In mezzo mondo abbattono gli alberi perché intralcerebbero il wireless del 5G?

5 giugno 2019

A dare questa interpretazione di quanto sta avvenendo in tanti Paesi del mondo (dove sono in corso abbattimenti di tanti alberi) è un’inchiesta del sito d’informazione “Oasi sana”. L’inchiesta è interessante perché dà voce a uomini di scienza e perché cita fonti ufficiali sulle quali non possono certo essere etichettate come “complottiste”. L’interrogazione del senatore Saverio De Bonis. Noi mettiamo a disposizione dei nostri lettori anche interpretazioni diverse    

Da qualche anno in tutta l’Italia migliaia di cittadini lamentano una sorta di attacco agli alberi. Ma, a quanto pare, il problema non riguarda solo il nostro Paese, ma mezzo mondo. Lo racconta un’inchiesta del sito on line Oasi sana, che fa il punto della situazione citando studi e intervistando esperti del settore. Dando una spiegazione: gli alberi vengono abbattuti perché ostacolerebbero il wireless del 5G.

Stando a questa inchiesta, per fare spazio alla telefonia mobile cellulare, starebbero abbattendo alberi in mezzo Pianeta! Possibile?

Eppure abbattimenti di alberi si verificano in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda, in Francia, in Olanda, in America e in Italia. Tutti nello stesso periodo. Una coincidenza? Noi ci siamo occupati di quanto succede in Italia riportando la posizione del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus (Conalpa). Dove si spiega il perché gli alberi vanno protetti e non abbattuti. 

Abbiamo anche puntato i riflettori sulla solita Unione Europea, che adesso chiede la ‘tracciabilità’ della legna utilizzata nelle pizzerie! (QUI UN NOSTRO ARTICOLO). Ma l’inchiesta di Oasi sana dà un’interpretazione che, sicuramente, farà storcere il naso a chi è sempre pronto a dare del “complottista” a chi cerca spiegazioni spesso alternative alla mentalità convenzionale.

“A placare gli animi – leggiamo nell’inchiesta di Oasi sana – non bastano le relazioni tecniche di agronomi che (legittimamente) certificano malattia e morte naturale di arbusti, fogliame e rami. Perché il problema non è tanto (e solo) saperne di più sullo stato delle piantumazioni abbattute, ma capire se esiste un motivo più subdolo e soprattutto se in tutto questo ci sia una regia nell’esecuzione: perché decine di migliaia di alberi sono stati abbattuti tutti insieme, proprio adesso? Anche in città distanti decine di migliaia di chilometri l’una dall’altra? In Europa come in America?”.

“Nella Smart City Prato – prosegue l’inchiesta di Oasi sana – sono scesi in strada gli attivisti del comitato locale Stop 5G, cartelli in mano hanno accompagnato la chirurgica esecuzione mostrando slogan su un’ipotetica correlazione col wireless di quinta generazione: PIU’ ALBERI, MENO ANTENNE, l’equazione sfilata in corteo pure nel Friday For Future. E’ successo così anche alle porte di Roma, dove il Comitato Stop 5G Cerveteri ha diffuso una nota in cui veniva chiesto al Sindaco ceretano di chiarire sulla contestata demolizione. Alessio Pascucci, primo cittadino nella città della necropoli etrusca ma pure coordinatore nazionale di Italia in Comune (il cosiddetto partito dei sindaci fondato dal parmense Pizzarotti dove è iscritta anche una consigliera della Regione Veneto firmataria di una mozione Stop 5G), è uscito allo scoperto accusando di teorie complottiste, rettiliane e terrapiattiste i difensori dell’ecosistema che nell’Internet delle cose ipotizzano il mandante del sincronico abbattimento di alberi, annunciato persino in 60 mila unità a Roma dalla Giunta Raggi. Mentre in Abruzzo, nell’intento di scongiurare il de profundis, le Mamme Stop 5G portano i loro figli nei prati per farli abbracciare agli alberi, manco fossero scudi umani nell’avanzata dell’intelligenza artificiale”.

Oasi sana dà la parola a Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento elettromagnetico:

“L’acqua, di cui in genere sono ricchi gli alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche nella banda millimetrica. Per questo motivo costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le antenne spesso sui tetti dei palazzi, NdR)”.

“Le inesplorate microonde millimetriche dalle mini-antenne 5G (senza studio preliminare sugli effetti per l’uomo, nonostante le radiofrequenze siano possibili cancerogeni per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) – leggiamo sempre nell’inchiesta di Oasi sana – trovano nell’acqua e negli alberi un ostacolo nel trasporto dati, non avendo il segnale del wireless di quinta generazione lo stesso campo elettrico né la stessa penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard 2G, 3G e 4G. In pratica, l’albero funge da barriera. Le foglie dell’albero assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del segnale emesso dalle mini-antenne!”.

