Agricoltura

Celiachia e intolleranza al glutine: è intolleranza al glutine o al glifosato?

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La tesi di questo studio – riportato in un articolo di MeteoWeb – è che a provocare l’intolleranza al glutine, in realtà, non sarebbe il glutine, ma il glifosato. Se i risultati di tale studio dovessero essere confermati i risvolti potrebbero essere imprevedibili, perché bisognerebbe cercare cibi privi di glifosato in un mondo occidentale dove, ormai, il 97% dei prodotti alimentari contiene tracce di glifosato!

Con il titolo “Non siete intolleranti al glutine ma al glifosato: il legame tra l’erbicida e la celiachia spiegherebbe la recente epidemia” va un articolo pubblicato da MeteoWeb che vale veramente la pena di riprendere e di commentare.

I Nuovi Vespri si occupano da tempo dei problemi legati alla cosiddetta intolleranza al glutine (come potete leggere negli articoli allegati in calce). E sappiamo che si tratta di una patologia con una sintomatologia simile a quella della celiachia. In questo articolo – che cita alcuni studi scientifici che non hanno trovato spazio nei media – si sottolinea un punto molto importante:

“I sintomi della cosiddetta intolleranza al glutine e della celiachia – scrive MeteoWeb – sono estremamente simili ai sintomi riportati da animali da laboratorio esposti al glifosato e il numero dei casi è aumentato di pari passo con l’aumento dell’uso del glifosato nell’agricoltura”.

Il tema è molto interessante e pone l’accento sul ruolo del glifosato nell’insorgenza e nella diffusione dell’intolleranza al glutine.

“La celiachia e, più in generale, l’intolleranza al glutine – si legge nell’articolo – è un problema crescente in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa e Nord America, dove si stima che ora ne soffra il 5% della popolazione. Qui proponiamo che il glifosato, l’ingrediente attivo nell’erbicida Roundup®, sia il fattore causale più importante in questa epidemia”.

L’articolo cita i ricercatori in una meta-analisi di 300 studi.

“Lo studio – leggiamo nell’articolo di MeteoWeb – pubblicato sulla rivista Interdisciplinary Toxicology nel 2013, è stato completamente ignorato dai media, ad eccezione di Mother Earth News e The Healthy Home Economist. Ora che il glifosato sta avendo l’attenzione che merita dopo essere stato considerato colpevole in una causa da 280 milioni di dollari per cancro e definito cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe ora di analizzare il ruolo della sostanza nella celiachia”.

A questo punto si entra nel cuore della ricerca scientifica:

“I sintomi della cosiddetta intolleranza al glutine e della celiachia – leggiamo nell’articolo – sono estremamente simili ai sintomi riportati da animali da laboratorio esposti al glifosato, sostengono gli autori dello studio Anthony Samsel, scienziato indipendente che è stato anche consulente dell’EPA sull’inquinamento da arsenico e della Guardia Costiera statunitense sulla reazione ai pericoli chimici, e Stephanie Seneff, ricercatrice del Massachusetts Institute of Technology (MIT). I due ricercatori segnalano uno studio recente, pubblicato su Journal of Crop and Weed, su come il glifosato influenzi il sistema digerente dei pesci. La sostanza diminuiva gli enzimi digestivi e i batteri, alterava le pieghe mucose e distruggeva la struttura dei microvilli nella parete intestinale. ‘Queste caratteristiche richiamano altamente la celiachia’, scrivono Samsel e Seneff'”.

“Inoltre – prosegue l’articolo di MeteoWeb – il numero di persone a cui è stata diagnosticata la celiachia e l’intolleranza al glutine è aumentato di pari passo con l’aumento dell’uso del glifosato nell’agricoltura, iniziato negli anni ’80 e diventato routine negli anni ‘90, soprattutto con la recente pratica di bagnare i cereali con l’erbicida poco prima del raccolto. Anche se alcuni sostengono che l’aumento dei casi di celiachia intorno all’anno 2000 sia semplicemente dovuto ai migliori strumenti diagnostici, i ricercatori hanno elencato i seguenti punti a sostegno della loro tesi:

– La celiachia è associata a squilibri dei batteri intestinali che possono essere pienamente spiegati dagli effetti del glifosato su di essi.

– La celiachia è associata alla riduzione degli enzimi citocromo P450. Il glifosato è noto per inibire questi enzimi.

