E’ ufficiale: i siciliani che hanno creduto nell’acqua pubblica sono stati presi in giro. La decisione dell’ATI di Agrigento di affidare la gestione idrica a una nuova spa è perfettamente in linea con il PD siciliano che ha bloccato il ritorno all’acqua pubblica prima con il Governo Lombardo e poi con il Governo Crocetta. Le contraddizioni dei grillini, che un giorno dicono una cosa e, il giorno dopo, l’opposto. Ma nelle mani di chi siamo?
I grillini di Agrigento non vogliono che a gestire l’acqua di questa provincia sia una società per azioni (spa). Però, per il più grande acquedotto del Sud Italia, i grillini del Governo nazionale hanno scelto proprio la formula della spa, peraltro difendendola, dicendo che sarà una società per azioni in mano al pubblico e non scalabile! (QUI UN ARTICOLO IN CUI I GRILLINI SPIEGANO CHE LA SOCIETA’ PER AZIONI DEL PIU’ GRANDE ACQUEDOTTO DEL SUD NON SAREBBE SCALABILE).
Credeteci: abbiamo grandi difficoltà a seguire le scelte politiche di un Movimento 5 Stelle che va a zig zag: e non riusciamo a capire se questo zig zag sia il prodotto di disinformazione (magari i parlamentari grillini non sanno quello che fanno i parlamentari nazionali grillini a Roma), di inadeguatezza o di furbizia.
Per l’EIPLI, il sistema idrico che serve la Puglia, la Lucania e l’Irpinia, i grillini del Governo nazionale hanno optato per una spa. E per una spa hanno optato i protagonisti dell’ATI di Agrigento.
La scelta che i grillini hanno adottato per il più grande sistema idrico del Sud – cioè la suddetta spa – viene invece contestata dai grillini della provincia di Agrigento:
” Da fonti giornalistiche dei giorni scorsi, si apprende che il CDA dell’ATI di Agrigento, presieduta dalla sindaca di Sciacca Francesca Valenti, sembrerebbe puntare ad una società per azioni a totale capitale pubblico quale forma di gestione per il dopo Girgenti Acque. Insorgono i parlamentari del M5S eletti in provincia di Agrigento, Matteo Mangiacavallo, Giovanni Di Caro, Filippo Perconti, Michele Sodano, Rosalba Cimino e Rino Marinello“.
“Sarebbe una scelta folle e irresponsabile – commenta la deputazione M5S – visto che in nessuna parte d’Italia le gestioni dell’acqua con spa sono state mai efficaci, efficienti ed economiche. Sono sempre state un danno per i cittadini e non è mai cambiato nulla se il capitale delle società era pubblico o privato, l’acqua resta privata con le spa, e le tre ‘E’ (efficienza, efficacia ed economicità) non vengono mai rispettate. Ce lo insegna la storia”.
“Si vorrebbe praticamente cambiare solo il nome alla Girgenti Acque (la società privata che, fino ad oggi, ha gestito il servizio idrico in un gruppo di cittanide dell’Agrigentino ndr) – afferma Matteo Mangiacavallo – che, anche grazie alla politica, veniva qualificata come ‘assumificio’ dall’ex procuratore della Repubblica di Agrigento, il dott. Fonzo. Figuriamoci cosa potrebbe accadere con un’altra spa, tutta nelle mani degli amministratori locali. In pratica, sarebbe molto più semplice trasferire il ‘fardello’ che era stato creato con la Girgenti Acque dentro la nuova società. E ovviamente non cambierebbe nulla per le tasche dei cittadini dell’agrigentino”.
“Nel 2011 abbiamo votato per l’acqua pubblica – continua Filippo Perconti – e non può esserci acqua pubblica se a gestirla è una società per azioni. La società per azioni è un ‘ente di diritto privato’ e non importa se il capitale è pubblico. La spa persegue, per istituzione, lo scopo di fare utili e non possiamo accettare che con l’acqua si pensi ancora a fare utili”.
