La domanda è d’obbligo, perché se, da un lato (a Caltanissetta, per la vicenda delle aziende che hanno lavorato per la CMC), la Chiesa siciliana interviene in favore di lavoratori lasciati senza stipendio, dall’altro lato (a Palermo) la stessa Chiesa non ha ancora pagato i dipendenti licenziati dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’
Ieri abbiamo dato notizia dell’appello del Vescovo di Caltanissetta, Sua Eminenza Monsignor Mario Russotto, che sulla questione della CMC, o meglio sulle aziende siciliane che hanno lavorato per conto del colosso della Lega delle cooperative e che non sono state pagate. Con problemi per i dipendenti che non percepiscono gli stipendi da alcuni mesi (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
Abbiamo fatto notare che, in Sicilia, i casi di lavoratori lasciati senza stipendio – e in molti casi senza lavoro – sono tanti. E così ci siamo chiesti perché mai Santa Madre Chiesa interviene solo per alcuni, come se ci fossero lavoratori in difficoltà di serie A (che meritano l’intervento della Chiesa) e lavoratori di serie B (per i quali la Chiesa non ritiene di intervenire).
Non solo. Siccome, da tempo, seguiamo la vicenda dell’Opera Pia di Palermo ‘Cardinale Ruffini’ – dove ci sono stati licenziamenti e una causa di lavoro, con tanto di pronunciamento dei giudici che invita i vertici dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’ – presieduta dal Vescovo del capoluogo siciliano – a pagare ai lavoratori licenziati 18 mensilità a titolo di risarcimento senza reintegro lavorativo.
A questo punto, siccome un autorevole Vescovo – quello di Caltanissetta – come già ricordato, è intervenuto in favore di alcuni lavoratori che non sono stati retribuiti, ci siamo chiesti se i lavoratori dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’ sono stati pagati.
Così ci ha scritto un lavoratore dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini licenziato, Ernesto Bellitteri, il quale ci dice:
“Siamo ancora in alto mare… ancora non si degnano di pagare le 18 mensilità ordinate dai giudici del lavoro e neanche i decreti ingiuntivi accolti a 5 ex dipendenti, pur sapendo che siamo senza ammortizzatori sociali, senza lavoro, senza reddito e senza risorse per procedere ad esecuzioni sentenze, precetti etc.”.
Non ci sembra una bella cosa, questa: anzi.
“Una delegazione di ex lavoratori – leggiamo sempre nella lettera di Bellitteri – stata a Palazzo Arcivescovile per chiedere udienza a mons. Lorefice (Corrado Lorefice, Vescovo di Palermo ndr) che per l’ennesima volta si nega alle persone, ai fedeli, agli ex dipendenti, chiamateli come volete, per sollecitare i pagamenti, affinché poter versare i contributi mancanti al raggiungimento della pensione, ma non per tutti”.
Belitteri racconta che, al posto del Vescovo Lorefice, si è presentato il vice presidente dell’Opera Pia, avvocato Alfredo Sigillò, che ha incontrato due dipendenti promettendo che i pagamenti verranno effettuati “a certe condizioni”.
Nella lettera non si spiega quali siano queste “condizioni”. Ma lo stesso Bellitteri è pessimista: considera i vertici dell’Opera Pia “inaffidabili” e aggiunge che, dopo il licenziamento di una parte dei dipendenti (perché alcuni, a quanto pare, non sarebbero stati licenziati), “rimangono attivi a tutt’oggi la scuola di servizio sociale Santa Silvia e il villaggio degli anziani”.
Il lavoratore infine critica la Regione siciliana “organo di vigilanza e controllo”, un’amministrazione regionale “che si è pure defilata”, lasciando il personale “in balìa della disperazione/esasperazione e senza tutele”.
Ma la Regione siciliana vigila ancora sulle Opere Pie? Ce lo chiediamo perché l’attuale Governo regionale sostiene che le Opere Pie sono enti privati (COME POTETE APPROFONDIRE IN QUESTO VIDEO DE LE IENE).
Detto questo ci chiediamo a chiediamo: come finirà questa storia?
Monsignor Lorefice, e quelle 42 persone ridotte in miseria? | VIDEO
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