Tra i candidati alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo c’è Nadia Spallitta, avvocato, già consigliere comunale a Palermo, da sempre impegnata sui temi della legalità e della tutela dell’ambiente, capolista nella lista Europa Verde che vede impegnati i Verdi apparentati con Possibile. Una battaglia a tutela del’ambiente e della legalità. Contro l’inquinamento e a difesa dell’agricoltura siciliana
Già consigliere comunale a Palermo, da sempre in prima fila nelle battaglie a tutela della legalità e dell’ambiente, Nadia Spallitta è candidata alle elezioni europee nella circoscrizione Sicilia-Sardegna nella lista Europa Verde. Con Nadia Spallitta cominciamo un giro di interviste ai candidati alle elezioni europee nella circoscrizione Sicilia-Sardegna
Allora avvocato Spallitta, la prima domanda è quasi obbligata: perché i siciliani e i sardi dovrebbero votare la lista Europa Verde?
“Perché questa lista ‘Verde’ rappresenta l’unica scelta elettorale ‘possibile’ in questo momento storico, caratterizzato da evidenti fenomeni climatici che sono destinati, se i Governi non interverranno, a mettere a rischio non solo l’economia, ma la stessa sopravvivenza dell’uomo. La tutela del nostro habitat naturale è diventata una priorità. La più evidente dimostrazione che il problema sia reale è dimostrato dal fatto che il Papa, con la sua enciclica Laudato sì, ma anche con numerosi interventi successivi, invita fortemente Governi e cittadini a salvaguardare l’ambiente dove si sviluppa la vita dell’uomo. E anzi parla di riconversione ecologica, di ecologia universale, di ecologia culturale, incoraggiando l’adozione di provvedimenti che non solo sono rivolti direttamente alla tutela dell’ecosistema, ma che rappresentano anche uno strumento indispensabile di tutela dei soggetti più deboli”.
L’Unione europea sembra avere accentuato le ingiustizie sociali: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Per non parlare dell’aumento del numero degli stessi poveri.
“Gli interventi ambientali sono anche interventi sociali. Del resto, tra le priorità storiche del partito dei Verdi c’è anche il raggiungimento della Giustizia sociale e la tutela dell’occupazione e del lavoro”.
Da donna del Sud qual è il suo giudizio sulla vecchia politica italiana?
“E’ un giudizio negativo. La politica italiana ha fatto poco o nulla in questi ambiti. Così oggi assistiamo a una grave crisi che è economica e ambientale. Guardiamo al Sud e, in particolare, alla Sicilia. E’ sotto gli occhi di tutti che siamo tornati a fare i conti con l’emigrazione. I giovani vanno via. La popolazione italiana invecchia. Non si formano nuove famiglie. E’crollata la natalità e il tasso di mortalità supera il tasso di natalità. La ‘vecchia’ politica, ha fallito ed a mio avviso non è più credibile. Da qui la necessità di un cambiamento di rotta che proprio la lista Europa Verde ed i valori che promuove, può rappresentare”.
Inquinamento dell’ambiente significa anche malattie: e in Sicilia noi ne sappiamo qualcosa.
“In Sicilia i malati di tumore, malattia strettamente connessa con l’inquinamento, negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente. Su questo fronte è stato fatto poco o nulla. Basti pensare all’area industriale di Siracusa, dove a sensibilizzare le autorità sull’inquinamento di Priolo, Melilli, Augusta e, in generale, in questa grande area inquinata dalla ‘chimica pesante’ è un sacerdote, don Palmiro Prisutto. E proprio partendo dal grande esempio di don Palmiro Prisutto invito il mondo cattolico a riflettere sui temi legati alla tutela dell’ambiente, come fa Papa Francesco”.
Riflettere sull’ambiente e sulla politica?
“Certamente. Oggi è indiscutibile il ruolo dei Verdi, che stanno crescendo in tutta Europa. Oggi noi tutti dovremmo essere Verdi e comunque ambientalisti. E lo dovremmo essere a tutela delle future generazioni. In relazione alle quali abbiamo l’obbligo di consegnare un Pianeta che non sia peggiore di quello che abbiamo ereditato. Confido molto nella sensibilità che stanno dimostrando i ragazzi, sempre più attenti alle politiche ambientali, consapevoli del fatto che gli adulti li stanno defraudando di un possibile futuro”.
