Nelle Fondazioni troviamo politici che svolgono ancora ruoli di Governo e politici che sono fuori dal Governo e dal Parlamento. Da quello che si capisce, in queste Fondazioni circolano tanti soldi. Del resto, ne fanno parte non politici comuni, ma grandi pensatori… Volete mettere?
di Antonino Privitera
Think that o Think tank? Apparentemente potrebbe sembrare un grossolano errore ortografico, invece non si tratta di un banale errore la differenza è voluta ed è abissale. La prima frase si può facilmente tradurre semplicemente: penso che; la seconda non ha nessun senso né costruttivo, né logico…e si può letteralmente tradurre: pensare carro armato. Perché quindi parlare di un non senso? E perché pensare al carro armato, simbolo di potenza e di massimo strumento di attacco armato per definire degli strumenti che dovrebbero aiutare la Pubblica Amministrazione ad elaborare piani di intervento?
Su Think tank l’osservatorio Openpolis con molte difficoltà ha realizzato alcuni studi che ci portano nella galassia delle Fondazioni legate al mondo della politica. È bene dire che le Fondazioni esistono ovunque e sono previste dalle norme giuridiche. Nel nostro Paese la Fondazione è regolamentate e si definisce come un ente che un soggetto, denominato fondatore, mediante atto pubblico o testamento, istituisce per l’attuazione di uno scopo possibile e lecito di utilità generale attraverso il patrimonio assegnato dal fondatore stesso. ( art. 14 Codice Civile)
Giusto per contestualizzare il concetto, tra le più note e nobili Fondazioni di valenza internazionali basta citare il Premio Nobel.
Ma torniamo all’Italia e alle motivazioni che ci spingono a proporre qualche riflessione. Come si è detto, spesso abbiamo sentito citare da nostri esponenti politici di Fondazioni che si assumerebbero oneri finanziarie per “aiutarli e coadiuvarli” nell’impegno cui sono chiamati, ivi compresi gli impegni elettorali. Dallo studio pubblicato si nota una curiosa combinazione: ovvero come la nascita esponenziale di questi enti dal 1990 in poi dei quali, in molti casi, fanno parte uomini politici che sono stati o sono ai vertici di aziende pubbliche e nelle istituzioni.
Destra e sinistra sono ben rappresentate, anche nella medesima Fondazione: magari sulla scena pubblica li troviamo a dibattere in schieramenti opposti, ma insieme negli studi, nelle elaborazioni e nelle pianificazioni.
Nei Think tank non mancano personaggi che fanno parte di più laboratori o pensatoi. Per esempio, sono risultati facenti parte di più Fondazioni: il deputato PD ed ex Presidente di Legambiente, Ermete Realacci, che elabora i suoi pensieri nelle Fondazioni Open, Symbola, Ecodem, Centro per un futuro sostenibile; l’ex consigliere Rai, Angelo Maria Petroni, fornisce il suo contributo di idee in ResPublica, Fondazione Italia Usa, Aspen, Italia decide; l’ex Ministro, passato alla storia per il “capolavoro” della riforma burocratica, Franco Bassanini, elabora riflessioni nelle Fondazioni per scienze religiose Giovanni XXIII, Astrid, Italianieuropei, Fondazione Italia Usa; anche l’ex Ministro Lorenzo Ornaghi lo troviamo in quattro fondazioni: Costruiamo il futuro, ResPublica, Fondazione De Gasperi, Aspen; mentre l’ex viceministro degli Esteri, Marta Dassù, è la “maglia rosa” della classifica risultando addirittura in ben quattro enti: Human Foundation, Fondazione Italia Usa, Aspen e Italianieuropei.
In questa panoramica troviamo anche altre particolarità: Massimo D’Alema che divide il suo tempo tra la viticultura e i Think tank di Italianieuropei e la presidenza della FEPS (Foundation for European Progressive Studies).
Per gli studi prodotti Bruxelles copre, come da regolamento, l’85 per cento delle spese documentate e, dal 2008, ha elargito alla Peps circa 16,7 milioni di euro; la Aspen Institute, con Giuliano Amato in coppia con Giulio Tremonti; la Open più volte alla ribalta a sostegno di Matteo Renzi; la Alcide De Gasperi che dopo Giulio Andreotti è nelle mani di Angelino Alfano con al suo interno anche l’eurodeputato Vito Bonsignore; la Free Foundation di Renato Brunetta, il Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli.
Non mancano le curiosità come la separazione familiare della coppia formata da Bassanini/Lanzillotta che evidentemente, non per incompatibilità familiare, ma per coprire più esigenze avranno pensato di impegnarsi: il marito in Astrid e la moglie in Glocus.