“Non possiamo ammettere forme di gestioni diverse dalle aziende speciali consortili, da quelle esercitate da unioni di Comuni o dai Comuni in forma diretta – commentano i deputati agrigentini – lo diceva la legge regionale 19/2015 poi impugnata dal Governo Renzi e lo dice anche la proposta di Legge a firma Federica Daga del M5S, in discussione adesso alla Camera dei deputati. Tornare alle spa sarebbe un contro senso, oltre che una beffa per i cittadini”.
Qui apprendiamo una notizia: e cioè che il Movimento 5 Stelle, a livello nazionale, avrebbe cambiato opinione e oggi sarebbe contraria al ricorso alla spa che ha invece proposto per l’EIPLI, ovvero per il più grande sistema idrico del Sud.
“Abbiamo faticato oltre 10 anni per liberarci della Girgenti Acque spa – conclude Giovanni Di Caro – e, dopo l’intervento di Prefettura e Magistratura, non abbiamo intenzioni di resuscitarla in alcun modo.
I cittadini e i sindaci dell’ATI si oppongano a questa scelta scellerata del CDA che probabilmente vuole creare nuovi carrozzoni”.
In questa storia c’è il ‘pentimento’ dei grillini, che avrebbero finalmente capito che acqua ed spa debbono restare distinte e distanti: se è così è un passo avanti.
E c’è anche la conferma che nell’Agrigentino comanda ancora la vecchia politica.
Con rispetto parlando, la sindaca di Sciacca, Francesca Valenti, che è anche presidente dell’ATI di Agrigento, fa parte della vecchia, vecchissima politica!
Che cosa c’è da aspettarsi dalla vecchia politica, per l’acqua, se non una spa?
Ricordiamo che il referendum che ha sancito il ritorno all’acqua pubblica è del 2011. In quel momento la Regione siciliana era amministrata dal un Governo regionale di centrosinistra (Governo Lombardo-Cracolici-Lumia) che si è guardato bene dall’eliminare la gestione privata dell’acqua!
Dal novembre del 2012 al novembre del 2017 la Regione siciliana è stata amministrata da un Governo di centrosinistra (Governo Crocetta): ovviamente, di acqua pubblica nemmeno a parlarne.
Quello che è avvenuto nella passata legislatura ha dimostrato che i vari Comitati per l’acqua pubblica sono una presa in giro. Servono soltanto per gabbare i cittadini, provando a tenerli con il PD.
Nella passata legislatura, infatti, non è mai stato messo all’ordine del giorno del Parlamento siciliano un disegno di legge d’iniziativa popolare per il ritorno all’acqua pubblica. E questo è avvenuto mentre al Governo, come già ricordato, c’era il centrosinistra e alla presidenza dell’Ars c’era sempre il centrosinistra.
Tutto questo è avvenuto – e questa è la cosa più grave – senza che i Comitati dell’acqua pubblica, tutti riconducibili alla finta sinistra siciliana rappresentata dal PD, abbiano fatto una battaglia contro il Governo Crocetta e contro la presidenza dell’Ars.
Per essere precisi fino in fondo, non ricordiamo, da parte dei 14 deputati grillini dell’Ars della passata legislatura, una battaglia parlamentare per mettere in discussione a Sala d’Ercole il disegno di legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica.
Né possiamo prendercela con l’attuale Governo regionale di centrodestra, che è sempre stato favorevole all’acqua gestita dai privati.
La morale di questa storia è che, in Sicilia, per tornare all’acqua pubblica, serve un partito siciliano.
Cari cittadini siciliani di sinistra e, in generale, cari cittadini che vi siete battuti dentro i comitati per l’acqua pubblica: prendetene atto: la finta sinistra siciliana a ‘trazione’ PD, anche sull’acqua, vi ha preso in giro.
La decisione dell’ATI di Agrigento – espressione della vecchia politica siciliana targata PD – sull’acqua, è in perfetta sintonia con il Governo Lombardo e con il Governo Crocetta: cioè con il PD.
foto tratta da it.blastingnews.com