Nell’inchiesta di cita l’Ordance Survey, l’ente pubblico del Regno Unito incaricato di redigere la cartografia statale. Dove si legge che il segnale 5G può essere ostacolato da “tutti gli oggetti significativi in ​​genere” con altezza “oltre i 4 metri”. Tra questi ci sono le “pareti alte, statue e monumenti più piccoli, cartelloni pubblicitari” e anche – ma guarda che cmbinazione! – gli “alberi di grandi dimensioni e siepi alte”; questo perché gli arbusti, le foglie e i rami “devono essere considerati come bloccanti del segnale” del 5G come avviene con pietre e cemento.

L’inchiesta cita anche l’Istituto per i sistemi di comunicazione dell’Università britannica di Surrey a Guildford (est Inghilterra). Dove si dice che i “nuovi modi con cui le autorità di pianificazione locali possono lavorare con gli operatori di reti mobili per offrire enormi opportunità future per le comunità locali (…) è ridurre le altezze dei montanti mobili in modo che siano schermati visivamente da edifici e/o alberi, visto che gli alberi rappresentano l’ostruzione più alta e più probabile. Tuttavia, ciò scherma anche i segnali a radiofrequenza e ha sconfitto l’obiettivo di una copertura affidabile” del 5G.

“In definitiva – si legge sempre nell’inchiesta – sia gli studiosi del 5G dell’Ordance Survey che quelli di Surrey a Guildford, convergono sullo stesso punto dicendo apertamente la stessa cosa: gli alberi con altezza ricompresa tra i 4 e i 3 metri sono un intralcio, un vero e proprio ingombro per la diffusione del segnale elettromagnetico del 5G che, irradiato dai lampioni della luce, non verrebbe recepito a terra dai nuovi Smartphone!”.

L’inchiesta si sofferma sui danni alle piante, citando uno studio dell’americana Katie Haggerty che, sul Giornale internazionale per le ricerche forestali, ha pubblicato gli esiti sull’influenza nociva delle radiofrequenze sulle piante.

“Numerosi episodi si sono stati registrati in Nord America”, dove sono stati “condotti esperimenti su piante schermate e non, irradiate da campi elettromagnetici. La morfologia e il comportamento dei due gruppi esposti a radiofrequenza erano molto simili (…) piantine non schermate e finte schermate avevano tessuto fogliare che variava di colore dal giallo al verde e un’alta percentuale di tessuto fogliare in entrambi i gruppi esposti mostrava lesioni necrotiche. (…) Le foglie nel gruppo schermato erano sostanzialmente prive di lesioni del tessuto fogliare, ma le foglie non schermate e finte schermate erano tutte influenzate in qualche misura dalla necrosi del tessuto fogliare”.

“In conclusione – questo il finale dell’inchiesta – oltre l’umanità l’elettrosmog è pericoloso per ecosistema e piante. E gli alberi sono un intralcio al grande business del 5G. Certo, da qui a dire che tra Europa e America decine di migliaia di alberi siano stati sicuramente abbattuti per installare nuove antenne a microonde millimetriche ce ne passa, ma è un dubbio fondato e tutt’altro che azzardato su cui le istituzioni sono chiamate a chiarire. Responsabilmente. Senza inutili giri di parole. Anche perché la verità sarà nella prova dei fatti. Su quelle stesse strade senza più verde, spunteranno come funghi antenne 5G dai lampioni della luce?”.

E’ giusto dare spazio anche a opinioni diverse. Come quella del sito Open, dove leggiamo:

“Il 5G implica lunghezze d’onda più corte e maggiori antenne per renderlo efficiente, ragione per cui il segnale farebbe più fatica a penetrare gli ostacoli, come edifici e alberi, questo non significa che raderanno al suolo comuni e boschi. Esistono anche stratagemmi come il «beamforming», il quale permette di orientare il segnale in maniera ottimale. Il 5G comporterebbe una maggiore cura nella gestione delle zone verdi in città, non il disboscamento massiccio, che purtroppo avviene già per altri motivi”.

Il tema è già oggetto di dibattito politico. Dei possibili problemi legati alla tecnologia 5G ha parlato il senatore Saverio De Bonis, che ha presentato un’interrogazione al Governo e, in particolare, alla Ministra della Salute-Sanità, Giulia Grillo, e al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (qui un articolo dove potete leggere anche l’interrogazione del senatore De Bonis).

QUI L’INCHIESTA DI OASI SANA

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI OPEN  

Stop 5G: “Le industrie hanno già massacrato la natura!” Senato, De Bonis interroga i ministri Grillo e Costa: “Prevalga il principio di precauzione!”

 

 

 

 

 

 

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