Avviata la class action per i disservizi nei trasporti marittimi tra Sicilia e isole minori

19 giugno 2019

La notizia la leggiamo nella pagina Facebook del magistrato Angelo Giorgianni. Alla class action partecipano alcuni cittadini e ‘Consumatori Associati’. L’iniziativa era stata annunciata lo scorso dicembre. Sotto accusa una condizione di monopolio che frutta, tra fondi nazionali e fondi regionali, circa 100 milioni di euro all’anno  

“Dopo avere in più occasioni segnalato e documentato i gravi disservizi nei collegamenti marittimi con le Isole Minori, con danno per gli utenti del servizio e per l’Economia, alcuni cittadini, insieme a Consumatori Associati, abbiamo avviato la Class Action”.

Così scrive sulla propria pagina Facebook Angelo Giorgianni. Che aggiunge di aver già notificato la diffida “al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Presidente della Regione, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Nazionale, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Europea ed alle Società di navigazione chiedendo:

1) la verifica, con riferimento al periodo di tempo che va da agosto 2012 ad oggi, del corretto e compiuto adempimento degli obblighi gravanti sulla Compagnia Navigazione Siciliana (Join Venture tra Caronte /Tourist e Ustica Lines);

2) la verifica del corretto e compiuto adempimento/osservanza degli obblighi/oneri gravanti sui Ministeri Vigilanti (ai sensi dell’art. 10, rubricato “Vigilanza”; dell’art. 11, rubricato “Piani generali e schemi di contratto”; dell’art. 12, rubricato “Idoneità’ delle navi e prove in mare”; dell’art. 13, rubricato “Penalità” e dell’art. 14, rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società” della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 — n. rep. 55);

3) l’applicazione, ove accertata la sussistenza dei presupposti e con riferimento ai periodo che va da agosto 2012 ad oggi, delle penalità previste dall’art. 13 (rubricato “Penalità’) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, nella quantificata misura di €.6.822.302„00 ovvero nella maggiore o minore entità che verrà accertata;

4) l’attivazione, ove accertati i presupposti, della procedura per la risoluzione del rapporto prevista dall’art. 14 (rubricato “Risoluzione del rapporto per inadempimento della Società”) della “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55;

5) provveda, ove non venga risolto il rapporto, a rimuovere le cause dei lamentati disservizi, previa effettuazione di una ricognizione completa degli standard qualitativi ed economici dei servizi di trasporto marittimi, dall’agosto 2012 ad oggi, nonché a garantire l’ossequiosa osservanza della regolamentazione pattizia, di cui in “Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento con le isole minori siciliane” del 30 luglio 2012 – n. rep. 55, in ogni sua parte;

6) a provvedere ad assumere senza ritardo o ii ulteriore iniziativa ritenuta o opportuna;

7) a provvedere a pubblicare gli esiti della diffida ai fini di una migliore conoscibilità da parte di tutti i cittadini, nonché a comunicare tutte le iniziative assunte, ai sensi dell’art. 3, comma 1, Dlgs n. 189/09 a Consumatori Associati”.

I toni del post su Facebook sono molto decisi:

“Si è formulato, infine, espresso avvertimento che nel caso in cui, decorso il termine di novanta giorni dalla notificazione della diffida, l’amministrazione e/o il concessionario non avranno provveduto, o avranno provveduto in modo soltanto parziale, ad eliminare la situazione denunciata e ad adottare tutti i provvedimenti di dovere, verrà proposto, ai sensi dell’art. 3 D. Lgs n. 198/09, ricorso all’Autorità Giudiziaria competente, con espressa riserva di assumere ogni iniziativa finalizzata all’accertamento e quantificazione del danno erariale che sarà derivato dalla omessa adozione dei provvedimenti dovuti”.

Per la cronaca, i collegamenti marittimi tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi sono gestiti da un gruppo che, tra Stato e Regione siciliana, incassa ogni anno circa 100 milioni di euro. Questo, almeno, è quello che si legge nei siti ufficiali del Ministero dei Trasporti e della Regione siciliana.

La lunga storia dei collegamenti marittimi tra la Sicilia i i suoi arcipelaghi è particolarmente ricca, oltre che di contributi pubblici, di roventi polemiche, se è vero che non tutti i mezzi utilizzati sono, come dire?, esempi di modernità. Insomma, forse qualcosa di nuovo non guasterebbe.

I Nuovi Vespri si sono spesso occupati di questo settore nevralgico della vita pubblica siciliana. Della class action, per esempio, abbiamo scritto lo scorso dicembre:

Tocca  i fili dell’alta tensione l’iniziativa presentata… a Messina, nel corso di una conferenza stampa, da Consumatori Associati e dal giudice, Angelo Giorgianni, contro i disservizi nel settore dei trasporti marittimi in Sicilia e contro il monopolio che si è creato nel settore “nel silenzio delle istituzioni”. Non solo una class action per chiedere un risarcimento della collettività di 150 milioni di euro, ma anche una segnalazione alla Commissione europea per sollecitare una procedura d’infrazione per illegittimi aiuti di Stato”.

Sempre lo scorso dicembre non era stato meno tenero il presidente nazionale di Consumatori Associati, l’ avvocato Ernesto Fiorillo:

“E’ grave la situazione di Monopolio esistente nel traghettamento verso le Isole Eolie e sono molteplici i danni e disservizi causati da tale situazione. Abbiamo così pensato di rivolgerci alla Commissione Europea ed in particolare alla direzione della Concorrenza e dei Mercati per fare aprire una procedura di infrazione per illegittimi aiuti di Stato. Abbiamo predisposto inoltre una class action per chiedere un risarcimento di 150 milioni  di euro”.

Il Monopolio – ha detto Fiorillo lo scorso dicembre – si è consolidato nel l’indifferenza delle Istituzioni, nonostante i danni che subiscono gli utenti del servizio. Ma il danno ulteriore per i consumatori è stato che si è passato da un servizio integrato, navi-aliscafi che avrebbe garantito maggiore funzionalità, con l’uso sostitutivo di tutti i mezzi per far fronte ad avarie, condizioni meteo marine avverse, corse insufficienti rispetto ai passeggeri, ad una netta divisione dei servizi. Le risorse pubbliche a cui attingono a piene mani le compagnie di navigazione imporrebbero un servizio di qualità ed a prezzi competitivi.  La convenzione del 12 aprile 2016 tra Ministero delle Infrastrutture ed SNS (oggi Liberty Lines e Siremar) prevede un corrispettivo di 55.694.895 euro annui per i servizi cosiddetti essenziali sino all’11 aprile 2028, a cui si aggiungano 46.828.251,5 euro (iva esclusa) per servizi integrativi affidati dalla Regione Siciliana. Pertanto per i Trasporti marittimi in Sicilia Stato e Regione corrispondono annualmente agli armatori 102.523.146,5 euro, che continuano ad utilizzare anche vecchi natanti dell’ex Siremar, addirittura acquistati con la previsione di prezzo differito della cessione del ramo cabotaggio”. (QUI TROVATE IL NOSTRO ARTICOLO DELLO SCORSO DICEMBRE PER ESTESO).

Siamo proprio curiosi di sapere come andrà a finire.


 

 

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