Giusto chiedersi – come fa il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia – do’erano Gianfranco Miccichè e i suoi amici quando la UE ha ripartito le quote tonno penalizzando l’Italia. Lo stesso discorso vale per i parlamentari nazionali ed europei eletti in Sicilia. Sbagliata, invece, la difesa del sottosegretario leghista: è stato lo stesso sottosegretario a decidere che alle tonnare fisse di Favignana e Cala Vinagra vanno solo 29 tonnellate di tonno. L’errore è proprio qui
Il ‘caso’ della tonnara di Favignana, che l’imprenditore Nino Castiglione ha deciso di chiudere (a nostro modesto avviso, solo un intervento – serio – del Governo nazionale potrebbe far cambiare il corso delle cose) fa discutere. Le cronache registrano un comunicato del parlamentare regionale dell’UDC, Vincenzo Figuccia, che è anche leader del Movimento CambiAmo la Sicilia. Figuccia critica il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che ha attaccato il sottosegretario leghista, Franco Manzato, e difende lo stesso sottosegretario con motivazioni forse un po’ deboli.
Leggiamo insieme cosa dice Figuccia:
“Sul tema delle tonnare, mi sembra che si stia facendo un gran parlare, evidentemente strumentale, senza conoscere davvero come stanno le cose. Sulle quote tonno, infatti, è bene sottolineare come prima ancora che l’Italia proceda alla loro spartizione tra le Regioni, sia l’Europa ad attribuire al nostro Paese e agli altri Paesi membri un ammontare totale. Ebbene, entro subito nel merito: dov’erano Miccichè e i suoi amici quando in Europa venivano distribuite le quote tonno e a noi spettavano dei numeri irrisori mentre si favorivano Grecia, Portogallo e Spagna che beneficiavano di un aumento di 90 tonnellate?”.
In questa parte del comunicato Figuccia ha ragione: le quote di tonno da poter pescare le stabilisce l’ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione del Tonno) che le assegna agli Stati e, tra questi Stati c’è anche l’Unione Europea che poi, a propria volta, li assegna ai Paesi che fanno parte della stessa UE.
Fa bene, Figuccia, a chiedere “dov’erano Miccichè e i suoi amici quando in Europa venivano distribuite le quote tonno”; ma, dovrebbe aggiungere: dov’era il Governo nazionale e, soprattutto, dov’erano gli eurodeputati della passata legislatura eletti in Sicilia?
“La verità – aggiunge Figuccia – è che le direttive comunitarie sono stringenti, i criteri non sono rispettosi del nostro Paese che non può di certo essere considerato di serie B. Da qui una guerra tra poveri. Credo che per la prima volta si stia prestando attenzione a Favignana e mi sembra di capire che nelle intenzioni del ministero ci sia la possibilità di distribuire le quote in corsa tra la Sardegna e la Sicilia e sono certo che, nelle sensibilità del sottosegretario all’Agricoltura, si vorrà procedere in questa direzione”.
“Posta l’insufficienza delle quote assegnate all’Italia, leggere il decreto di ripartizione del Ministero anziché fare demagogia, impedirebbe a qualcheduno di fare inutili strafalcioni – prosegue Figuccia -. Spinto dal desiderio di approfondire e dall’orgoglio di difendere il mio popolo, ho appena sentito al telefono il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Franco Manzato”.
A questo punto il comunicato riporta le parole del sottosegretario leghista Manzato:
“La quota aggiuntiva a cui tutte e cinque le tonnare italiane avrebbero avuto diritto, circa 29 tonnellate, viene suddivisa per due anziché per cinque, ovvero tra Favignana, in Sicilia, e Cala Vinagra, in Sardegna così da consentire ai due nuovi impianti di avere una base di partenza per potersi sviluppare, pur non disponendo di un dato storico di catture come le altre tre. In numeri: anziché 5 tonnellate, si sono assegnate 14 tonnellate e mezzo. Pertanto, senza il decreto di assegnazione delle quote, la nostra amata Favignana, con la quota indivisa – ha sottolineato il sottosegretario – avrebbe avuto le sole 2 tonnellate che ad oggi ha pescato”.
Qui ci dobbiamo fermare per sottolineare che le 29 tonnellate di tonno da poter pescare assegnate alle tonnare di Favignana e Cala Vinagra non le ha stabilite l’ICCAT o l’Unione Europea: le ha stabilite il sottosegretario.
Il nostro amico onorevole Figuccia dovrebbe chiedere al sottosegretario leghista: a che titolo ha deciso che alle tonnare fisse di Favignana e di Cala Vinagra dovevano essere assegnate appena 29 tonnellate di tonno da pescare? Ripetiamo a scanso di equivoci: questa quota irrisoria è stata stabilita dal sottosegretario e dai suoi uffici. E’ sta proprio qui l’errore, forse frutto di leggerezza, commesso dal Governo nazionale.
Egregio signor sottosegretario leghista Franco Manzato: ma di quale “dato storico di catture” dovrebbe disporre la tonnara fissa di Favignana se è stata ferma per oltre un decennio? Va penalizzata perché è stata ferma per un decennio?
Aggiunge il sottosegretario che la tonnara di Favignana “per quest’anno avrà la garanzia delle 14 tonnellate, a cui potrà aggiungere i trasferimenti da altre strutture o da altri sistemi di pesca: una facoltà che lo stesso decreto prevede, per consentire alle imprese di avere un sistema più elastico ed adeguato a principi di libero scambio”.
Ma il sottosegretario lo capisce o no che questa precisazione è peggiore del danno che ha combinato? I pescatori di tonno di Favignana dovrebbero elemosinare le quote di pesca a destra e a manca?
Dopo di che, quando Figuccia precisa “che serve più autorevolezza in Europa, servono toni forti e personalità che agiscano a difesa delle nostre produzioni, dei nostri mercati, del nostro pescato” ha ragione da vendere. E ha ancora ragione quando dice che è sbagliato “assumere un atteggiamento supino e qualunquista come troppo spesso Miccichè e i suoi amici hanno avuto in tutti questi anni in Europa”.
E, tutto sommato, ci sembra di buon senso l’invito che Figuccia rivolge all’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, suggerendogli di incontrare subito il sottosegretario e la commissione Agricoltura della Camera, “in modo da poter concordare una strategia che garantisca quello che è stato finalmente per la prima volta avviato, cioè il rilancio della tonnara di Favignana”.
Precisando, però, che il rilancio della tonnara di Favignana è stato deciso dalla Regione siciliana e dall’impresa Castiglione, che hanno speso tempo e soldi, non certo dal sottosegretario leghista, che con la ripartizione dei tonni da pescare, di fatto, la sta affossando.
Concordiamo ancora con Figuccia quando scrive che, “sul piano politico, non servono strumentalizzazioni e offese personali, attraverso le quali contrapporsi ad ogni curva al governo nazionale. Questo piuttosto rischia di danneggiare le iniziative del governo regionale che invece ha bisogno di poter dialogare autorevolmente con Roma. Chi è amico dei siciliani e degli interessi legittimi dei siciliani guardi alla tutela del territorio anziché trovare spunti di contrapposizione che danneggiano la nostra terra”.
Giusto aprirsi, come scrive Figuccia, “alla possibilità di ripartire le quote che sono state attribuite alla Sardegna, garantendo che anche la tonnara di Favignana”: ma questo è un diritto che spetta alla Sicilia, non un regalo di un Governo nazionale che ha sbagliato e che farebbe bene ad ammettere il proprio grossolano errore.
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