Padre Garau, il sacerdote che sfida la politica su lavoro ed emigrazione in Sicilia/ MATTINALE 297

1 giugno 2019

Per la seconda volta, oggi, il battagliero sacerdote di Palermo torna in piazza – si spera insieme con tanti cittadini – per sensibilizzare la politica sui temi del lavoro e dell’emigrazione dei giovani siciliani. Appuntamento in Piazza Politeama, naturalmente a Palermo, alle 12,00. Perché è importante partecipare a questa manifestazione 

Eh sì, ci vuole la sensibilità sociale di un grande sacerdote, Padre Antonio Garau, per affrontare il tema del lavoro in Sicilia. Magari provando a bloccare l’emigrazione di giovani – soprattutto laureati – dalla nostra Isola.

Così il battagliero sacerdote Padre Antonio Garau oggi, 1 Giugno, alle 12,00, a Palermo, in Piazza del Politeama, ha promosso insieme con altri volontari un Flash Mob per sensibilizzare i politici a trovare soluzioni per dare lavoro ai giovani.

“Oggi occorre invitare tutti ad avere il coraggio di Amare! – leggiamo in un documento che, gentilmente, Padre Garau ci ha inviato.

“Parlare di Amore ai Politici Siciliani è possibile solo se sapranno guardare gli occhi dei bambini e dei giovani che hanno il diritto di sognare il loro futuro – leggiamo nel documento -. La violenza, l’indifferenza, la distruzione dell’ambiente, il terrorismo, la mafia, il disordine e la crisi di tutti i valori sono causati principalmente dalla mancanza di lavoro per i nostri giovani che non vivono gli ideali della vita e si sentono messi da parte e invitati a fare facili guadagni”.

“Impegniamoci tutti – prosegue il documento – a chiedere ai politici che abbiamo votato il Lavoro e il Rispetto della dignità dei nostri figli. Ogni Risorsa Umana persa è un fallimento del progresso della nostra terra di Sicilia. La dignità di un giovane siciliano non può essere calpestata da una valigia di cartone. Una valigia di cartone e un biglietto di sola andata non possono diventare gli esclusivi regali per i nostri figli che compiono 18 anni. Fa tenerezza ma anche tanto male al cuore, visitare tanti paesi siciliani senza più giovani e scorgere qualche anziano, che ancora ne ha le forze, zappare il proprio terreno che da sempre gli ha prodotto naturalmente la verdura per farsi con il proprio olio un’ottima insalata con degli ottimi pomodori”.

“Difendere e dare dignità alle persone vuol dire creare tutte quelle normali situazioni che permettono ad ogni uomo la gioia e la fatica di costruire ogni giorno, da protagonista, la propria esistenza. Tante volte si parla bene delle persone solo quando siamo dinanzi la loro cassa da morto, quante occasioni buone abbiamo sciupato per dire un semplice ‘grazie’ o un semplice ‘scusami’ o un semplice ‘bravo’. Bisogna gareggiare nello stimarci a vicenda, nell’avere un linguaggio che costruisce pace, nel saper apprezzare il lavoro altrui. Insomma cosa perdiamo se da oggi ricominciamo ad essere fieri di essere Uomini?”.

Padre Garau ha già dato vita a un’iniziativa in favore dei giovani siciliani, per sensibilizzare la politica a trovare soluzioni. Lo ha fatto lo scorso 30 aprile, organizzando un sit-in davanti al Palazzo Reale di Palermo, la sede del Parlamento siciliano.

In quell’occasione Antudo lo ha intervistato. Noi riprendiamo l’intervista di Antudo perché la riteniamo interessante e attuale.

Padre Garau parla della sua parrocchia, “una parrocchia semplice – dice – che non ha niente di più delle altre. Come tante parrocchie di Palermo si trova in un quartiere, in questo caso Borgo Nuovo, che vive problematiche sociali molto forti. Proprio per questo da quando sono qui mi sono impegnato tantissimo per dare una mano a chi ha bisogno. Per anni sono stato allo Zen ed ho portato avanti dei progetti bellissimi con i ragazzi che ci vivevano. Qui tra le attività più importanti abbiamo il dopo scuola per bambini e ragazzi del quartiere, lo facciamo grazie ai tanti volontari che si mettono a disposizione. Molti di loro non hanno neanche il diploma ma ci danno comunque una grossa mano. E poi ci sono tutte le altre attività legate al quotidiano. Questo posto e sempre aperto e sempre a disposizione di chi è in difficoltà”.