Non mancano all’appello altri politici appassionati alla pratica delle Fondazioni che tanta poca fantasia e tanta malcelata nostalgia hanno pensato a nomi che in fondo – se fossero dei bambini innocenti – farebbero anche un po’ tenerezza: l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che non vuole mettere a riposo la sua passione politica ha la sua fondazione: Cercare Ancora; il deputato PD che, dall’esperienza di ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, non poteva che essere l’ispiratore della Associazione Lavoro e Welfare; l’ex Ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, è rimasto in tema con Costruiamo il futuro; l’ex Ministro Claudio Scaloja ha cercato di onorare la sua città e la forza politica dell’ex Cavaliere con Cristoforo Colombo per la Libertà; il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, semplicemente “al risparmio” DemA; l’on. Mara Carfagna ha Diritti in Cammino; l’ex sottosegretario all’economia di AN, Mario Baldassarri, Economia Reale; Stefania Craxi in memoria del padre… semplicemente Fondazione Craxi.
Non può mancare il riferimento religioso ed a questo ci ha pensato Rocco Buttiglione con Fondazione Fede e Scienza…
Potrei continuare ancora, ma preferisco consigliarvi di fare una puntata sul Web dove è possibile trovare molto di più di quanto provo a dire io.
Una considerazione finale riguarda la curiosa combinazione che è possibile verificare scorrendo nomi di famosi politici che sono stati o lo sono ancora titolari di importanti incarichi a meno che non vogliamo considerare che oltre ai titoli, alle esperienze ed alle capacità per fare parte di queste elitarie Think tank un po’ di fortuna non guasta…
Poi i casi della vita…
Si sa che nella Fondazione Open hanno discusso assieme a Matteo Renzi: Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai; in Italianieuropei avranno discusso insieme a D’Alema i Bersani, Padoan, Pittella e Vincenzo Visco; la compagine più variegata fu sicuramente la disciolta Fondazione VeDrò dell’ex Presidente del Consiglio, Enrico Letta (poi tranquillizzato da Matteo Renzi), dove hanno avuto la fortuna di discutere oltre che a Palazzo Chigi: Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Andrea Orlando e Nunzia De Girolamo; insieme in ResPublica troviamo i nomi di Giuliano Amato, Mario Monti, Gianni Letta, Romano Prodi, Franco Frattini.
Fino a questo punto sono state citate Fondazioni che fanno riferimento all’area non governativa che invece è anch’essa organizzata.
Appartenenti all’organigramma del Governo Conte troviamo più o meno le stesse fattispecie con appartenenze ed esponenti di primo piano alla stessa stregua di quelli elencati fino ad ora; il Ministro Paolo Savona lo troviamo nelle fondazioni a/Simmetrie, Iustus, Icsa e Ugo La Malfa e Aspen insieme al Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi; il Ministro de4ll’Economia, Giovanni Tria, in Magna Charta, Fondazione Craxi, Iustus; i Ministri Alfonso Bonafede e Manlio Di Stefano nell’associazione Rousseau; Vito Crimi nel Thik tank group.
Anche gli esponenti della Lega sono organizzati e presenti in Think tank come A/simmetrie che è alquanto critica nei riguardi dell’Europa; il Centro Studio Machiavelli; la Fondazione federalista per l’Europa dei popoli fondata da Umberto Bossi.
Dallo studio effettuato si conferma che il problema più appariscente, derivato da una regolamentazione carente, riguarda la trasparenza amministrativa poiché fornire i dati riguardanti i rendiconti sulle entrate e le spese sostenute per le attività per cui queste Fondazioni hanno motivo di esistere non sono un obbligo di legge: soltanto per quattro di esse si conoscnono i bilanci: la Aspen di Giulio Tremonti (soci sostenitori); Italia Decide di Luciano Violante; Human Foundation di Giovanna Melandri (soci fondatori), e Symbola di Ermete Realacci. Poi Human Foundation, Libertiamo di Benedetto Della Vedova e Open di Matteo Renzi con dati riferiti al 2013.
Sempre di Renzi è la Fondazione BIG Bang che ha reso noto di avere ricevuto da privati al 30 giugno del 2014 ben 1,9 milioni di euro.
Altre Fondazioni sono finite nei servizi di Report che ha evidenziato rapporti poco trasparenti con l’imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell’inchiesta Consip e che, tra le tante elargizioni, risulta avere donato 60.000 euro alla Open ammettendo candidamente:
“Nessun finanziamento era stato fatto se non richiesto…”.
In un articolo proposto dal giornalista Dino Martirano per il Corriere della Sera le possibili soluzioni: “Seguire Pippo Civati (ha convertito la fondazione «È possibile» in un partito che accetta solo donazioni online) oppure stabilire regole uguali per tutti. Con una leggina che da anni giace alla Camera”.
A proposito: bisogna anche ricordare che sarebbe necessario modificare il Codice Civile laddove recita che le attività vengono espletate “attraverso il patrimonio assegnato dal fondatore stesso”!
Seconda puntata/ Fine
Foto tratta da associazionilacorte.it