E’ vero, le tensioni politiche ed elettorali hanno travolto la giornata in cui tutti noi ricordiamo il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Detto questo, è un errore che il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, abbia deciso di non partecipare alle manifestazioni
di Carmelo Raffa
Ventisette anni fa la strage di Capaci ed oggi un’altra commemorazione. E’ ingiusto che alcuni la definiscono una manifestazione retorica, perché ciò che è accaduto in quella circostanza non è da dimenticare. Ricordiamo che il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, una fortissima esplosione prodotta dai mafiosi provocò la morte del magistrato antimafia Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Per ammazzare Falcone hanno tolto la vita ad altre 4 esseri umani più i feriti coinvolti nel vile attentato.
È una data da non dimenticare: come quella del 19 luglio 1992 che causò la morte di Paolo Borsellino e degli uomini e delle donne della sua scorta.
Oggi notiamo che, a causa di tensioni politiche e, soprattutto, elettorali ci si divide. È un errore e ha ragione la professoressa Maria Falcone, sorella del grande magistrato, quando afferma “che in questo modo si sporca la memoria e si spara sull’antimafia”.
Ed è proprio così perché non si parla dell’antimafia praticata dai vari “Montante”, ma da persone che hanno perso la vita e di uomini e donne che hanno subito la perdita di fratelli, sorelle, padri, figli.
Cari politici, riflettete su tutto ciò. Caro presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci: non ci aspettavamo che anche Lei contribuisse a turbare la manifestazione.
Partecipiamo, invece, alle manifestazioni di oggi, al dolore – sempre presente – dei familiari delle vittime e, soprattutto, da credenti, preghiamo.