Franco Zeffirelli, un gigante del Teatro e del Cinema del nostro Paese ha lasciato questa Terra. Noi lo ricordiamo con uno scritto di Mario Pagliaro, che ricorda l’amore di Zeffirelli per la Sicilia: un amore che inizia nel 1947 guardando il film ‘La terra trema’ di Luchino Visconti. L’attività culturale di Zeffirelli è immensa. Ma l’amore per Giovanni Verga sarà sempre una costante della sua lunga vita
di Mario Pagliaro
“Con La terra trema, nel ’47, conobbi la Sicilia”, ricordava il grande Franco Zeffirelli. “Non la conoscevo e ne rimasi impressionato. Giravamo coi pescatori di Aci Trezza, c’era una povertà oserei dire medievale; allora tornando a Firenze iniziai a leggere Verga”.
Classe 1923, figlio non riconosciuto di un commerciante della stessa cittadina di Leonardo (Vinci), e poi geniale scenografo e regista, prende il nome di Zeffirelli dalla madre che lo sceglie da un’opera di Mozart: ‘Zeffiretti’. L’impiegato dell’anagrafe sbaglia e scrive: Zeffirelli.
Franco Zeffirelli resterà legato alla Sicilia fino alla vecchiaia. ‘
“In Sicilia i siciliani dovrebbero fare come fanno gli ebrei in America: che hanno la Lega antidiffamazione, e farsene una. Sono costantemente diffamati. Ma sono il popolo che ci ha dato Verga e Pirandello, solo per citarne due”.
Nel 1980 è a Palazzolo Acreide, Sicilia greca per dirla con Cappellani, per girarvi alcune scene de La Cavalleria Rusticana:
“Ma qui è meglio che in California. Com’è possibile che la Sicilia sia in questo stato?”.
Girerà in Sicilia anche Storia di una capinera, ancora ammaliato da Verga, che recita a memoria. Parlava della Sicilia con la sua amica greca Maria Callas che, da Palermo, dopo le prove, tornata in albergo scriveva al suo amore dell’epoca come al teatro dove cantava:
“Tutti mi girano intorno affannandosi a chiedermi se avessi bisogno di qualcosa: ma non sanno fare nulla, e non funziona nulla”.
Zeffirelli tornerà in Sicilia molte volte, ad esempio al Festival del cinema di Taormina. Nella seconda Repubblica dei collegi uninominali sarà eletto Senatore per due volte in un collegio uninominale di Catania: ma non era già più la grande politica dei Partiti popolari che, dal 1947 al 1991, aveva fatto dell’Italia un gigante industriale, con le Partecipazioni statali italiane fra le migliori imprese al mondo in molti settori di frontiera: non certo le forchette e le macchinette.
Cattolico praticante, girerà nel 1976 in larga parte in Tunisia per la tv di Stato italiana forse il maggiore (e più amato dal pubblico) dei film mai dedicati a Gesù.
Alla Sicilia, Zeffirelli, era legato anche per Giorgio La Pira, professore di diritto romano a Firenze, poi Sindaco della stessa Firenze e grande dirigente Democratico Cristiano:
“Fu lui a insegnarmi che comunismo e nazismo avevano la stessa radice, ma il comunismo è più pericoloso per la sua dissimulata aspirazione a uguaglianza e libertà. Giorgio non era un pacifista, e fu lui a dirmi di prendere le armi e andare a combattere i tedeschi sull’Appennino”.
Foto tratta da meteoweb