE NUOVE DISPONIBILITÀ DI CASSA, I FORESTALI MEDESIMI, TORNERANNO A CASA LASCIANDO I BOSCHI INCUSTODITI.
IN VERITÀ, NON SOLO I BOSCHI SARANNO INCUSTODITI E QUINDI, IN BALIA DEGLI INCENDI ESTIVI, MA ADDIRITTURA, IN ESSI MANCA LA REALIZZAZIONE, ALMENO PER IL 50%, DEI VIALI PARAFUOCO. I VIALI PARAFUOCO, PIACCIA O NO AI DIRIGENTI SCIENZIATI, RAPPRESENTANO LA FATTISPECIE DI LAVORAZIONE PIÙ EFFICACE A RIDURRE I RISCHI DI APPICCAMENTO INCENDI. COME SE CIO’ NON BASTASSE, POICHÉ ORAMAI VA DI MODA, IN QUESTI ULTIMI GIORNI PRIMA DEI LICENZIAMENTI, DIVERSE SQUADRE DI OPERAI VERRANNO DISTORTE DAL LAVORO NEI BOSCHI PER ESEGUIRE LAVORI LEGATI ALLA PULIZIA DEL VERDE PUBBLICO IN ALCUNI COMUNI. QUESTO E’ IL DRAMMATICO QUADRO DELLA SITUAZIONE IN ATTESA CHE AD AGOSTO O FORSE A SETTEMBRE, RIPRENDERANNO I LAVORI. CHE DIO C’E’ LA MANDI BUONA! PER QUESTE E TANTE ALTRE RAGIONI, VA IMMEDIATAMENTE AFFRONTATO IL TEMA DELLA RIFORMA DEL COMPARTO DEI FORESTALI IN MANIERA CHE IL PROSSIMO ANNO POSSIAMO VEDERE UN ALTRO FILM. IL SIFUS FARÀ COME SEMPRE LA SUA PARTE PER TROVARE LE SOLUZIONI ATTE A RIDURRE I DANNI”.
Tre le notizie che hanno stretta attinenza con quello che sta succedendo.
Prima notizia: licenziamento di operai della Forestale e boschi incustoditi.
Seconda notizia: realizzato solo il 50% dei viali parafuoco.
Terza notizia: gli operai della Forestale – non sappiamo in che numero – invece di occuparsi dei boschi, sono stati dirottati a sistemare il verde pubblico di alcuni Comuni.
Il 29 giugno scrivevamo che l’antincendio del Catanese presentava problemi: forse non ci siamo sbagliati…
Altro passaggio dell’articolo del 29 giugno:
“Qual è, oggi, la situazione nel servizio antincendi della Forestale in Sicilia?
A noi risulta che il personale impegnato non superi le 4 mila e 500 unità. E sono pochissime, rispetto ai bisogni di una Regione come la Sicilia.
A noi risulta che il personale, in media, presenti un’età di cinquant’anni: e sono tanti per un lavoro così rischioso, che richiede una preparazione fisica non indifferente.
A noi risultano carenze nei dispositivi di sicurezza: perché chi va ad affrontate le fiamme, si sa, deve andare protetto.
A noi risulta – e qui quello che sappiamo noi coincide con quanto affermato da Maurizio Grosso, là dove lamenta l’assenza del 50% dei viali parafuoco – che gli operai della Forestale sono stati avviati al lavoro il 15 giugno e non a metà aprile-fine maggio: perché è tra aprile e maggio che – almeno è quello che sappiamo noi – dovrebbero essere realizzati i viali parafuoco, non dopo il 15 giugno!
A noi risulta che, per ciò che riguarda i mezzi che servono per espletare le attività antincendio, ci siano problemi di revisione e di manutenzione.
A noi risulta che, allo stato attuale, gli operatori del Corpo Forestale – che in Sicilia fa ancora capo alla Regione – che fino a qualche anno fa erano poco più di 900, si sono ridotti, sì e no, a 250 unità!”.
Andiamo agli incendi dei fondi privati.
Certo dovrebbero essere i privati a intervenire. Ma se non intervengono debbono essere i Comuni a intervenire, presentando pio il conto ai privati.
Se ne deduce che se a Palermo e dintorni e a Catania e dintorni il fuoco è partito dai fondi privati, la responsabilità è dei Comuni ai quali spetta il controllo di queste aree.
Andiamo a Palermo. Post su Facebook dell’assessore comunale Giusto Catania:
“Primo incendio all’impianto Tmb che ha bloccato per 10 giorni una linea dell’impianto; poi un altro incendio dentro la discarica a fine turno che, senza un intervento tempestivo degli operai di Rap, avrebbe potuto fare molti danni; l’altra notte un incendio sulla strada provinciale al confine con la discarica; stamattina quarto incendio che sta impedendo agli autocompattatori di andare a conferire. In città, malgrado il grande lavoro di questi giorni, ci sono ancora tanti rifiuti per strada e onestamente quattro incendi in un mese destano qualche inquietante sospetto. Vuoi vedere che qualcuno a Palermo sta scommettendo sui rifiuti per strada? Noi andremo avanti a tutela del servizio pubblico”.