– Le carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati alla celiachia possono essere attribuite alla forte abilità del glifosato di chelare questi elementi.

– Le carenze di triptofano, tirosina, metionina e seleniometionina associate alla celiachia si abbinano alla riduzione di questi aminoacidi da parte del glifosato.

– I pazienti celiaci hanno anche un maggior rischio di linfoma non-Hodgkin, implicato anche nell’esposizione al glifosato.

– L’incidenza del linfoma non-Hodgkin è aumentata rapidamente nella maggior parte dei Paesi occidentali nel corso degli ultimi decenni. Le statistiche dell’American Cancer Society mostrano un aumento dell’80% dai primi anni ’70, quando il glifosato è stato introdotto sul mercato per la prima volta.

– I problemi di salute riproduttiva associati alla celiachia, come infertilità, aborto e malformazioni, possono essere spiegati dal glifosato”.

In questo passaggio dell’articolo troviamo temi che in parte sono noti e anche temi nuovi. E temi controversi. Esempio: si dice che la diffusione di celiachia e intolleranza al glutine sarebbe aumentata di pari passo con l’uso sempre più frequente di glifosato in agricoltura: ma alcuni – come riportato correttamente nello stesso articolo – sostengono che è migliorata la capacità di diagnosi di questa malattia: cosa che è anche vera, perché la medicina è andata avanti.

Va anche detto che, nella diffusione delle patologie legate al consumo di derivati dei cereali, un ruolo potrebbe essere ascritto anche alla genetica agraria: per esempio, alla possibile selezione di varietà di cereali che l’organismo umano ha difficoltà a digerire. Prove dirette non ce ne sono, ma il dubbio rimane.

Nello studio si pone l’accento sui problemi che crea l’uso del glifosato in pre-raccolta: e su questo sono in tanti a concordare. Quando i ricercatori scrivono che “la celiachia è associata a squilibri dei batteri intestinali che possono essere pienamente spiegati dagli effetti del glifosato su di essi”, mettono in evidenza un punto sul quale concordano molti scienziati: e, cioè, sul fatto che il glifosato eserciti un’azione antibiotica.

A illustrare gli effetti del glifosato nel nostro organismo è il micologo e agronomo Andrea Di Benedetto:

“Dobbiamo anche tenere conto degli effetti additivi e sinergici provocati dal glifosato e sopratutto dal cosiddetto effetto cocktail di micotossine DON, di glifosato e di altri eventuali contaminanti. La scienza, fino ad ora, ha studiato gli effetti, sul nostro organismo, di ogni contaminante uno per volta. I francesi ci hanno spiegato cosa combinano le micotossine DON. Gli americani hanno studiato molto gli effetti provocati dal glifosato. Questo erbicida, nel nostro organismo, si comporta come un antibiotico, uccidendo la flora batterica. Anche questo crea problemi al nostro organismo. Adesso si sta cercando di approfondire l’effetto combinato, sul nostro organismo, di micotossine DON, glifosato e altri possibili contaminanti” (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

“Morale della storia? – conclude l’articolo di MeteoWeb – Dobbiamo diventare ‘glifosato-free’ e non glutine-free. E questo significa convertirsi al biologico, soprattutto quando si tratta di cereali e animali che si nutrono di essi”.

La questione sollevata in questo articolo è enorme. Perché se la patologia che noi – almeno fino ad oggi – conosciamo come intolleranza al glutine risulterebbe essere il frutto di intolleranza al glifosato, non mangiare i cibi che contengono glutine non basterebbe più, perché, in realtà, bisognerebbe trovare cibi che non contengono tracce di glifosato: e questo, oggi, non è facile, se è vero che il glifosato viene ormai da tempo utilizzato anche per diserbare i lati delle strade e i giardini delle città! (COME POTETE VEDERE IN QUESTO VIDEO) ed è presente nel 97% dei prodotti agroalimentari commercializzati nel nostro Continente! (COME POTETE LEGGERE QUI).

Insomma, se la tesi illustrata nell’articolo di Meteoweb risponde al vero – e ricordiamo che si tratta di uno studio piuttosto approfondito – il mondo occidentale è messo veramente male, perché non è facile, oggi, trovare prodotti agroalimentari che non contengono tracce di glifosato.

 

 

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