In effetti, l’ONU che si accorda con il World Economic Forum (WEF) stona un po’. Ricordiamo che il WEF è stato duramente contestato dal movimento che si batte contro gli effetti perversi della globalizzazione dell’economia. Basti pensare alle critiche espresse da Noam Chomsky, esponente di spicco della sinistra no global
di Gian J. Morici
(articolo tratto da La Valle dei Templi)
È passato inosservato l’accordo di collaborazione tra la leadership del World Economic Forum (WEF) e le Nazioni Unite, che non ne hanno neppure fatto cenno sul sito web istituzionale. A pubblicare il documento sulla partnerschip, soltanto il sito del WEF.
L’accordo WEF-ONU non ha precedenti nella storia, visto che le Nazioni Unite non hanno mai sottoscritto accordi del genere neppure con il mondo accademico o con rappresentanti della società civile.
A spingere in direzione di questo accordo, il presidente americano Donald Trump che mira allo smantellamento dell’organismo che vorrebbe sostituito da altre forze in grado di supportare un nuovo sistema di governo globale, guidato dalle corporation, che renderebbe secondarie le decisioni dei vari governi.
Il World Economic Forum, assumerebbe così un ruolo centrale nel rapporto tra la politica internazionale e le holding.
L’accordo raggiunto riguarda temi cruciali, quali il cambiamento climatico, gli investimenti sostenibili e le forme di finanziamento dal privato al pubblico. È evidente come la dipendenza del ONU dal WEF, permette a quest’ultimo di incidere sugli aspetti che riguardano le disuguaglianze globali e le responsabilità delle multinazionali per le violazioni dei diritti umani, lasciando inoltre campo libero all’elusione fiscale indotta dalle banche.
Un processo di revisione che non è passato attraverso l’approvazione da parte degli stati membri, lasciando al solo Segretario Generale la valutazione di un accordo che propone la partecipazione privata come unica soluzione ai problemi dell’attuale sistema multilaterale, non sottoponendola ad alcuna supervisione intergovernativa.
Al fine di superare le difficoltà che i governi nazionali non firmino una simile partnership, destrutturando dall’interno l’attuale sistema internazionale, trasformandolo in un sistema misto pubblico-privato, il WEF ha già avviato trattative con governi di sovranità nazionale, tanto che per il prossimo forum ha accolto con soddisfazione la partecipazione del primo ministro ungherese Orban e del presidente brasiliano Bolsonaro, ai quali è prevedibile si aggiungeranno altri rappresentanti politici di altre nazioni.
Di fatto, l’apparente salvezza delle Nazioni Unite, riducendo l’impatto economico di alcune delle minacce del presidente americano ai suoi bilanci, finirebbe con il marginalizzare l’intero sistema intergovernativo rendendo vani tutti gli accordi internazionali sottoscritti in questi ultimi 75 anni.
QUI IL GIORNALE LA VALLE DEI TEMPLI
QUI PER SAPERNE DI PIU’ SUL World Economic Forum (WEF)
Foto tratta da weforum.org