“Il colonialismo non è una macchina pensante, non è un corpo dotato di ragione. È la violenza allo stato di natura e non può piegarsi se non davanti ad una violenza ancora maggiore”.
(Frantz Fanon, I dannati della terra)
Ma possibile che i tifosi del Palermo Calcio – e parliamo anche di persone di spessore – siano gli unici a non aver capito che la Sicilia, dal 1860, è l’ultima delle colonie italiane? Ancora con la storia dell’ingiusta retrocessione in serie C? Ma lo vogliono capire o no che, con la ‘presunta’ unità d’Italia la Sicilia e, in generale il Sud continuano a pagare il prezzo della colonizzazione?
Avvocato, giornalisti, commercianti, imprenditori, persino uomini dello Stato (italiano: e questa è una bella contraddizione…) continuano a manifestare indignazione per il vergognoso trattamento che è stato riservato alla società Palermo Calcio.
Proprio stamattina pubblichiamo un bellissimo articolo di Giovanni Maduli dove si racconta di come, all’indomani della celebrata e finta unità d’Italia, con i soldi del Banco di Sicilia i predoni piemontesi di casa Savoia finanziarono l’industrializzazione del Nord Italia (QUI L’ARTICOLO DI GIOVANNI MADULI).
Chi ha un po’ di memoria ricorderà che la stessa cosa è avvenuta tra gli anni ’90 e i primi anni del 2000, quando la Banca d’Italia tolse al Sud il sistema di credito (Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Sicilicassa) per andare a coprire i ‘buchi’ di banche del Centro Nord Italia che si trovavano nella stessa situazione (e, in alcuni casi, anche in situazioni peggiori) delle grandi banche meridionali.
Tutti in poteri dello Stato, ognuno per la propria parte, contribuirono a scippare al Mezzogiorno il proprio sistema creditizio di riferimento per sostenere l’economia del Centro Nord.
Chi ha studiato economia sa che la prima infrastruttura indispensabile per programmare lo sviluppo economico di una zona è il credito. In assenza di un sistema creditizio radicato nel territorio non ci potrà mai essere sviluppo economico.
Oggi, infatti, le banche presenti nel Sud lavorano per lo più con la cosiddetta “raccolta”: raccolgono il risparmio degli abitanti del Sud per andare a sostenere le imprese del Nord.
Oggi il Sud è quasi completamente privo di un sistema creditizio di riferimento. Erano rimaste in piedi le Bcc, le Banche di credito cooperativo. Erano un presidio importantissimo per il Mezzogiorno. Ma il Governo Renzi del PD ha pensato bene – con il conforto del Parlamento nazionale di ‘nominati’ della passata legislatura – di togliere al Sud anche le Bcc per regalare queste risorse al Centro Nord Italia!
Questo è il PD: un partito politico ferocemente antimeridionale!
Ma quelli che sono arrivati dopo i Governi del PD non sono migliori. Il Movimento 5 Stelle, alle elezioni del 4 marzo 2018, ha preso una banca di voti. Dovrebbe difendere il Sud: ma non lo sta facendo.
Non l’ha fatto in Puglia, dove, contrariamente a quanto aveva promesso in campagna elettorale, il Movimento 5 Stelle non ha sbaraccato l’ILVA di Taranto e non ha bloccato la TAP nel Salento.
E, almeno fino ad oggi, il Governo di grillini e leghisti non ha bloccato la ‘riforma’ delle Bcc, cioè lo scippo di quei pochi fondi al Sud in favore del solito Centro Nord.
La verità è che – con l’eccezione degli interventi disposti dalla Cassa per il Mezzogiorno e poi dall’Agensud, peraltro in modo confuso e sempre con il ‘fiato’ delle imprese del Nord sul collo – tutti i Governi italiani di tutti i colori politici hanno sempre penalizzato il Sud.
Anche l’attuale Governo di grillini e leghisti ha penalizzato il Sud: lo ha fatto ignorando i problemi dell’agricoltura del Sud; lo ha fatto avallando, di fatto, lo scippo, come già accennato, delle Bcc e via continuando.
