Se si fosse parlato più dei danni prodotti in Italia dall’Unione Europea dell’euro la Lega di Salvini avrebbe avuto meno spazio. Invece, pur di salvaguardare il ‘bidone’ di una UE e di una moneta unica europea sempre più insostenibile si è preferito ‘italianizzare’ le elezioni europee. E la Lega si è nettamente avvantaggiata, perché per il Nord e per il Centro presenta proposte politiche efficaci (che fregano il Sud). Proviamo a illustrare perché Savini entrerà anche nel Mezzogiorno
Le chiamano elezioni europee. Ma in Italia, nel dibattito politico che ha accompagnato questa campagna elettorale che si concluderà domani, si è parlato dell’Unione Europea e dei danni che ha prodotto, o si è parlato di questioni politiche, economiche e sociali italiane? Qualcuno ha parlato dell’insostenibilità dell’euro? Del fatto che si comincia a parlare di ‘flessibilità’ della moneta unica europea? O di come la Germania – che doveva essere messa sotto controllo con l’euro – ha messo invece sotto controllo l’Europa?
Certo, qualche grande commentatore, in stile Vincenzo Monti al servizio permanente effettivo dei potenti, ci ha illuminato sulle virtù benefiche dell’Unione Europea, sulla “stabilità” della moneta unica, sui tanti “benefici” che dal 2002 ad oggi si registrerebbero in Italia…
Non sarebbe stato il caso di chiedersi, in questa campagna elettorale – visto che la UE è al centro di aspre critiche -: dobbiamo continuare ad andare avanti con una sbilenca unione monetaria che non ha alle spalle né l’unione politica, né l’unione culturale o bisogna cambiare registro?
E’ vero o no, come diceva alla fine degli anni ’50 del secolo passato il premio Nobel per l’Economia, James Meade, che l’Europa non avrebbe mai dovuto optare per i cambi fissi, perché questo avrebbe alla fine costretto i Paesi deboli ad importate politiche monetarie deflazionistiche dai Paesi forti?
E i dubbi sulla UE manifestati da altri due Nobel per l’Economia, Paul Krugman e Joseph Stiglitz non avrebbero dovuto essere al centro del dibattito politico?
Invece, al massimo, si è parlato di come fermare i “populisi”, che alla fine, sull’Unione Europea dell’euro, manifestano le perplessità di alcuni premi Nobel dell’Economia…
In Italia, poi, la ‘italianizzazione’ delle elezioni europee è stata totale: si è parlato quasi esclusivamente di come bloccare l’avanzata della Lega di Salvini.
Il problema sapete qual è? Che la Lega di Salvini, purtroppo per l’Italia, ha una ricetta semplice: aggiustare i ‘buchi’ finanziari provocati dall’Unione Europea dell’euro facendoli pagare tutti al Sud!
A questo, a conti fatti, serve la cosiddetta ‘Secessione dei ricchi’: a togliere al Sud poco più di 90 miliardi di euro all’anno per distribuirli ad alcune Regioni del Nord (Lombardia e Veneto in testa, ma anche la Regione Piemonte, che in termini finanziari non è messa molto bene) e magari anche all’Emilia Romagna.
La posizione della Lega, in questa campagna elettorale, rispetto a questo tema, è chiarissima: vogliono prendersi questi soldi dal Sud. Punto.
La posizione di quello che resta del centrosinistra è ambigua: a livello nazionale sono contrari a questa bizzarra ‘Autonomia differenziata’ per fregare il Mezzogiorno. Ma i dirigenti del PD che amministrano le Regioni Piemonte e soprattutto, l’Emilia Romagna, sono invece – sfumatura in più, sfumatura in meno – sulla stessa linea leghista.
Il problema è che se un elettore del Centro Nord Italia deve scegliere tra un leghista vero e un leghista d’imitazione, ebbene, sceglie il primo: questo spiega perché la Lega ha cominciato a conquistare voti – tanti voti – anche nelle Regioni del Centro Italia un tempo ‘rosse’.
