Chi ha la responsabilità diretta o indiretta del degrado morale e umano che spinge i frustrati oltre il limite della decenza? Dei social? Forse un po’ sì. Ma anche di certa politica rancorosa e avvelenata. Si sa, la folla acclama sempre Barabba, perché non ragiona, non rispetta e non discerne…
di Adriana Vitale
l dubbio che tormenta, il dubbio di chi, per fortuna e sono tanti, gli è rimasta integra la ragione, l’umanità, gli occhi della bellezza, della solidarietà, della pietà, della fratellanza: ma siamo sempre stati bui, ciechi, miseri, nani, cattivi, infelici e il web ne ha amplificato gli aspetti miserabili, oppure questa forma di becero bullismo adulto, che tocca finanche la sacralità dell’uomo, fino a spingersi ad insultare chi lotta tra la vita e la morte, è figlia del nostro tempo?
L’aria è inquinata dall’odio, dal rancore, dall’invidia: ed è qui che sorge un altro quesito: è mai possibile che la politica sia riuscita ad intossicare il nostro respiro, approfittare delle nostre paure, nutrirsi del nostro disagio?
Dunque l’uomo non ha capacità di giudizio?
È solo appartenenza cieca senza se e senza ma?
È solo la ricerca di un idolo da adorare fino a quando non lo si butta via per crearne un altro?
Non esiste capacità di critica?
Allora si chiama virus, inteso come un qualcosa che colpisce a prescindere dalla volontà e dalla capacità di discernimento, che va al di là della ragione. Qualcosa che per taluni diventa l’unico modo per affermare la propria esistenza in vita: “Io esisto perché anche gli altri mi vedono e poco importa se la popolarità deriva da diarree lessicali volgari e squalificanti, esisto quindi sono!”.
Senza capire che tutto ciò non è “essere” ma semplicemente apparire nel peggiore dei modi, nella più insignificante veste dell’essere uomo. Uomo solo per le sembianze fisiche, ma non nel cuore e nell’anima imbruttita, nera e squallida.
Chi ha la responsabilità diretta o indiretta del degrado morale e umano che spinge i frustrati oltre il limite della decenza?
Dei social? Forse sì, dovrebbero essere controllati e impedire per sempre l’uso a chi non ne fa buon uso, a chi osa trattare la vita umana come se fosse una sputacchiera: l’interdizione perpetua di chi non ha alcun rispetto per la vita e per la morte.
La responsabilità è della politica rancorosa e avvelenata? Forse sì, la folla acclama sempre Barabba, perché non ragiona, non rispetta e non discerne. La folla è peggio delle bestie che corrono in branco, corrono dove va il vento e non guardano chi calpestano e uccidono.
Un uomo si può uccidere in tanti modi, ma il peggiore rimane la gogna pubblica, lo sputo, il disprezzo. La gogna mediatica, quella che lacera intimità e sentimenti, quella che arriva gratuitamente e con sfregio dai leoni da tastiera, i quali pensano di aver trovato la loro ragion d’essere, la loro esistenza in vita in una fredda e anonima tastiera.
Un ci rumpiri i cabbasisi, Maestro: “Prendi la penna e scrivi”.
Futtitinni di un branco di imbecilli dal pensiero unico e rancoroso.
Susiti: abbiamo bisogno del tuo genio per lungo tempo ancora.
Foto tratta da interris.it