La Sicilia non brilla nell’utilizzazione dei fondi europei. I fondi strutturali non sempre vengono spesi e, quando vengono utilizzati, non sempre sortiscono gli effetti sperati.
“Sui fondi europei, in Sicilia, c’è molta confusione. In parte non vengono utilizzati: e questo è assurdo. E quando vengono utilizzati non sempre sortiscono i risultati sperati. Bisognerebbe fare chiarezza sulla rendicontazione dei fondi europei spesi in Sicilia. E rispettare il principio di addizionalità voluto dall’Unione Europea: i fondi strutturali europei debbono addizionarsi agli interventi ordinari dello Stato e non sostituirsi semplicemente ai fondi statali. Ed al riguardo il Governo nazionale non potrebbe tagliere fondi per il Sud con il pretesto che già godiamo di fondi europei, perché questo fa venire meno il citato principio di addizionalità”.
La cosa strana è che i fondi strutturali spesi in Sicilia, spesso, non creano occupazione…
“Questo è un problema che va affrontato alla radice. Occorre individuare con chiarezza gli obiettivi che si intendono raggiungere con i fondi europei. Privilegiando i progetti ecosostenibili e gli investimenti nelle energie rinnovabili. Occorre più in generale impegnarsi a riconvertire i processi produttivi e ridurre l’impatto ambientale e ciò anche per ragioni di carattere squisitamente economico. Non inquinare conviene. I costi di produzione delle energie rinnovabili in molti settori oggi sono ridimensionati, con ricadute favorevoli per gli utenti e per le loro ‘bollette’ . Inoltre la tutela preventiva della salute riduce i costi della sanità. Infine il settore delle energie rinnovabili è tra i pochi che non conosce la crisi economica ed è in via di espansione anche occupazionale. In tanti Paesi europei – penso al Portogallo, per citare solo un esempio – i risultati raggiunti si notano: e sono risultati positivi, sia in relazione e alla tutela dell’ambiente e della salute che in termini di nuova occupazione. Insomma, bisogna tutelare salute e ambiente, creando nuove e diverse forme di lavoro. Questi sono obiettivi prioritari per la lista Europa Verde “.
Parliamo di rifiuti in Sicilia.
“In Sicilia quella dei rifiuti è una questione drammatica. Il rifiuto è un bene economico e come tale va trattato. Invece nella nostra Isola si continua a parlare di discariche, e alcune sono anche private. Tra l’altro così si inquina il territorio e si spreca il denaro pubblico – che è dei cittadini – senza interventi efficaci per garantire ad esempio la raccolta differenziata. Sembra incredibile, ma in momento storico di grande difficoltà economica i cittadini siciliani pagano l’ecotassa per responsabilità di amministratori pubblici insipienti. Si sovraccarica quindi la TARI per l’incapacità di raggiungere l’obbligatoria percentuale di differenziata che oggi dovrebbe essere del 65% dei rifiuti”.
In verità, questo è un problema delle grandi città della Sicilia: Palermo, Catania, Messina, Siracusa…
“Tutto vero. Nelle grandi città siciliane la raccolta differenziata dei rifiuti segna il passo, mentre spesso i piccoli Comuni sono i più virtuosi”.
Oggi, in Sicilia, ci sono due grandi questioni tra loro legate: alloggi e abusivismo edilizio ed il partito dei Verdi è sempre stato visto come un avversario.
“Cominciamo col dire che c’è una grande responsabilità delle amministrazioni che non vigilano sull’uso del territorio. C’è un problema di prevenzione. E c’è un problema di strumenti urbanistico-attuativi che non vedono la luce. Sono tantissimi i casi di cittadini che si trovano nell’impossibilità di utilizzare i propri beni. C’è un dovere di pianificazione generale ed esecutiva troppo spesso disatteso. Dopo di che sono ingiustificabili gli abusi nelle zone a rischio idrogeologico, o dove ci sono vincoli di inedificabilità assoluta. Lì è prioritaria la salvaguardia dell’incolumità pubblica e del territorio. Si tratta di interessi pubblici prevalenti. Tuttavia gli interventi sull’abusivismo e, in generale, le leggi urbanistiche introducono forme di interventi idonei a tutelare anche i privati cittadini, conciliandoli con la salvaguardia ambientale. Mi riferisco ai Piani di recupero ed ai programmi di riqualificazione urbana, di cui il territorio necessita e la cui attuazione probabilmente risolverebbe molte problematiche”.