Sapete qual è la cosa incredibile? Che i leghisti entreranno anche al Sud. E sapete perché entreranno – anche se ancora non si può dire in che misura – nel Mezzogiorno? Perché chi, alle elezioni politiche del 4 marzo del 2018 ha fatto il pieno di voti al Sud – ci riferiamo al Movimento 5 Stelle – ha sostanzialmente tradito lo stesso Sud.
Pensate che gli elettori pugliesi non si ricorderanno di quello che hanno combinato Luigi Di Maio e compagni con l’ILVA di Taranto e la TAP nel Salento? Le nostre previsioni elettorali le faremo domani – soprattutto per ciò che riguarda la Sicilia – : ma vi anticipiamo che, a nostro modesto avviso, i grillini, in Puglia, prenderanno una batosta che ricorderanno per i prossimi cento anni.
Lo stesso discorso vale per la Basilicata dove tanti grillini – anzi ormai ex grillini – si sono messi di traverso.
In Sicilia magari sarà un po’ diverso: magari i grillini terranno, mentre non conosciamo bene gli scenari in altre Regioni del Sud.
Quello che vogliamo dire è che nel Mezzogiorno è già passata una tesi, se volete banale, ma non per questo da sottovalutare, che si condensa nelle seguenti considerazioni.
Il PD e, in generale, il centrosinistra? Li abbiamo provati: un disastro!
I grillini? In un anno, nel Sud, non hanno fatto niente. E purtroppo è così: come si fa a smentire un fatto oggettivo, che è sotto gli occhi di tutti?
Resta la Lega di Salvini. Sapete che facciamo? Proviamola, tanto, come si dice dalle nostre parti, chiù scuru i menzannotti un po’ fari…
Sia chiaro: non tutti i meridionali fanno questo ragionamento: molti non andranno a votare. Ma ci sono – e non sono pochi – i meridionali che ragionano così.
E non vi fate prendere dalle – peraltro tardive – manifestazioni anti-leghiste e anti-salviniane delle ultime settimane.
Se andate a scorrere i giornali on line degli ultimi sei mesi vi accorgerete che solo Pino Aprile, Gianfranco Viesti, Raffaele Vescera e pochi altri hanno provato – con argomentazioni economiche, politiche e sociali solide – ad opporsi all’avanzata della Lega nel Sud. Ma – lo ribadiamo – solo nelle ultime settimane si è accesa un po’ di passione popolare e di amor proprio meridionale.
Riassumendo: il Nord non ha motivo di non votare Lega, perché la proposta politica è chiara e favorisce oggettivamente chi vive e lavora al Nord.
Nel Centro la situazione è più articolata, ma l’idea del “residuo fiscale” alletta tanti: e la Lega va.
Nel Sud c’è confusione, ma c’è la consapevolezza che il PD è un disastro e che i grillini hanno fatto poco o nulla. La Lega entra al Sud perché c’è la voglia di “provare” Salvini, ma anche una tesi balzana – almeno dal nostro punto di vista – che comunque fa presa.
Sapete cosa dicono i leghisti ai meridionali? “Dovete diventare come noi del Nord, che siamo economicamente più avanti e che miglioreremo la situazione con l’Autonomi differenziata”. Omettendo di spiegare che sì, è vero che miglioreranno con oltre 90 miliardi di euro in più all’anno, ma che lo faranno togliendo questi soldi al Sud!
Com’è che tanti meridionali stiano cadendo in questo tranello non riusciamo a capirlo: ma sta avvenendo. Così come sta avvenendo che, in tutto il Sud, ‘pezzi’ di Forza Italia e, in generale, della vecchia politica, siano già passati, armi e bagagli, con la Lega.
In più – elemento da non sottovalutare – ci sono gli ammiccamenti tra Di Maio e il PD per un possibile accordo di Governo dopo le elezioni europee: prospettiva che farà perdere ulteriori voti ai grillini (e in minima parte anche al PD) e farà guadagnare altri voti al Lega.
Verremo smentiti? Qui siamo.
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