Fino ad oggi la Lega di Salvini non ha ‘sfondato’ in Sicilia. Il 22% delle recenti elezioni europee è un dato falsato dal fatto che ha votato un elettore su tre. Ma se la retorica delle ONG continuerà a tenere banco, nell’impossibile speranza di ripristinare i ‘numeri’ dell’operazione Mare Nostrum, saranno i ‘numeri’ della Lega a crescere. In Italia e anche in Sicilia
Cos’è oggi la Sicilia?
L’ultima Regione italiana in materia di disoccupazione? Assolutamente sì.
La prima Regione italiana per la presenza di neet, ovvero di giovani che non studiano, non cercano lavoro e non ne vogliono sapere di formazione professionale? Assolutamente sì.
Una delle prime Regioni italiane per migrazione di giovani laureati? Assolutamente sì.
E’ una Regione nella quale, in alcune aree industriali dove l’inquinamento chimico imperversa (Priolo, Augusta, Melilli, ma anche la Valle del Mela, a cui si somma l’inquinamento elettromagnetico), si registra uno dei più elevati indici di mortalità per cancro? Assolutamente sì.
E’ la Regione dove l’agricoltura è in gravissima crisi, dal grano duro, oggetto di una vergognosa speculazione al ribasso, all’ortofrutta, massacrata dall’importazione di prodotti dall’universo mondo (leggere globalizzazione dell’economia), fino al vino delle cantine sociali che non si vende? Assolutamente sì!
E’ la Regione alla quale la Lega – che gestisce il Ministero delle Politiche agricole e anche la Pesca – ha, di fatto, impedito il rilancio della Tonnara di Favignana? Assolutamente sì!
E’ la Regione alla quale, negli ultimi cinque anni, lo Stato ha scippato una montagna di miliardi di euro tra ‘Patti scellerati’ firmati nel 2014 e nel 2016 dal Governo Renzi e dal Governo Crocetta, e cancellazione, dal Bilancio della Regione, di entrate (cioè di crediti, anche nei riguardi dello stesso Stato) che non avrebbero dovuto essere cancellate? Assolutamente sì!
E’ la Regione alla quale lo Stato ha imposto – e continua in questo momento ad imporre – un prelievo forzoso di un miliardo e 340 milioni di euro all’anno, solo di qualche centinaio di milioni inferiore a quella imposto alla Lombardia, che ha il doppio della popolazione della Sicilia e un reddito pro-capite molto più elevato? Assolutamente sì!
E’ la Regione alla quale lo Stato, dal 2009, scippa alla sanità pubblica siciliana circa 600 milioni di euro all’anno, scippo finanziario che ha mandato in tilt ospedali pubblici e Pronto Soccorso? Assolutamente sì!
E’ la Regione nella quale l’ANAS, dopo quattro anni, non ha ancora sistemato un ponte crollato quattro anni fa lungo l’autostrada Palermo-Catania?
E’ la Regione nella quale non si riesce a scalfire il monopolio garantito ad alcuni privati nei trasporti marittimi con gli arcipelaghi, circa 100 milioni all’anno di contributi a fondo perduto ogni anno per avere in cambio un servizio che definire inadeguato è un eufemismo? Assolutamente sì!
E’ la Regione dove c’è una città – Palermo – da un anno e oltre in emergenza rifiuti della quale non parla nessuno, mentre a Roma, per l’emergenza rifiuti, le cui responsabilità non sono in buona parte a scrivibili all’attuale sindaca, Virginia Raggi, Tv e giornali dedicano ogni giorno ampi servizi per denigrare la stessa sindaca Raggi? Assolutamente sì!
Ebbene, con tutti questi problemi – e ci fermiamo qui perché si potrebbe continuare – di cosa si parla? Delle ONG che, a tutti i costi, vorrebbero ripristinare il servizio-taxi per il trasporto dei migranti dall’Africa alla Sicilia!