Lo sa che in Sicilia non si parla più di acqua pubblica? Non se n’è parlato quando alla Regione siciliana governava il centrosinistra e non se ne parla oggi che governa il centrodestra.
“L’acqua è un bene primario. La sua gestione deve essere pubblica. Le tariffe vanno calmierate. E’ un bene prezioso, essenziale, sul quale ci dobbiamo interrogare. Ricordiamoci che, in tante aree del mondo, è in corso un processo di desertificazione. Anche la Sicilia è coinvolta da questo problema. Occorre una visione lungimirante, di forte contrasto ai cambiamenti climatici ed all’aumento delle temperature. Quelle che negli anni passati ci sembravano ipotesi remote si stanno già materializzando. I ghiacci si sciolgono, gli ecosistemi si alterano, mettendo anche a repentaglio numerose specie animali. Imperversano i fenomeni atmosferici estremi. Tutte cose che mettono a rischio le economie locali, soprattutto quelle fondate su agricoltura e pesca e la stessa vita dell’uomo. Ignorare la realtà che ci sta intorno sarebbe un tragico errore”.
Chiudiamo con l’agricoltura.
“Leggo I Nuovi Vespri. Ho seguito e seguo le battaglie che conducete a tutela di questo settore. L’agricoltura siciliana è stata abbandonata dalla politica. La vicenda del grano duro Senatore Cappelli è paradossale: una varietà di grano duro del Sud Italia finita sotto il controllo di un gruppo imprenditoriale del Centro Nord. Ma è altrettanto inaccettabile che il grano duro del Sud Italia, che come qualità è uno dei migliori del mondo, sia venduto, ad un prezzo inferiore al costo di produzione! E’ incredibile che, davanti a un fatto del genere, si registri l’inerzia di chi ci governa. Per non parlare dell’olio extra vergine di oliva, del vino invenduto che giace nelle cantine sociali, del pomodoro, degli agrumi e, in generale, dell’ortofrutta. Siamo invasi da prodotti agricoli che arrivano da Paesi esteri e non riusciamo a fare nulla per difendere i prodotti agricoli delle Isole. Sicilia e Sardegna sono molto penalizzate”.
La Sardegna è la Regione che ha rilanciato il grano duro Senatore Cappelli e lei stessa ha sottolineato il brutto finale di questa storia…
“Ribadisco: la vicenda del grano duro Senatore Cappelli è incredibile. Così com’è sbagliato che il latte di capra prodotto dai pastori sardi – un prodotto di qualità eccellente – nonostante ciò che rappresenti e di fronte al duro lavoro dei pastori, venga invece sottopagato “.
Grano duro del Sud Italia, il Centro Nord Italia che controlla il mercato dell’olio extra vergine di oliva prodotto per il 90% in Puglia, Calabria e Sicilia e le penalizzazioni sul latte di pecora che interessa in massima parte la Sardegna, ma anche la Sicilia. Che fare?
“L’agricoltura, è inutile girarci attorno, dipende molto dalla UE innanzi alla quale a mio avviso vanno tutelate la nostra storia e le nostre tradizioni. E’ lì che andranno fatte le battaglie di promozione e difesa dei prodotti dell’agricoltura del Sud, della Sicilia e della Sardegna in particolare”.
Cosa si aspetta da queste elezioni?
“Una reazione forte e coraggiosa di Sardi e Siciliani. Spero inoltre che gli indecisi e coloro che pensano di non andare a votare valutino la necessità di dare un contributo, con il loro voto, alla nostra lista Europa Verde, alla sostenibilità ambientale, al risparmio energetico, all’uso di fonti rinnovabili, al diritto alla salute, alla tutela degli animali, alla creazione di nuove occasioni di lavoro, all’affermazione di principi di giustizia sociale. Tutti dovremmo impegnarci per la tutela dell’ambiente e garantire alle giovani generazioni una possibilità di futuro”.