Evidentemente Pino Apprendi, figura storica della sinistra post comunista di Palermo, oggi esponente di ‘Cento Passi’, ha scritto questa nota dopo che ieri, nel corso di una seduta del Parlamento siciliano, con il voto segreto sono stati ‘bocciati’ due provvedimenti che sarebbero serviti alla Sicilia. A questo punto, quando ci vuole ci vuole…
Eh sì, il doppio voto segreto di ieri sera all’Assemblea regionale siciliana, con il quale una strana maggioranza parlamentare (opposizione-d’occasione, chiamiamola così) ha ‘bocciato’ due provvedimenti che sarebbero serviti alla Sicilia (NE PARLIAMO QUI), a prescindere dalle beghe della politica-politicante, debbono aver spinto Pino Apprendi – figura storica dei post comunisti di Palermo, più volte parlamentare e Sala d’Ercole e primo dei no eletti, alle ultime elezioni regionali nella lista ‘Cento Passi’ – a dire la sua sul voto segreto.
“In politica – dice Apprendi – è possibile tutto e il contrario di tutto. Ci si può convincere di essere nel giusto anche in buona fede e votare in maniera differente al proprio gruppo di appartenenza, c’è il voto di coscienza motivato, una scelta onesta e alla luce del sole. Rifugiare il proprio voto, nel voto segreto è una pratica che non ha nulla di democratico, a meno che non si voti su persone o temi etici. Tutto il resto è tattica politica di persone che non sanno assumersi le proprie responsabilità”.
Un attacco, insomma, alla pratica del voto segreto, usato spesso indistintamente da “pezzi della minoranza” e da “pezzi della maggioranza”.
La conclusione sul voto segreto? Pino Apprendi non ha dubbi:
“Va abolito con una presa di coscienza generale”.
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