Nella passata legislatura – con due siciliani al vertice delle più alte cariche dello Stato: Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e Piero Grasso alla presidenza del Senato – si sono consumati scippi finanziari incredibili ai danni della Regione siciliana e delle ex Province siciliane.
Al Governo nazionale del PD servivano soldi: ed è stato normale scipparli ai 5 milioni di Siciliani tra due ‘Patti scellerati’ Stato-Regione, una discutibile cancellazione di crediti vantati dalla Regione siciliana verso lo Stato e verso privati e il depauperamento sistematico delle risorse delle ex Province siciliane (in calce trovate allegati gli articoli che raccontano queste storie).
Per non parlare del prelievo forzoso di un miliardo e 340 milioni di euro all’anno operato dallo Stato ai danni della Regione siciliana.
Certo, per ‘risanare’ i conti dello Stato italiano (in realtà, per pagare gli interessi sul debito frutto della gestione truffaldina dell’euro) tutte le Regioni italiane sono state oggetto di un prelievo forzoso.
Ma deve fare riflettere il fatto che il PD ha imposto alla Regione siciliana un prelievi forzoso che è quasi pari a quello imposto alla Regione Lombardia, che ha il doppio degli abitanti della Sicilia ed è molto più ricca!
Sarebbe ingeneroso accusare Mattarella e Grasso di non aver difeso la Sicilia. Per un motivo semplice: perché non avrebbero potuto fare nulla! Perché il sistema Italia è fondato sullo sfruttamento del Sud. Tant’è vero che anche i grillini – che nel Sud traevano forza elettorale – non stanno facendo nulla per tutelare il Sud.
Proprio ieri abbiamo dato notizia della Ministra della Salute-Sanità, la grillina siciliana Giulia Grillo, che, davanti allo sfascio dei Pronto Soccorso della nostra Isola, lungi dal chiedere allo Stato i quasi 600 milioni di euro all’anno che scippa alla Sicilia, pensa di risolvere tutto con la repressione! (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI SU QUESTA MINISTRA SICILIANA DA DIMENTICARE!).
Tornando all’argomento Palermo Calcio, ai tifosi del Palermo, agli avvocati e a tutti gli indignati che, fino ad oggi, non si sono accorti di far parte della Sicilia-ultima-delle-colonie-d’Italia, va detto che il Calcio è fatto, prima di tutto, di interessi economici. Pensavano veramente che il Palermo Calcio avrebbe avuto giustizia? Ma dove hanno vissuto fino ad oggi?
Se vanno a confronto gli interessi del Palermo Calcio con quelli di una squadra di Calcio del Centro Nord Italia, ebbene, è ‘giusto’ che la seconda abbia la meglio su una squadra siciliana! “Guai ai vinti!”, disse uno che di queste cose se ne intendeva.
Al massimo, sempre se ciò non comporterà problemi a qualche squadra di calcio del Centro Nord Italia, il Palermo, invece di andare in serie C, potrà restare in serie B con una ventina di punti di penalizzazione… Se ciò avverrà sarà già una fortuna…
L’alternativa sarebbe una nuova Rivolta del Sette e Mezzo contro l’Italia come nel 1866 (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
Ma guardiamo la realtà: Palermo, da un anno, è china ‘i munnizza e – a parte qualche eccezione – nessuno si lamenta. Se una cosa del genere avvenisse nella Roma di Virginia Raggi i Tg non darebbero tregua. Invece succede a Palermo e si ‘nni futtinu tutti.
Pensate veramente che una città che è stata privata della sua piazza principale – Piazza Politeama – nel nome degli appalti ferroviari e che vedrà la distruzione e la ‘cementificazione’ di via Libertà ad opera della sinistra ferroviaria radical chic possa ribellarsi?
La gente del Sud che imita la gente del Nord? Alienazione culturale. Come guarire? Con la verità!
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Foto tratta da palermocalcio.it
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