Oggi lutto per la Sicilia: ricordiamo Garibaldi, l’ ‘Eroe’ che ci ha venduto ai Savoia!

2 giugno 2019

Il nostro Ignazio Coppola, che per ‘I Nuovi Vespri’ ha scritto tanti articoli su Giuseppe Garibaldi, nel ricordare l’anniversario del suo passaggio a miglior vita, precisa che il ‘presunto’ Eroe dei due mondi fu ingannato e abbindolato anche da morto. In ogni caso, per noi siciliani e per tutto il Sud Italia Garibaldi è stato una iattura, visto che ci ha consegnato ai piemontesi  

di Ignazio Coppola

Esattamente 137 anni fa, il 2 giugno 1882, alle 6,20 del pomeriggio, Giuseppe Garibaldi, all’età di settantaquattro anni e undici mesi, muore nella sua casa a Caprera, assistito dalla terza moglie, Francesca Armosino, e dai figli Clelia e Manlio. Aveva lasciato scritto, cinque anni prima della sua morte, il 27 settembre del 1877, di voler essere cremato, dando al dottor Giovanbattista Prandina, suo medico di fiducia, le opportune istruzioni al riguardo:

“Si formerà una catasta di legna di due metri, con legno d’acacia, lentisco, mirto e altra legna aromatica. Sulla catasta si poserà un lettino di ferro e su questo la bara scoperta, con dentro gli avanzi adorni della camicia rossa. Le ceneri saranno conservate in un’urna qualunque da sotterrare sotto un albero di ginepro”.

Tutto inutile. Le volontà dell’estinto saranno spudoratamente disattese da coloro i quali, autorità, dignitari e politici, lo strumentalizzarono in vita e continuarono a strumentalizzarlo da morto, sostenendo che la cremazione avrebbe offeso la sensibilità religiosa del popolo.

Intere generazioni hanno, interrottamente, da più di 159 anni a questa parte vissuto nel falso mito di Garibaldi e del garibaldinismo creato ad arte prima dai mass-media del tempo e poi da storiografie ufficiali e testi scolastici compiacenti che hanno creato “ad usum delphini” una falsa conoscenza della storia e di Garibaldi che fu, sia nella vita pubblica che in quella privata, un personaggio molto discusso e diverso da quell’eroe che “scrittori salariati” e di parte, come li definiva Antonio Gramsci, nel tempo ci hanno propinato e che distortamente abbiamo imparato a conoscere.

E’ dunque tempo di squarciare il pietoso velo di ipocrisie, di falsità e di inganni che hanno ammantato la storia del nostro Paese, grazie a storiografi compiacenti. Sono tanti i controversi personaggi del Risorgimento: e Garibaldi fu uno di questi.

E proprio per questo che molti di noi, cresciuti nel culto e nel mito di Garibaldi, hanno, con rincrescimento e disincanto, scoperto successivamente di essere stati ingannati, perché le cose non andarono esattamente come ce le hanno raccontate. Così tanti di noi si sono sempre più convinti che la storia, come troppo spesso capita, la scrivono i vincitori.

QUI DI SEGUITO UNA SERIE DI ARTICOLI SU GARIBALDI SCRITTI DA IGNAZIO COPPOLA:

 

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