Eh già, perché il 90% dei migranti che arriva in Italia dall’Africa passa dalla Sicilia. Da decenni la Sicilia – che come abbiamo visto di problemi ne ha tanti – assicura la prima assistenza ai migranti. Ci sono città della Sicilia – Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta e, naturalmente, l’isola di Lampedusa – che, per anni, hanno accolto migranti. Ai problemi di queste comunità si sono aggiunti altri problemi.
Solo una volta Milano ha vissuto quello che Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta e l’isola di Lampedusa vivono da decenni: la presenza massiccia di migranti. Il Comune di Milano ha chiesto subito allo Stato un risarcimento: subito riconosciuto dall’allora Governo nazionale di centrosinistra.
Quando questo accadeva presidente della Regione siciliana era Rosario Crocetta, PD. Abbiamo chiesto all’allora presidente Crocetta: scusi, perché non fa quello che ha fatto il Comune di Milano? Anche perché, in Sicilia, il caos provocato dai migranti non è stato di due giorni, come a Milano, ma era, allora, quasi ordinario (allora le navi ONG cariche mi migranti arrivavano nei porti siciliani a ritmo continuo).
Ovviamente, nessuna risposta. O meglio, la risposta era tutta nel silenzio: come vi permettete, voi siciliani, a paragonarvi a Milano? Milano è la ‘capitale morale’ d’Italia: per Milano, due giorni di caos a causa dei migranti sono problemi seri! Voi siciliani siete l’ultima delle colonie! Tate sbarcare i migranti, assicurate la prima assistenza a spese vostre e zitti!
E oggi? Oggi il grande affare dei migranti si è ridotto. Ma non perché c’è un Ministro degli Interni – il leghista Matteo Salvini – che ha ridotto gli sbarchi. Il grande affare si è interrotto perché è tutta l’Europa che non vuole più migranti.
Ai tempi dell’operazione Mare Nostrum – quando da ogni nave targata ONG sbarcavano 400-500-600-700 migranti alla volta – al ritmo di due, tre volte alla settimana per ogni porto della Sicilia coinvolto, il sistema funzionava così: il 10% e anche meno di migranti restava in Italia, il 90% e forse più dei migranti sbarcato nel nostro Paese prendeva la via dell’Europa: Germania, Paesi scandinavi, Francia e via continuando.
Oggi, in Europa, nessuno vuole più migranti. Ci sono Paesi europei che hanno chiuso le frontiere (Gruppo di Visegrád) senza tanti complimenti; e altri Paesi che hanno chiuso le frontiere senza clamore (la Francia respinge i migranti da Ventimiglia, la Germania li rimanda indietro).
Nessuno in Europa vuole più migranti. Ma, ipocritamente, non si deve dire.
Nel frattempo chi è diventato miliardario con il traffico di migranti – 4-5 mila euro: questa la somma che ogni migrante paga per finire su un barcone) – vorrebbe ripristinare il grande affare.
Ma questo è impossibile, perché, a parte piccoli numeri, nessun Paese europeo, oggi, è disposto ad accogliere il fiume di migranti che, ai tempi dell’operazione Mare Nostrum, attraversava l’Italia per trovare posto in Europa. I posti, per i migrati, in Europa, si sono quasi esauriti.
Il ‘capo’ della Lega, il Ministro Salvini, si prende il merito di aver ridotto il flusso di migranti in Italia. E, purtroppo, grazie alle navi targate ONG che hanno ricominciato a solcare il mare – per ora con piccoli numeri di migranti ‘salvati’, 40, 50 al massimo – Salvini passa per il difensore dell’Italia dall’invasione dei migranti.
Chi opera dalla parte opposta – cioè dalla parte di chi vorrebbe far tornare gli anni dell’operazione Mare Nostrum – la speranza è di fare ripartire il grande affare: ma è una speranza demenziale, perché – lo ribadiamo – nessun Paese europeo, oggi, è disposto ad accogliere migliaia di migranti ogni anno.
