In Italia, ormai, il grottesco diventa quotidiano. Due personaggi che nessuno ha eletto – Giuseppe Conte e Giovanni Tria – ‘bocciano’ un provvedimento, cioè i minibot, sostenuto da un voto del Parlamento. Che i grillini si adeguino non stupisce: ormai sono entrati nella parabola discendente e non sanno nemmeno se esistono. Ma che lo accetti la Lega… Che vogliamo dire? Che a nostro avviso le elezioni politiche anticipate sono ormai dietro l’angolo
Da qualche giorno il Governo di grillini e leghisti non ha più un solo ‘badante’, ma due badanti. Al Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, imposto all’Italia dall’Unione (‘presunta’) Europea si è aggiunto anche il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’accoppiata vincente di un Governo sempre più fragile e sempre più in bilico ha stabilito che i minibot sono una brutta cosa e vanno bloccati.
Ed è anche logico: i minibot avrebbero consentito all’Italia di compensare, a costo zero, i debiti della pubblica amministrazione italiana verso le imprese. Ma il punto è proprio questo: nella ‘Grande Unione Europea dell’euro’ ogni operazione finanziaria deve passare dai privati che gestiscono la moneta unica europea, pagando un ‘obolo’ piuttosto salato a questi signori.
Se questa cosa viene fatta in Sicilia o, in generale, nel Sud Italia, assume un nome preciso e viene sanzionata… Se quest’opzione parte da Bruxelles diventa invece cosa buona e giusta. ‘Relativismo europeista’…
L’operazione minibot (che noi abbiamo illustrato per sommi capi IN QUESTO ARTICOLO) sembra sia stata pensata non tanto dalla Lega, ma da chi avrebbe dovuto gestire l’economia italiana se l’Italia fosse ancora un Paese dotato di propria sovranità politica. Forse i leghisti, sui minibot, pressavano di più dei grillini? Non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che due soggetti che nessuno ha mai eletto – il Ministro Giovanni Tria e il capo del Governo Giuseppe Conte – hanno ‘bocciato’ la proposta, accogliendo l’ordine arrivato da Bruxelles.
Quello che è incredibile, in questa storia, è che la UE, Tria e Conte si stanno mettendo sotto i piedi un pronunciamento del Parlamento italiano che, fino a prova contraria, è sovrano. Ricordiamo che il Parlamento italiano ha approvato una mozione che impegna il Governo a procedere con i minibot.
Per tutta risposta il Governo – nelle figure di Conte e Tria – sta facendo l’esatto contrario.
Anzi, Conte ha detto di più: ha detto che se non si toglie di mezzo la questione dei minibot si va tutti a casa. Come se i milioni di voti che il 4 marzo del 2018 hanno creato i presupposti per la nascita del Governo tra grillini e leghisti li avesse presi lui e non due formazioni politiche.
Questi fatti che abbiamo sommariamente descritto ci dicono che in Italia il Governo promanazione del Parlamento, di fatto, non esiste più. Se i non eletti impongono la propria volontà a chi ha alle spalle milioni di voti c’è qualcosa che non va. O no?
Non sappiamo come reagirà il Movimento 5 Stelle, che alla fine è la forza politica che ha proposto Conte a Palazzo Chigi. Ma che la Lega dovesse lasciare passare un’umiliazione del genere, beh, sarebbe incredibile.
Anche perché, a differenza del Movimento 5 Stelle – forza politica che è ormai entrata nella parabola discendente – i leghisti sono invece in una fase politica ed elettorale di crescita. Accettare supinamente il “No” ai minibot di Conte e Tria, che si sono subito adeguati ai ‘comandi’ di Mario Draghi, sarebbe un suicidio politico.
Il “No” ai minibot, alla fine, è un grande favore politico ed elettorale alla Lega, che adesso ha tutti i motivi per far cadere il Governo e andare alle elezioni. E sono proprio le motivazioni ‘tecniche’ al “No” ai minibot che rafforzano la Lega.
Dire, in questo momento storico, che non c’è bisogno di ricorrere ai minibot perché tanto la Cassa Depositi e Prestiti sta raccogliendo il risparmio degli italiani è una follia.
Già qualche anno fa, quando il debito pubblico italiano era pari a 2 mila e 100 miliardi di euro circa – nonostante il pagamento di interessi che allora ammontavano a 60-70 miliardi di euro all’anno – i giornali economici “che sanno leggere e scrivere” fecero notare il fatto che agli ‘eurocrati’ non piaceva proprio che gli italiani, a fronte del debito pubblico italiano pari, appunto, a 2,1 mila miliardi, fossero proprietari di una casa a testa (e in alcuni casi di due abitazioni a testa) e avessero sottoscritto mille e 400 miliardi di euro di fondi comuni…
Già allora le abitazioni e i risparmi degli italiani facevano gola a chi oggi controlla l’Unione Europea dell’euro. Figuriamoci oggi!
Cosa vogliamo dire? Semplice: che gli italiani, che sono molto meno ingenui di quanto si pensi – soprattutto con riferimento ai risparmiatori intelligenti che, per definizione, non si fanno gabbare dalla banche – potrebbero non soltanto non finanziare la Cassa Depositi e Prestiti, ma pensare anche ad ‘altre’ soluzioni meno italiane…
Nella lingua siciliana c’è una formula molto efficace per delineare uno scenario: ‘a strinciuta’: che significa, grosso modo, alla tirata delle somme.
Ebbene, alla tirata delle somme – o ‘a strinciuta – gli scenari sono due: quello dei minibot, operazione di 60 miliardi di euro circa a costo zero che avrebbe consentito il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione alle imprese; o trovare questi 60 miliardi provando a toglierli ai risparmiatori, consentendo alla Cassa Depositi e Prestiti e allo Stato (a proposito: sono la stessa cosa?) di guadagnarci.
Con il rischio che, una volta messo in circolo questo risparmio (ammesso e non concesso che ciò avvenga), arrivi un bel prelievo forzoso a ‘botta di sangue’…
Che dire, alla fine? Che se la Lega dovesse accettare uno scenario simile farebbe la fine del Movimento 5 Stelle, cioè di Luigi Di Maio che ride mentre tradisce gli impegni assunti con gli elettori sull’ILVA, sulla TAP, sul Sud e via continuando, per poi perdere, in un anno, il 50% dei voti!
Secondo noi, giunti a questo punto, le elezioni anticipate sembrano obbligate. A meno che – lo ribadiamo – la Lega non decida di ‘immolarsi’ sull’altare dell’europeismo come hanno fatto i grillini, accettando il “tutti in fila per tre” di Conte e Tria.
Qualcuno obietterà: se la Lega di Salvini aprirà la crisi i grillini faranno l’accordo con il PD e con altri ‘transfughi’ per un nuovo Governo. Il rischio c’è. Ma ci sarebbe anche un’olimpica certezza: che grillini e PD, alle successive elezioni, faranno la fine di Angelino Alfano…
Foto tratta da ilsussidiario.net