Scusi, assessore: ma coma fa l’impianto di Tmb (Trattamento meccanico biologico) a prendere fuoco? Non dovrebbe essere custodito dal personale, del Comune o della Rap? Forse su 20 mia dipendenti del Comune di Palermo, tra uffici comunali e società collegate, non si trovano i custodi?
Incendio dentro la discarica di Bellolampo “che – dice l’assessore Catania – senza un intervento tempestivo degli operai di Rap, avrebbe potuto fare molti danni”. ma gli operai della Rap non sono lì per occuparsi di quello che succede nella discarica?
“L’altra notte un incendio sulla strada provinciale al confine con la discarica”, dice sempre l’assessore Catania. Su quali terreni? Se sono demaniali l’assessore deve chiamare in causa la Regione; ma se sono privati la responsabilità è del Comune.
“Stamattina – dice sempre l’assessore Catania – quarto incendio che sta impedendo agli autocompattatori di andare a conferire”. Stessa domanda: su quali terreni? Demaniali o privati?
Non è che, per caso, nei terreni che hanno preso fuoco a Bellolampo non sono stati effettuati i lavori per la prevenzione degli incendi?
Ribadiamo: se sono demaniali la responsabilità è della Regione; ma se sono privati la responsabilità è del Comune di Palermo.
In ognuno dei due casi, egregio assessore Catania, in assenza di prove certe, eviti di strombazzare “inquietanti sospetti”, perché se non ci fosse stata l’erba secca non ci sarebbe stato il fuoco: e questo non è un “inquietante sospetto”, ma un dato di fatto.
A nostro avviso, dovrebbe intervenire l’amministrazione regionale per chiarire a chi fanno capo i terreni che hanno preso fuoco a Bellolampo.
SIFUS: MENTRE I BOSCHI BRUCIANO CI CHIEDIAMO: CHI HA VISTO L’ASSESSORE REGIONALE AL TERRITORIO, ON. CORDARO?
MENTRE LA SICILIA BRUCIA MIGLIAIA DI FORESTALI SONO A CASA A CAUSA DI UN GOVERNO CHE HA UNA VISIONE FOTOCOPIA DI QUELLO PRECEDENTE.
I VIALI PARAFUOCO REALIZZATI NON HANNO SUPERATO IL 50%.
IL SERVIZIO ANTINCENDIO, NONOSTANTE L’EVIDENTE IMPEGNO DEI LAVORATORI, E’ INEFFICACE ED INEFFICIENTE, POICHE’ OLTRE A REGISTRARE ALMENO 700 POSTAZIONI VACANTI DISPONE DI MEZZI VETUSTI DI CUI IL 50% DI ESSI ROTTI; I DISPOSITIVI DI SICUREZZA TARDANO AD ARRIVARE, LE ASSICURAZIONI IN TANTI MEZZI SONO SCADUTE.
QUI, QUO, QUA INVECE, DI ARRABBIARSI (IN VERITÀ QUANDO LO FANNO SUSCITANO UNA SONORA RISATA) SONO IMPEGNATI A TRACCHEGIARE PER LA DEFINIZIONE DEI CAPI SQUADRA.
QUANTO IN PREMESSA, RAPPRESENTA, IN LINEA DI MASSIMA, UN ANTICIPAZIONE DEI CONTENUTI DELL’ESPOSTO CHE PRESENTEREMO ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DALLA PROSSIMA SETTIMANA.
NON CI RESTA CHE SPERARE CHE DIO C’E’ LA MANDI BUONA E MAGARI CHE QUALCUNO CHE STA ALL’OPPOSIZIONE TORNI DALLE VACANZE E FACCIA NOTARE AL GOVERNO CHE LA SICILIA STA BRUCIANDO!
IL SIFUS C’E’!
AGGIORNAMENTO 2: dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci:
“Siamo da alcune ore in Sicilia in una condizione di emergenza incendi. A determinarla non è solo l’eccezionale ondata di caldo ma, con molta probabilità, anche una criminale attività dolosa che stavolta nulla avrebbe a che vedere con la nota logica dei pascoli. Almeno questo ci riferiscono i nostri operatori mobilitati sul fronte del fuoco. In atto sono ben ventidue gli incendi attivi sull’Isola, di cui due gravissimi, che impegnano tutti i mezzi regionali della Protezione civile e del Corpo Forestale, quelli messi a disposizione dai Vigili del fuoco e la metà dei Canadair in dotazione allo Stato. A tutti va il mio plauso per lo spirito di dedizione che stanno dimostrando”.
“Sono in contatto – continua il governatore – con il ministero dell’Interno e col sottosegretario Candiani per ogni necessaria intesa sul da farsi. Sullo sfondo di questa grave emergenza si evidenzia – lasciatemelo dire – la disarmante, carente attività preventiva di molti Comuni e dei privati nel predisporre anzitempo, come la legge impone, i viali tagliafuoco nelle aree agricole o in quelle incolte. La amara verità è che serve in Sicilia una nuova coscienza civica capace di coinvolgere tutti e far sentire ognuno responsabile nella prevenzione del rischio, per una concreta cultura dell’ambiente”.
Invece la Regione ha fatto realizzare “anzitempo come la legge impone, i viali tagliafuoco nelle aree agricole o in quelle incolte?”.
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