Lo ha deciso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha respinto il ricorso presentato dall’Italia (per una vicenda che riguarda anche la Sicilia). La vicenda risale agli anni compresi tra il 2000 e il 2006, quando la Regione finanziò con i fondi strutturali europei corsi di formazione professionale incardinati con le leggi regionali. Il comunicato del parlamentare regionale grillino, Luigi Sunseri
Tra il 2001 e il 2006 quando, con i fondi di Agenda 2000, si finanziarono corsi di Formazione professionale seguendo i criteri della legislazione regionale, venne messo nel conto che, un la regione siciliana sarebbe stata chiamata a pagare il conto. Ebbene, quel giorno è arrivato, se è vero, come leggiamo in un comunicato deputato regionale del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Bilancio all’Ars, Luigi Sunseri, che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha respinto il ricorso contro il taglio di 380 milioni di euro già disposto dalle UE nei riguardi della Sicilia.
La storia è piuttosto complicata e riguarda gli anni in cui, forse, non ci sarebbe stato tanto bisogno di imputare sui fondi europei di Agenda 2000. Anche se i cronisti politici con un po’ di memoria storica ricorderanno che, già dal 2002, l’Ufficio Bilancio del servizio studi del Parlamento siciliano segnalava i primi problemi del Bilancio che si sono aggravati via via negli anni successivi, sino ad arrivare al default non dichiarato dei nostri giorni, provocato dai ‘Patti scellerati’ siglati con Roma dal passato Governo regionale.
Ma il tema di oggi sono i pasticci combinati tra il 2001 e il 2006 non dai politici dell’epoca, ma dagli alti burocrati regionali di quegli anni (erano già in vigore le leggi Bassanini recepite dall’Ars e la firma – e quindi la responsabilità – era già in capo alla burocrazia).
Leggiamo intanto cosa scrive Sunseri:
“La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che respinge il ricorso dell’Italia contro il ‘taglio’ di 380 milioni di euro per la Sicilia di fatto certifica l’incapacità di politici e burocrati siciliani nella programmazione dei fondi europei. Musumeci apra un’indagine interna perché chi abbia sbagliato paghi. Non siano i cittadini siciliani a pagare gli errori dei singoli burocrati”.
I fatti non riguardano l’attuale Governo, ma risalgono agli anni di Agenda 2000. Per quello che a noi risulta, il ricorso dovrebbe riguardare, appunto i fondi europei utilizzati per progetti di Formazione professionale incardinati con le leggi regionali di questo settore e finanziati con i fondi strutturali europei.
Sempre per la cronaca, in quegli anni le autostrade non si potevano finanziare con i fondi strutturali europei: tanto che sul completamento della Palermo- messina si registrarono problemi enormi.
E la vicenda di oggi? “La vicenda – spiega Sunseri – ha inizio nel 2005 quando la Commissione Europea effettuando una prima verifica contabile cominciò a notare evidenti e gravi irregolarità. Dopo questa prima verifica la Commissione ritenne che esistevano ‘carenze relative alla gestione e al controllo dell’intervento finanziario’ e oggi la sentenza della Corte UE certifica questo ennesimo disastro. Purtroppo chi sbaglia in Sicilia rimane sempre al proprio posto e non si ha notizia dei funzionari che sono stati autori di questo ennesimo disastro. Per questa ragione, insieme al mio gruppo, ho chiesto al presidente della Regione Musumeci di avviare un’indagine interna per risalire ai responsabili che sono stati capaci di far perdere l’ennesima opportunità alla nostra comunità”.
Questa vicenda spiega il perché, a partire dal 2009, la legge regionale cardine della Formazione professionale siciliana – la legge n. 24 del 1976 – è stata, di fatto, ‘sterilizzata’, anche se mai abrogata.
La legge regionale n. 24 presuppone una Formazione professionale gestita da Enti non profit; mentre il Fondo Sociale Europeo si articola attraverso i bandi. La prima è una Formazione professionale pubblica; la seconda – quella finanziata con le risorse del Fondo Sociale Europeo – è una Formazione professionale gestita da soggetti privati, in perfetto accordo con l’Unione Europea liberista dell’euro.
Paradossalmente, la Formazione professionale gestita con la legge 24 – e con fondi europei – era molto più corretta e più ‘trasparente’.
Con i bandi voluti dalla ‘Grande Unione Europea’, invece, succede di tutto…
Foto tratta da apiceeuropa.com
AGGIORNAMENTO: Dichiarazione dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao:
“La decisione da parte della Corte di Giustizia UE di rigettare il ricorso dell’Italia contro la riduzione dei fondi del FSE in Sicilia è uno schiaffo finale violentissimo non solo alla dirigenza siciliana nella gestione dei fondi UE, ma purtroppo anche ai siciliani e al mondo della fFormazione, perché certifica senza appello la mangiatoia della politica ai danni della formazione”.
Così ha dichiarato l’eurodeputato Ignazio Corrao in merito alla decisione definitiva della Corte di Giustizia Europea a seguito dell’impugnazione proposta dall’Italia nell’aprile 2018, con cui vengono definitivamente sottratti alla Sicilia 379 milioni di euro relativi al FSE 2000-2006.
“I fatti risalgono all’epoca oscura della formazione siciliana – sottolinea Corrao – in cui irregolarità, assenza di controlli e gravi carenze hanno consentito di far sparire fondi per la formazione. Progetti presentati dopo le scadenze, consulenti esterni privi di qualifiche, spese non attinenti ai progetti, attività formative false, violazioni sistematiche negli appalti e nella selezioni di docenti, esperti e formatori hanno alimentato un sistema che è divenuto a pieno titolo una vera e propria truffa colossale all’UE con i soldi dei siciliani”.
“Adesso – sottolinea ancora l’eurodeputato – vogliamo sapere dove sono andati a finire questi soldi e chi deve pagare per questo danno gravissimo alle casse siciliane. Chi ha sbagliato non la deve passare liscia. Bisogna andare in fondo a questa vicenda, sapere chi ha la responsabilità di aver perso questo denaro. Pretendiamo la lista dei soggetti che hanno ricevuto impropriamente i soldi del Fondo Sociale Europeo dal 2000 al 2006 e ci attiveremo per chiedere un intervento della Corte dei Conti sui responsabili regionali delle ‘gravi carenze relative alla gestione e al controllo dell’intervento finanziario del FSE’” conclude l’europarlamentare M5S.