Se dovesse ripartire il grande affare, tutti i migranti resterebbero in Italia e sarebbe il caos.
I discorsi dei ‘Capitani’ e delle ‘Capitane’ che ci spiegano che Lampedusa è “il porto più sicuro” può funzionare – creando peraltro già problemi – per 50-forse 100 migranti ogni due tre settimane.
Ma se a Lampedusa dovessero arrivare cinque-sei navi alla volta cariche di migranti non ci sarebbe lo spazio per riceverli. A meno che non si dovesse decidere di regalare Lampedusa alle ONG: cosa che a noi sembra un po’ difficile…
Lo stesso discorso vale per Porto Empedocle, Augusta, Pozzallo: se i signori delle ONG pensano di tornare a riempire questi porti siciliani di migranti, ebbene, si sbagliano di grosso: perché a differenza del passato quando – come già ricordato – i migranti prendevano la via dell’Europa, oggi questo non sarebbe più possibile: e l’Italia non può diventare l’unico Paese che accoglie migranti!
Forzare la mano su questo punto significherebbe, in prospettiva, regalare altra visibilità e altri voti alla Lega di Salvini, che non spetta altro.
In tutto questo notiamo – come accennato all’inizio – che, in Sicilia, non si parla dei problemi della Sicilia. Di fatto, i ‘Capitani’ e le ‘Capitane’ (per ora si punta di più sulle seconde: mediaticamente funzionano meglio) delle navi ONG conquistano la ribalta e, invece di affrontare i problemi veri della nostra Isola, noi, in Sicilia, ci occupiamo di migranti.
Ne parlano, soprattutto, Salvini e gli esponenti della sinistra, o ‘presunta’ tale italiana.
Il primo – come già accennato – sta portando dalla sua parte tanti italiani e tanti siciliani non perché propone soluzioni ai problemi dell’Italia e della Sicilia, ma sull’onda emotiva. Aiutato, in questo, anche dall’Unione Europea: che senso ha, infatti, opporsi, come fa la UE, a 3 miliardi di euro di Flat tax (che a nostro avviso non è risolutiva, ma è molto efficace mediaticamente) quando la stessa UE ha detto sì ai ‘famigerati’ 80 euro del Governo Renzi costati 11 miliardi di euro? Siamo o no davanti a una UE che usa due pesi e due misure screditandosi?
Se poi ci mettiamo le navi ONG, per le quali ormai è normale forzare i blocchi militari italiani e, addirittura!, contestare le leggi italiane, arrogandosi il diritto di contravvenire a tali leggi approvate dal Parlamento, il tutto senza che nessuno intervenga per fare rispettare le stesse leggi, che possono anche essere discutibili, ma che non possono essere ignorate mandando in soffitta Socrate e la sua cicuta, ebbene, la ‘frittata’ è fatta!
Le elezioni amministrative e le elezioni europee segnano una lenta crescita della Lega anche in Sicilia. Non è una grande crescita: il 22% della Lega in Sicilia alle recenti elezioni europee è un dato falsato dal fatto che ha votato un siciliano sui tre.
Ciò significa che la Lega, in Sicilia, oggi, ha sì e no, il 6-7%. Il problema è che, continuando di questo passo, con migranti e ONG che portano i siciliani ad occuparsi di migranti e non di problemi reali della Sicilia, la percentuale potrebbe crescere.
Anche perché dubitiamo che gli esponenti delle varie sinistre ‘fuxia’, come li definisce il filosofo marxista Diego Fusaro, che salgono e scendono dalle navi targate ONG, quando arriveranno le prossime elezioni, i candideranno in Sicilia: al massimo, potranno andare a candidarsi in Libia, perché non crediamo che in Sicilia, così continuando, avrebbero molte possibilità…
Foto tratta da lasiciliaweb.it
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