E a proposito dell’emigrazione dei giovani siciliani, con riferimento soprattutto ai laureati, Padre Garau dice:

“Nella mia esperienza di prete ho avuto modo di guardarmi intorno e mi sono reso conto che c’è qualcosa che non va. Mi chiedo se è normale che un ragazzo si diplomi, si laurei e poi deve andare via? E’ normale che le città siciliane si stanno spopolando? E’ normale che i politici fanno finta di non accorgersi di niente? Mi sono posto queste domande e mi sono risposto che non è normale. A Palermo l’emergenza sociale dilaga, povertà, disoccupazione, dispersione scolastica e questa situazione non può più andare avanti, dobbiamo cambiare rotta. La politica dovrebbe essere al nostra servizio e invece è contro di noi. Mi sono stancato di vedere intere famiglie dividersi per costrizione. A me questa cosa non sta più bene. In questa avventura sono partito da solo, ma da subito ho ricevuto il sostegno di tanti. Questa è la prova che è un problema sentito e che serviva solo qualcuno che accendesse la miccia. Questa protesta si estenderà a macchia d’olio ne sono sicuro”.

A proposito del suo ruolo Padre Garau spiega:

“Io sono un prete e tutto quello che faccio lo faccio come Chiesa. Anche per evitare che si dica che io voglia fare politica, dico che il mio compito, il compito di un prete è quello di sollecitare i politici affinché facciano il lavoro per cui sono stati eletti e vengono pagati. La Chiesa deve fare questo in maniera martellante, richiamare alla coscienza. I politici non si possono prendere lo stipendio e fottersene altamente della loro terra e di coloro che li hanno votati. Più si va avanti e più si peggiora. Credo che la soluzione al problema la possano trovare i giovani. Ma partirei dal fatto che se non si fa niente per creare posti di lavoro qui la situazione non potrà mai migliorare. Dobbiamo liberare dal ricatto che ci porta a dover scegliere di andare via per poter sperare di migliorare le condizioni di vita, è una questione di dignità. Se ci fosse la volontà di creare lavoro qui e se i politici mettessero in campo delle azioni concrete per fare in modo che questo avvenga, non saremo qui a parlare di questo annoso problema”.

Grintosa l’enunciazione del programma che Padre Garau vuole realizzare:

“Io mi sono prefissato di rompere le scatole a tutti i politici. E non mi fermo, per fermarmi mi devono ammazzare. So che ci sono 2miliardi e mezzo di euro finanziati dall’UE utilizzabili per finanziare il Patto per la Sicilia. Di questi soldi sono stati spesi ancora solo 300milioni e la cifra restante rischia di tornare indietro. Dobbiamo fargli capire che devono fare gli interessi dei siciliani e non gli interessi di qualcun altro che sta altrove. Io mi fermerò quando tutta la Sicilia si bloccherà, anche solo per un minuto, per dire io amo la mia terrà. Pensate se tutta la Sicilia arriva a esplodere in questo senso sarebbe veramente un grande segnale. Dobbiamo far preoccupare chi ci governa. La lotta contro l’emigrazione è lotta per la garanzia di un lavoro dignitoso, di una vita dignitosa, e lotta per i diritti dei siciliani. Questo comincia a preoccupare chi ci governa. Questo dobbiamo fare, non ci dobbiamo fermare. Dobbiamo far capire ai giovani che se sposano l’amore per la nostra terrà e si organizzano per costringere chi ci governa a dare delle risposte, questi sono consumati non potranno andare più in giro. E non bisogna accontentarsi di un lavoro sfruttato e sottopagato tipo quelli nei call-center costretti a fare contratti. Parliamo di lavoro che dia dignità. Questo dobbiamo fare e non ci dobbiamo fermare”.

Così parla Padre Garau. Come si può non essere d’accordo con questo battagliero sacerdote?

QUI PER ESTESO L’INTERVISTA DI ANTUDO A PADRE ANTONIO GARAU

 

 

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